Attualità
Molo Beverello: sedici anni per la nuova Stazione Marittima
Dopo tanti anni di impegno finalmente il via ai lavori
Francesco Nicchiarelli*
Il 10 marzo ha avuto pieno inizio la costruzione del nuovo terminal passeggeri alla calata Beverello, un’opera dal costo complessivo di circa diciotto milioni di euro che cambia il volto di un contesto centrale e strategico della città. Questo risultato è stato raggiunto soprattutto negli ultimi tempi grazie all’impulso impresso da AdSP del Mar Tirreno Centrale, alla progettualità e alla concertazione tra istituzioni.
Eppure, per arrivare dall’idea al cantiere ci sono voluti sedici anni, a partire cioè dal bando di concorso per la progettazione del waterfront, dall’Immacolatella al molo san Vincenzo (2004). Il tempo previsto dei lavori al Beverello è pari a un anno. Sedici anni per le “carte”, un anno per i lavori.
Questo articolo vuole provare a raccontare come si sono perduti almeno dieci anni lungo il percorso e come invece sarebbe possibile, (anche con le difficoltà di sistema che abbiamo in Italia), portare in cantiere un’opera complessa in tempi ragionevoli.
Il progetto in due parole. Il molo Beverello, nel suo nuovo assetto, è il primo segmento giunto alla fase di realizzazione del waterfront di Napoli, che ha l’obiettivo di riqualificare l’area per i passeggeri e di ottenere una condivisione degli spazi tra città e porto, avvicinando così la città al mare. Il terminal, dotato di una copertura percorribile che funge da passeggiata del nuovo lungomare si trova tra il Maschio Angioino e il mare, a poche centinaia di metri da piazza Municipio, con cui sarà collegato attraverso un sottopassaggio (ma questo è un altro progetto…). Il progetto esecutivo recepisce le modifiche prescritte in conferenza dei servizi nel corso della quale la Soprintendenza BBCCAA e il Comune di Napoli hanno insistito sulla ricerca di un profilo di minimo impatto visivo nei confronti della veduta dalla città verso il mare e dal mare verso la città, ottenuto con l’abbassamento altimetrico dell’edificio. Altre modifiche di rilievo, scaturite attraverso la concertazione con il Comune di Napoli e le compagnie di navigazione, hanno riguardato l’assetto della viabilità di accesso (che sarà messa a sistema con il piazzale Angioino), il sistema degli imbarchi e il terminal provvisorio.
La storia del progetto nei sedici anni. La progettazione definitiva del waterfront iniziò nel 2007, (dopo più di due anni di sospensione per un ricorso al TAR), ma l’iter fu di nuovo sospeso a causa della divergenza con la Soprintendenza che aveva apposto un nuovo vincolo all’edificio ex Magazzini Generali. Dopo circa due anni di stasi, nel 2010 fu siglato un protocollo e istituito un tavolo di lavoro tecnico a tre, (Autorità Portuale, Soprintendenza e Comune di Napoli) che, nell’arco di circa sei mesi, approvò un nuovo progetto preliminare di sintesi costruttiva al problema con una soluzione di recupero dell’edificio ex Magazzini Generali.
Verso la fine del 2013 si attribuì una via preferenziale al Molo Beverello, rendendolo autonomo dal più complesso sistema del waterfront e fu redatto il progetto definitivo in 60 giorni, tra novembre 2013 e gennaio 2014.
Nel gennaio 2017, l’Autorità Portuale, divenuta AdSP Mar Tirreno Centrale, ha dato impulso alla conferenza dei servizi che è giunta ad approvazione nel maggio dello stesso anno. Da allora a oggi il processo non si è mai fermato: è stato redatto, verificato e validato il progetto esecutivo, poi approvato dal MIT, finanziato, sottoposto a gara, aggiudicato e contrattualizzato, raggiungendo così la reale cantierabilità.
Tempi produttivi e tempi morti. La squadra AdSP-progettisti-istituzione-Stakeholders, ha lavorato ad intermittenza nell’arco di sedici anni, di cui solo sei sono stati produttivi, anche con confronti serrati e dialettici. Dei dieci anni rimanenti, due sono andati perduti per un ricorso al TAR e otto anni sono stati completamente inattivi. Questo andamento è spiegabile richiamando (anche) la combinazione delle opposizioni al progetto (da parte di alcuni operatori portuali) e l’instabilità abnorme della carica al vertice dell’AdSP: in sedici anni si sono succeduti tre presidenti, due dei quali dimessisi bruscamente prima della fine mandato (a seguito di vicende giudiziarie), e quattro commissari, i cui periodi di incarico coincidono con periodi di stasi più evidente. L’attuale vertice dell’AdSP lavorando sul medio orizzonte temporale ha finalmente voluto, (e potuto), perseguire la cantierabilità del progetto in modo sistematico ottenendo l’accelerazione degli ultimi tre anni. La nostra esperienza ci dice in sintesi che difficoltà, critiche e opposizioni al progetto sono state superate quando c’è stata un’azione determinata da parte dell’AdSP.
Questa breve ricostruzione conferma la prima condizione necessaria alla realizzazione di grandi progetti urbani: una volontà chiara e identificabile al vertice dell’istituzione proponente, che possa dialogare con le altre istituzioni coinvolte e che dia messaggi coerenti ai funzionari, ai progettisti, agli stakeholders.
*Coordinatore del gruppo di progettazione del progetto “Waterfront”: EBSG Parigi/VIA Ingegneria Roma/Studio Capolei Cavalli Roma/Arch Raffaella Massacesi Pescara.