Cantieri Megaride: una lunga tradizione nella costruzione di navi
1934-2018: il più antico cantiere del porto, cooperativa dal 1997
Di Emilia Leonetti
L’ultima commessa dell’importo di sei milioni di euro riguarda la costruzione di un bacino galleggiante della stazza di mille tonnellate per la Marina Militare. Sarà consegnato tra qualche settimana a La Spezia.
Siamo al molo 36, banchina in concessione alla cooperativa “Megaride srl”. 13 mila mq di superfice che insistono su uno specchio d’acqua di 3 mila mq. Un capannone/officina per la costruzione-trasformazione di imbarcazioni, un bacino galleggiante di due mila tonnellate, un’area dotata di scivolo e gru per il varo e le operazioni di alaggio compongono l’area dedicata a lavori di costruzione, ma anche di riparazione e di trasformazione. “Sono le attività più remunerative- spiega il presidente Luigi Izzo- ma le costruzioni sono il nostro fiore all’occhiello, il nostro biglietto da visita”
Oggi la cooperativa conta 15 soci dei 38 iniziali (1997) e circa 50 dipendenti, presenti nelle due società gemmate dalla capostipite “Megaride cooperativa costruzioni”: la società “Megaride srl trasformazioni e riparazioni” e la società “Bacini Napoletani”. Dal 2000 ad oggi, sono stati investiti circa 5 milioni di euro per ammodernare gli impianti, acquistare nuovi macchinari, ripavimentare il piazzale. “Le commesse- precisa Luigi Izzo- che riceviamo sono il risultato della nostra partecipazione a gare nazionali e internazionali. Noi il lavoro lo andiamo a cercare, soprattutto lo acquisiamo per la nostra competenza e professionalità. I nostri operai sono altamente specializzati.” I settori in cui eccellono gli operai della cooperativa sono la carpenteria e la saldatura, ma anche la meccanica. “Forse siamo l’unico cantiere in grado di costruire tutta la propulsione, tranne i motori. La parte restante come gli assi e i cuscinetti li realizziamo nella nostra officina.”
E’ una mattina di marzo senza sole, grigia per le nuvole che chiudono il cielo sopra il cantiere. Una luce che esalta il color nero/ruggine del bacino galleggiante, il marrone scuro del legno dello scivolo per il varo, la polvere che copre il pavimento all’interno del capannone, prodotta dalla lavorazione di lastre di acciaio destinate ad un grande natante in costruzione.
E’ l’ora della pausa pranzo e gli operai sono seduti intorno ad un piccolo tavolo in fondo al capannone. Il Presidente ci accompagna. Lavora nel cantiere da quando aveva 13 anni. In tutto 54 anni passati tra le banchine del porto di Napoli prima come operaio e poi, dopo il fallimento della società “Cantieri Navali Partenopei”, come fondatore, insieme ad altri 37 compagni, della cooperative “Megaride”.
“Conosco palmo a palmo il porto di Napoli, conosco soprattutto a fondo il mestiere- racconta- E’ la conoscenza che ci ha consentito di costruire un’impresa di primo piano. Lo dico con orgoglio perché siamo gli unici nati come costruttori di navi. Dal 2000 al 2007, per esempio, siamo stati leader in Italia per la costruzione di pescherecci. Ma la nostra produzione ha compreso rimorchiatori, catamarani, supply vessel per la Marina Militare. Avremmo bisogno, per l’intensa attività che svolgiamo, di nuovi spazi, ma sino ad oggi non abbiamo ottenuto risposta ”
Indica un muro visibilmente lesionato, vicino all’area dove è collocato il bacino galleggiante. Confina con i piccoli silos granari di Calata Granili, ora in disuso. “Se, come è stato previsto, venissero demoliti, noi potremmo presentare la richiesta di concessione. Sarebbe, per noi, una importante opportunità di ampliamento.” Torna il tema degli spazi, della necessità di mettere ordine nell’importante comparto della cantieristIca. L’intenzione dell’AdSP è mettere a gara l’area dei silos per verificare l’esistenza di un interesse alla ripresa dei traffici di grano. Nel caso in cui non dovesse andare in porto, si valuterà la possibilità di assegnare quell’area alla cantieristica.
Siamo, ora, davanti al cancello, insieme a Luigi Izzo. Ma, prima di congendarci: “Ho incontrato il Presidente Pietro Spirito qualche giorno fa. Gli abbiamo mostrato il cantiere. Credo sia rimasto soddisfatto del nostro lavoro e dei nostri risultati. Me lo saluti”
Ha collaborato Vincenzo Androne