Darsena Petroli: l’organizzazione di un terminal al servizio non solo del Sud Italia
Centrale per approvvigionamento energetico e per capacità logistica
di Emilia Leonetti
La Darsena Petroli si estende su un’area compresa tra il Nuovo Terminal di Levante in costruzione e l’area contenitori dello scalo partenopeo. Anche se, per raggiungere il terminal, bisogna uscire dal porto per rientrare, subito dopo essere passati nei pressi del sottopasso di San Giovanni a Teduccio e aver svoltato a sinistra verso il mare.
Le banchine, a cui attraccano le navi che trasportano i prodotti petroliferi ( benzina, gasolio, biodiesel, jet fuel, GPL, bitumi, oli combustibili), sono: Pontile Vigliena, Calata Vigliena e Molo Progresso a cui si aggiunge, in testata, un’area per l’attracco di bettoline destinate al bunkeraggio di traghetti, aliscafi, navi cargo e navi da crociera nei porti di Napoli e di Salerno. In tutto si contano otto ormeggi con moli di lunghezza sino a 350 m e con un pescaggio fino a circa 14m..
Due gate, uno della dogana e un secondo delle società operanti nell’area, limitano l’ingresso al terminal. Motivi di sicurezza, come spiegano Marco Cappuccio e Luigi Perna, manager dei depositi il primo e responsabile del terminal il secondo, che mi guidano alla visita dell’unico polo di approvvigionamento energetico del Mezzogiorno e uno dei principali in Italia per capacità logistica.
L’area, gestita interamente dalla società Q8, si sviluppa tra moli, predisposti per l’ormeggio di navi sino a 260 metri di lunghezza, una rete di condotte per il trasferimento dei prodotti dalle navi ai depositi, distribuiti nelle zone retrostanti il porto e che si diffondono nell’area urbana per circa 4 km, un piccolo edificio con una sala di comando al pian terreno. “ Da qui- dice Marco Cappuccio- attraverso dei sistemi di controllo a distanza, si monitora e si misura il trasferimento dei prodotti dalle navi alle condotte e dalle condotte ai due poli di stoccaggio posti alle spalle del terminal. I poli sono uno per il GPL ( 4 depositi) e un polo per i carburanti ( benzina, biodiesel, jet fuel, oli combustibili) concentrati, per la Q8, in due depositi.”
Lavorano nella sala “comando” sei persone che si alternano nell’arco dell’intera giornata e che garantiscono non solo un corretto funzionamento della catena di approvvigionamento, ma anche la sicurezza del terminal. Dai sistemi a disposizione, infatti, sono visibili eventuali anomalie o guasti che vengono segnalati alla società esterna incaricata della “sicurezza” e che assicura gli interventi h24. In tutto sono impiegati alla “Q8” del porto di Napoli, cinquanta persone tra terminal e depositi, gli indiretti sono circa 600.
Sulla banchina spira un vento di maestrale che interrompe il silenzio di questo spazio proteso verso il mare.
Prima di entrare nella palazzina di direzione per un briefing con i responsabili del terminal e con il Direttore Logistico Q8 dell’Italia, Raffaele Iollo, ci fermiamo sul lato che guarda, più ad oriente, di fronte al Terminal di Levante. Marco Cappuccio indica una torretta bianca. “ In tutto il terminal ce ne sono 13 e funzionano, in caso di incendio, con delle lance che pompano acqua a distanza, azionate dalla sala di “comando”. I nostri standard di sicurezza sono molto elevati e costantemente aggiornati sul piano tecnologico e della formazione del personale.“
La sala riunioni è al primo piano, qui, Sara Riganati dell’Ufficio Stampa della sede di Roma, presenta un elaborato con i principali dati della società: dal volume degli investimenti (solo nel 2018 ammonta a 19 milioni di euro), ai volumi di traffico (circa 4 milioni di ton. di prodotti petroliferi/anno), al numero delle navi che attraccano alla Darsena Petroli (circa 300 navi/anno e 700 bettoline/anno). E’ sufficiente? Chiedono. Si, rispondo guardando la luce del sole che invade la stanza.