Approfondimenti in pillole
Antonio Salzano, l’impegno dell’USMAF-SASN per assicurare la ripresa delle crociere.
Il lavoro dell’Unità di Crisi Regionale ha scongiurato casi COVID nel porto di Napoli
di Emilia Leonetti
La sede dell’Autorità Sanitaria Marittima è a Calata Porta Massa, in una palazzina rosso pompeiano. Al primo piano l’ufficio del Direttore USMAF-SASN Campania -Sardegna, Antonio Salzano. Si occupa di tutto ciò che riguarda la profilassi internazionale nei porti e negli aeroporti. In particolare, per il sistema portuale campano la competenza riguarda i porti di Napoli e Salerno. Con il Direttore Interregionale, c’è il Direttore della Sanità Marittima di Napoli, Piero Nozzolillo. Assisterà all’intervista rilasciata al nostro giornale da Antonio Salzano per puntualizzare alcuni aspetti legati alle procedure decise in questi mesi in particolare per il porto di Napoli.
- Direttore, partiamo dalla notizia che le compagnie MSC e Costa hanno riprese le crociere nel Mediterraneo. Come Direttore dell’Autorità Sanitaria Marittima Campana, quali sono le prescrizioni previste per la ripresa, quali i protocolli che le compagnie hanno dovuto adottare?
“Abbiamo avuto diversi incontri, molti in video conferenza, con le compagnie da crociera. In particolare, con “Costa” che ha da poco ripreso le crociere, passando anche da Napoli. Ma anche con “MSC”, che già dalla metà del mese di agosto ha ripreso ad approdare a Napoli. Abbiamo stilato un protocollo e una procedura in cui sono state previste una serie di azioni per imbarcare, sbarcare e far effettuare in sicurezza i tour ai passeggeri. In particolare, per le escursioni abbiamo stabilito che possano essere effettuate esclusivamente su bus dedicati, con autisti Covid “free”, con verifiche sullo stato di salute dei passeggeri prima e dopo le escursioni. Significa che durante la crociera per quei passeggeri che desiderano visitare i porti di approdo, lo staff medico presente sulla nave effettuerà 24-72 ore prima dell’arrivo dei tamponi rapidi per accertare lo stato di salute. I tamponi vengono fatti all’imbarco, in caso di escursioni e allo sbarco al termine della crociera.
Devo, però, a questo punto, fare una premessa: in base al regolamento sanitario internazionale ogni nave che approda in un porto deve chiedere “la libera pratica”. Nella richiesta il Comandante della nave e il medico di bordo dichiarano che tutti coloro che sono a bordo godono di buona salute. Nessuno tra i passeggeri e i membri dell’equipaggio deve presentare una patologia che possa trasmettersi agli altri e questo vale sempre, al di là del Covid-19. Se vi sono persone che presentano una patologia infettiva noi saliamo a bordo e verifichiamo la situazione. In base alle nostre valutazioni si dà “la libera pratica”, il documento che consente alla nave di compiere tutte le operazioni previste, e questo vale per ogni tipologia di nave. Mi preme sottolineare che sino a che noi non accordiamo “la libera pratica” nessuno può scendere dalla nave e nessuno può salire. E ripeto: la procedura è a prescindere dal Covid-19.
La legge n.232 del 2001 ha stabilito quanto le ho detto. Il Ministero della Salute tutela la salute sull’intero territorio nazionale, l’Autorità Sanitaria Marittima è sanità di frontiera e agisce a tutela del territorio. Noi siamo il baluardo a difesa della salute e per questo siamo presenti in tutti i porti e aeroporti. Aggiungo che le compagnie hanno previsto a bordo una zona di quarantena e l’attivazione delle procedure in caso di Covid-19, come la sanificazione degli ambienti e i tamponi a tutte le persone entrate in contatto con la persona colpita dal virus. Chiudo dicendo che Costa tocca solo porti italiani, mentre MSC tocca anche Malta seguendo però i protocolli di cui le parlavo prima”.
- In questi mesi difficili quale ruolo ha svolto il suo Ufficio nell’area portuale e quali sono i principali provvedimenti presi?
“Siamo un servizio essenziale perché l’attività navale non si è fermata durante il lockdown. Abbiamo, in quei mesi, avuto navi provenienti da Paesi a rischio e con marittimi a bordo, talvolta, colpiti dal Covid-19. Abbiamo dunque dovuto mettere in isolamento la nave, proceduto alla sanificazione degli ambienti e a controlli periodici. Quando abbiamo trovato casi di una certa gravità, li abbiamo sottoposti a ricovero presso l’Ospedale Cotugno. Sulla scia di quanto Le ho sottolineato prima, abbiamo, anche nel corso della pandemia, messo in atto tutte le azioni e i provvedimenti necessari per garantire la salute del nostro territorio. Per quanto riguarda le società che operano nei porti di Napoli, Salerno, Castellammare e i lavoratori impiegati nelle imprese portuali, noi partecipiamo all’Unità di Crisi costituita dalla Regione Campania e composta da ASL, Prefettura, Protezione Civile. L’Unità di Crisi ha fatto incontri con tutti gli operatori portuali e ha stabilito le procedure per assicurare il distanziamento, i controlli, le regole necessarie per scongiurare il diffondersi del contagio. I risultati sono stati positivi perché non abbiamo riscontrato casi di Covid-19 nei nostri porti”.
- Considerando le criticità legate alla ripresa dei collegamenti con le isole, la principale è stata – e credo resti – l’efficacia dei controlli agli imbarchi e agli sbarchi. Su questo aspetto c’è stata collaborazione con gli altri Enti preposti al controllo? Qual è stato e qual è il vostro contributo alla sicurezza per chi si muove per lavoro o per diporto su traghetti e aliscafi?
“Su questo devo precisare che come Unità di Crisi abbiamo tenuto incontri con i Sindaci delle isole per definire insieme le procedure e le azioni da mettere in campo per riprendere i collegamenti in sicurezza. E’ stato deciso di effettuare, al molo Beverello ed a Calata Porta Messa, controlli con la rilevazione delle temperatura. Noi abbiamo assicurato il supporto medico nel caso di rilevazione di temperatura superiore a 37 e mezzo a persone in procinto di imbarcarsi. In tutto il periodo estivo siamo stati chiamati una volta sola. Abbiamo, poi, posto all’attenzione degli armatori l’importanza di rispettare il riempimento su traghetti e aliscafi non superiore al 50%, sino a quando è stato in vigore tale vincolo.
E’ chiaro che non è – e non era – nostro compito controllare il rispetto dell’ordinanza prevista dal Governo e dalla Regione Campania. Tutte le volte che abbiamo ricevuto segnalazioni, abbiamo richiamato gli armatori delle diverse compagnie di traghetti e aliscafi al rispetto del distanziamento e all’uso delle mascherine. Sugli assembramenti agli imbarchi penso che l’errore sia stato non prevedere più corse di aliscafi e traghetti nei periodi a più intenso traffico, a cui aggiungo talvolta la scarsa responsabilità dei singoli.”