I fattori di competitività dei porti.
Cosa manca al sistema portuale campano
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Marco Ferretti
Professore di Strategia di Impresa – Università degli Studi di Napoli Parthenope
Presidente – MAR.TE. SeaLand Logistics Scarl
Marcello Risitano
Professore di Management delle imprese della Blue Economy
Università degli Studi di Napoli Parthenope
Responsabile del laboratorio – MAR.TE. SeaLand Logistics Scarl
Nello scorso numero della rivista si è introdotto e trattato il tema dei fattori di competitività portuale, in particolare per come identificati e classificati dalla comunità di esperti accademici di maritime economy (Parola et. al., 2017). In accordo con quanto rilevato recentemente dalla European Sea Port Organization, l’evidenza empirica dimostra sempre più l’esigenza di studiare la competitività portuale non solo analizzando stricto sensu la funzione di economia marittima esercitata dai porti, ma anche sottolineando la funzione sociale (ed ambientale) che il nodo infrastutturale sviluppa nei confronti del territorio (ESPO, 2018).
In accordo con tale prospettiva, MAR.TE. Sea-Land Logistics ha sviluppato un modello di analisi che permette di identificare i principali indicatori di competitività di un porto, che siano in grado di consentire da un lato l’analisi integrata delle prestazioni portuali, dall’altro l’analisi comparata delle suddette performance tra le 15 Autorità di Sistema Portuale presenti in Italia (come da d.lgs. 4 Agosto 2016 n. 169).
Il modello d’analisi (Figura 1) consente di definire un indice sintetico di valutazione della competitività dei porti, definito Port Competitiveness Index (PCI). Con questa finalità, il modello multi-dimensionale è stato definito sulla base di tre distinti sub-livelli d’analisi: a. il primo sub-livello (macro-indicatori) è stato identificato con 6 fattori critici di successo della competitività portuale (Port Logistics, Governance Efficiency, Economics & Finance, Social-economic impacts, Market Trend & Communication, Green Challenges); b. il secondo sub-livello (meso-indicatori) è stato definito mediante 22 indicatori di competitività per misurare i suddetti fattori critici di successo; c. il terzo sub-livello (micro-indicatori), infine, si compone di 88 indicatori per misurare le 22 meso aree di competitività suddette.
Il modello gerarchico così composto – “alimentato” da dati disponibili al luglio 2017 – ha consentito di mettere in evidenza le principali criticità rilevate per gli scali dell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centrale in termini di competitività comparata in ambito italiano: a. Port Logistics, in termini sia di disponibilità di infrastrutture che di efficienza e connettività della logistica merci; b. Economics & Finance, in particolare in termini di livelli di profittabilità; c. Green Challenges, in termini di mancanza di una precisa strategia di green management ed assenza di certificazioni ambientali ISO.
Numerose azioni sono state apportate negli ultimi 15 mesi, grazie allo visione strategica ed ai progetti gestiti dalla Presidenza del Prof. Pietro Spirito – azioni che potranno migliorare la capacità competitiva degli scali campani specialmente nel medio-lungo periodo, mediante l’adozione di soluzioni che migliorino l’accessibilità agli scali, l’efficienza della gestione dei traffici (supportati da sistemi ITS, IoT, etc.), anche nella prospettiva delle tecnologie green.