Approfondimenti in pillole
Francesco Tavassi: restituire il San Vincenzo alla città, realizzare “corridoio” per trasporto su gomma
Il Vice Presidente U.I. lancia due proposte per area commerciale e turistica del porto di Napoli
di E.L.
- Francesco Tavassi, Lei è Vice Presidente Unione Industriali Napoli con delega al mare, è membro supplente dell’Organismo di Partenariato, oltre ad essere Presidente di un’importante società di trasporti e di logistica. In base alla sua esperienza come valuta i risultati di crescita nel settore del traffico container, delle merci varie e dei crocieristi? Quali prospettive e soprattutto a quali condizioni potremo mantenere il positivo trend?
“I risultati sono positivi, una positività dovuta in parte alla governance stabile dell’Autorità di Sistema Portuale. Il lungo commissariamento del porto ha provocato un distacco tra le reali esigenze degli imprenditori e chi aveva la responsabilità di governare. Il Presidente Spirito ha avuto il merito di svolgere con attenzione il suo lavoro, anche nell’ascolto delle istanze delle associazioni datoriali e degli operatori per migliorare le condizioni strutturali indispensabili per effettuare le attività.
Fondamentale è che si prosegua nell’attuazione del programma. Le condizioni sono la continuità negli investimenti infrastrutturali. I dragaggi sono ormai partiti e renderanno accessibili i porti alle grandi navi. Ma per gli aspetti commerciali c’è la necessità di collegare porti e interporti. E’ essenziale perché lo sviluppo non può non passare per uno sbocco naturale negli interporti. La creazione di un sistema intermodale è la condizione primaria per consolidare e potenziare lo sviluppo del sistema portuale campano. A questo proposito devo osservare che, se la realizzazione di un nuovo collegamento ferroviario dovesse richiedere tempi lunghi, si potrebbe pensare ad un “corridoio” per il trasporto su gomma in modo da raggiungere gli Interporti decentrando, nel punto di arrivo, il controllo doganale. Questo favorirebbe lo sviluppo dei traffici, ma anche una sicurezza e una vivibilità maggiore in ambito portuale e cittadino. La città ha bisogno di spazi ulteriori. E’, quindi, urgente la definizione di un “corridoio privilegiato” per il trasporto su gomma da effettuare prevedendo, da parte della Regione Campania, dei contributi per i costi aggiuntivi che dovessero risultare a carico della “merce”. Nelle more del ferro, non possiamo tenere i due Interporti non pienamente utilizzati, ma tempi e costi devono essere quelli sostenibili dal mercato.”
- A suo parere l’AdSP del Mar Tirreno Centrale dovrebbe fare di più per sostenere la crescita del sistema portuale campano? In che modo? In quali ambiti?
“Questo è un discorso che in parte ho già affrontato, almeno per la parte commerciale. Per quello che riguarda il settore passeggeri e delle crociere, il miglioramento delle aree di ricezione dei turisti con il progetto di riqualificazione del molo Beverello e in generale del waterfront è sicuramente importante, ma non sufficiente. Mi riferisco alla necessità di recuperare la disponibilità del Molo San Vincenzo, della Darsena Acton, spazi attualmente occupati dalla Marina Militare. Questo pensando allo sviluppo che nei prossimi anni ci sarà con l’aumento dei collegamenti con le isole, con la costiera, per non parlare del previsto incremento del traffico croceristico. Rimanere solo con il Beverello riqualificato e con gli attuali attracchi per il settore delle crociere, significherebbe avere spazi a mare e a terra non sufficienti.
Il Molo San Vincenzo va sfruttato sia per gli attracchi e sia per gli immobili. Vi sono ampi spazi, bisogna dirlo, inutilizzati.. Ci vuole un’azione forte. L’AdSP deve essere il capofila di questa attività che deve consentirci di ottenere la restituzione del Molo San Vincenzo e delle aree confinanti”
- Quale ruolo ha il cluster marittimo in questo processo di efficientamento del sistema e di raggiungimento degli obiettivi?
“Il cluster marittimo , tutte le associazioni datoriali , le organizzazioni sindacali devono lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo nell’interesse del porto in ambito turistico. Ma vale anche in ambito commerciale. Le aree devono essere trovate, o fuori dallo scalo negli Interporti relativamente al settore commerciale, o nelle aree adiacenti per il settore turistico. Parliamo di aree non utilizzate o adibite a attività che nulla hanno a che vedere con l’economia del mare. L’Unione Industriali di Napoli è pronta a sostenere l’Autorità di Sistema Portuale in questa importante attività. Occorre confrontarsi con le Istituzioni per far sì che queste aree vengano rese disponibili per le attività marittime. E’ d’altronde accaduto già in altre città, dove sono state intraprese diverse iniziative per rendere il waterfront uno spazio aperto ai cittadini e di attrazione per i turisti. Perché a Napoli non dovrebbe essere possibile?”