L’Opinione
Alcune considerazioni sul Sistema Logistico Salernitano
di Stefano de Luca*
Nonostante i numerosi vincoli esistenti e le numerose vicissitudini amministrative, il sistema logistico salernitano rappresenta una realtà multi-purpose di grande efficienza e con ulteriori potenzialità all’interno del sistema logistico campano. Il rinnovamento in atto negli interporti campani e nel sistema aeroportuale campano (Aeroporti di Napoli e Salerno Costa D’Amalfi) rappresentano una occasione di ulteriore crescita e di sviluppo di nuovo segmenti di mercato.
Non vorrei essere accusato di piaggeria, ma bisogna dare merito all’imprenditoria privata salernitana di essere riuscita a rendere un porto, estremamente vincolato nelle superfici disponibili, uno dei porti più efficienti del mondo in termini di merce movimentate per unità di superfice.
Oggi il sistema logistico salernitano è figlio della loro vivacità, della capacità di adattarsi ai continui cambiamenti del trasporto internazionale delle merci, ma è anche figlio di scelte coraggiose in termini di delocalizzazione di attività di stoccaggio e/o movimentazione.
Allo stesso modo, devo dire che anche l’Autorità portuale di Salerno, prima e dopo l’accorpamento, ha sempre mostrato lungimiranza in termini di progettualità, facendosi trovare pronta a cogliere occasioni di finanziamenti importanti che oggi consentono di vedere il futuro con ottimismo.
Si rischia di essere banali, ma le parole d’ordine devono essere: accessibilità marina, accessibilità terrestre efficace e resiliente, retro-portualità, digitalizzazione e semplificazione.
Da un punto di vista dell’accessibilità marina, la conclusione dei dragaggi nel Porto di Salerno, anche alla luce di tutti i problemi incontrati, è un’ottima notizia che, unita ai lavori di consolidamento e allargamento dell’imboccatura, dovrebbe garantire nel medio termine ossigeno alle attività portuali.
Dal punto di vista dell’accessibilità terrestre, l’ormai concluso adeguamento dell’A2, la conclusione dei lavori di Porta Ovest, i prossimi lavori di adeguamento del raccordo Salerno-Avellino, uniti alla nuova uscita Interporto Sud-Europa sull’autostrada A30 e al recente il collegamento con A3-SS 268 pongono il sistema logistico salernitano al centro di una rete infrastrutturale efficiente, molto flessibile ma, soprattutto, resiliente.
Tra i citati interventi, ritengo di estremo interesse la futura uscita dell’A30, essa consente una riduzione dei tempi di percorrenza di circa 20 minuti verso l’Interporto Sud-Europa e potrebbe rappresentare una buona opportunità per l’intero sistema logistico, soprattutto, se affiancato a strategie di fast corridor e/o di digitalizzazione della intera catena logistica.
A questo si deve aggiungere che la conclusione di Porta Ovest risolverà uno dei principali colli di bottiglia, oltre a risolvere parte dei problemi di inquinamento e congestione indotti dal porto sulla città di Salerno. Attenzione, però, ad un’attenta progettazione delle viabilità interna futura e del nodo di ingresso/uscita, problematiche molto delicate se, come ci si augura, la domanda entrante/uscente dal porto crescerà in volumi e tipologia di merci.
Terza parola chiave è un sistema di retro-portualità multi-purpose.
Penso ad una retro-portualità di breve raggio, finalizzata a semplice buffer e/o stazionamento; ad una retro-portualità per attività logistiche a valore aggiunto e, infine, a retro-portualità di medio raggio funzionale a instradamento ferroviario e/o allo stoccaggio di medio/lungo termine.
Su questo tema, è necessaria una scelta coraggiosa sull’area di Cernicchiara. Sarà, inoltre, opportuno sfruttare la futura accessibilità terrestre sull’asse Caserta-Salerno e mettere finalmente a sistema le superfici disponibili negli Interporti. Anche in questo caso andrebbe seriamente valutata la fattibilità e la opportunità di Fast-Corridor doganali da/verso gli interporti Campani, anche per aprirsi a nuovi segmenti di mercato e pensando alle ZES e alla lunga percorrenza ferroviaria.
Nel frattempo il segmento Ro-Ro e Ro-Pax non può ulteriormente aspettare una decisione definitva sulla realizzazione della struttura multi-piano già da tempo progettata: è struttura assolutamente strategica.
Infine, la digitalizzazione va fatta e non sventolata. Penso all’implementazione del Port Community System, l’informatizzazione del controllo accessi alle aree interportuali, la piattaforma per lo Sportello Amministrativo Unico, l’integrazione con la Piattaforma Logistica Nazionale (PLN).
All’interno del sistema logistico salernitano non deve essere, infine, trascurato l’aeroporto Salerno Costa D’Amalfi che può ricoprire un ruolo nell’ambito cargo di supporto all’aeroporto di Napoli Capodichino e supporto all’economia della valle del Sele, nonché al comparto manifatturiero che rientra nella rispettiva catchment area.
Un Piano Regionale delle merci partecipato e condiviso con i player logistici che definisca il posizionamento, ruolo, futuro e finanziamenti necessari per il sistema logistico campano.
Ridurre la distanza tra le decisioni e l’attuazione delle stesse. I tempi della burocrazia, soprattutto nazionale, non sono compatibili con le dinamiche del trasporto marittimo delle merci.
Non si può, infine, più trascurare la sostenibilità ambientale e sociale della catena logistica ha sul territorio.
In conclusione vorrei rimarcare il contributo che da anni l’Università di Salerno e delle altre Università campane danno allo studio e implementazione di avanzati strumenti di supporto alle decisioni nel campo della Logistica. Ritengo molto importante una maggiore sinergia anche rivolto a consentire ai nostri studenti di trasferire il know-how acquisito nella nostra Regione e al nostro sistema logistico.
*Professore Laboratorio di Analisi di Sistemi di Trasporto Dipartimento di Ingegneria Civile Università di Salerno