In Primo Piano
Il traffico Ro-Ro nei porti di Napoli e Salerno: dalla crisi alle nuove sfide
Sostenibilità, Intermodalità: le parole chiave per armatori, terminalisti, SRM
di Emilia Leonetti
Porto di Napoli. L’area che corre lungo la cancellata che separa via Marina dal porto di Napoli, tra il Varco Pisacane e il Varco Immacolatella, è destinata allo stoccaggio dei trailer in imbarco e/o in sbarco dai traghetti delle compagnie “Tirrenia” e “GNV”. 10 mila m2 a cui si aggiungono altri 22 mila m2 nell’area fronte mare di Calata Porta Massa.
Gli ormeggi si trovano alla banchina Immacolatella Vecchia e ospitano traghetti sino a 270 m. delle compagnie “Tirrenia”e “Siremar”, mentre alla banchina di Calata Piliero, ubicata di fronte agli ex Magazzini Generali, attraccano le navi di “Grandi Navi Veloci”. Collegano lo scalo partenopeo con le isole maggiori, Sicilia e Sardegna, consentendo alle persone e alle merci di raggiungerle in minor tempo, alleggerendo il traffico autostradale con vantaggi non solo economici ma anche ambientali.
Si tratta del traffico Ro-pax e Ro-ro, anche noto come “Autostrade del mare” e di cui il porto di Napoli è uno dei principali in Italia. In generale l’Italia, i suoi porti sviluppano il 22% del traffico nel segmento del Ro-Ro (dati 2019).
Il lungo periodo di pandemia, iniziato a marzo 2020, ha ridimensionato il traffico incidendo in maniera significativa sul numero dei passeggeri, meno su quello delle merci, sopratutto quelle legate al settore agroalimentare. Il calo dei traffici non ha fermato i collegamenti, né la volontà di società come “Tirrenia” e “GNV”per quanto riguarda il porto di Napoli, né del Gruppo Grimaldi per il porto di Salerno, di guardare oltre la crisi, continuando a investire nell’ammodernamento della flotta e nel ricercare nuovi mercati. Una strategia di medio termine che tocca anche la società che gestisce il terminal traghetti…Da cui ha preso avvio la mia breve esplorazione nel mondo del traffico di medio e lungo raggio.
Per raggiungere la sede del “Terminal Traghetti”, al secondo piano della Stazione Marittima di Calata Porta Massa, si passa, all’esterno, lungo un corridoio, per poi entrare nell’edificio, dopo la misurazione della temperatura da parte di un addetto alla sicurezza. Lo stesso vale per chi è diretto agli imbarchi. Le misure, sia a terra e sia sui traghetti, come poi mi spiegherà Gaetano Improta, Presidente e AD della società che gestisce il “Terminal Traghetti”, sono quelle generali fissate dal Governo: distanziamento, mascherine, misurazione della temperatura.
La società “Terminal Traghetti Napoli” ha, qui, gli uffici amministrativi e di direzione. “Nel periodo del lockdown- racconta Gaetano Improta- la compagnia Siremar (linea per le Isole Eolie) ha interrotto i collegamenti. La società “Tirrenia” li ha mantenuti, anche se con notevoli riduzioni. Da giugno-luglio la situazione è migliorata, ma non certo ai livelli del pre-Covid. Per questo abbiamo già presentato all’Autorità Portuale una richiesta di riduzione del canone perché, nonostante le difficoltà abbiamo mantenuto i livelli occupazionali e abbiamo continuato a investire.” Le persone impiegate sono 9 tra operai e amministrativi.
La principale attività della società riguarda l’imbarco e lo sbarco dai traghetti dei passeggeri e dei rotabili. In particolare per i rotabili si occupano del rizzaggio e derizzaggio dei mezzi a bordo nave, dell’aggancio e sgancio e dello stoccaggio nelle due aree (fronte mare e retrostante) del terminal dei semirimorchi. Il semirimorchio è mosso con dei “trattori portuali”. Attualmente la società ha in dotazione 13 “trattori portuali”, di cui gli ultimi due acquistati di recente e che possono essere gestiti da remoto (dalla manutenzione ai consumi della macchina), mentre è in arrivo una gru da 55 ton per le operazioni di sollevamento dei semirimorchi.
“Vorrei sottolineare – dice Cinzia Improta, Ad della “Compagnia Marittima Meridionale”, società che gestisce la Stazione Marittima (passeggeri)- che abbiamo deciso di installare su altri 9 trattori i nuovi sistemi di funzionamento e controllo. Sono, in pratica, dei kit tecnologici, software e hardware, installati per una gestione ottimale delle macchine. Puntiamo al superamento della crisi che ha investito tutti, anche se in maniera diversificata da settore a settore, e per questo investiamo per rendere i nostri servizi più efficienti.”
“Siamo impegnati – afferma il Presidente della società – a trovare nuovi traffici con i Paesi del Nord Africa, Marocco, Libia, Tunisia. Avevamo avviato contatti con questi Paesi alcuni mesi prima della diffusione del virus. Per le note ragioni si sono interrotti. Stiamo, ora, riprendendo le interlocuzioni perché sono convinto dell’importanza e delle opportunità che nuove linee di traffico per il Nord Africa potrebbero rappresentare per noi e per lo scalo…”
Dalle Autostrade del Mare, dunque, allo “Short Sea Shipping”, al traffico cioè infra-mediterraneo. Lo sviluppo del traffico Ro-Ro è legato, grazie anche alla posizione dei porti del sistema portuale campano, al centro del Mediterraneo, ad un rinnovato scambio commerciale con i Paesi del Nord Africa, ma non solo. Di queste opportunità si occupa il centro di ricerca, SRM, del gruppo Intesa San Paolo.
Da Calata Porta Massa, passando per il Varco Immacolatella, si attraversa via Marina. Da lì, salendo, si arriva a via Toledo, ingresso principale di Banca Intesa San Paolo, ex Banco di Napoli. Al quinto piano gli uffici del centro studi SRM.
Massimo Deandreis, il Direttore, sta uscendo. “Alessandro Panaro, la sta aspettando” mi dice salutandomi. “Grazie, sono riuscita ad essere in orario…” rispondo.
L’incontro è nella sala riunioni. “La situazione – esordisce Alessandro Panaro, Responsabile Dipartimento Maritime and Energy- marca un segno negativo per la pandemia, anche se il traffico Ro-Ro rimane un’eccellenza del traffico portuale italiano e del sistema campano in particolare. Nel 2019 marcavamo 116 milioni di ton. traffico Ro-Ro in Italia. Significa che i nostri porti dipendono dal traffico in questione per un quarto. Il Ro-Ro, poi, ci consente una proiezione internazionale, perché non è solo collegamento di medio raggio. Molti armatori sviluppano la navigazione in “short sea shipping” e noi primeggiano nel Mediterraneo. Il Mezzogiorno su base nazionale incide per il 47%, significa che quasi la metà di tutto il Ro-Ro che si effettua in Italia avviene nei porti del Sud. E’ chiaro, però, che il dato è arricchito dal fatto che porti come Napoli, Salerno hanno il primario collegamento con la Sicilia e la Sardegna. Una mole impressionante di merce che si sposta e che influisce sul dato statistico.”
In questo quadro bisogna inserire le potenzialità che scali, come Napoli e Salerno, potrebbero avere perché, nel traffico Ro-Ro, la maggiore direttrice marittima è rappresentata da quella Tirrenica (incide per il 38%). A quali condizioni? Chiedo a Alessandro Panaro. “Le sfide sono rappresentate dalla capacità di sviluppare la sostenibilità e l’intermodalità dei porti campani. Ora sono diventati degli imperativi perché sono nemici del virus: l’intermodalità, infatti, riduce i contatti spostando la merce dalla nave al ferro o al trailer; la sostenibilità, poi, significa minor inquinamento e dunque minore diffusione del virus. Dobbiamo, quindi, seguire le direttive europee che non spingono solo sui punti enunciati prima, ma anche sul rinnovamento delle flotte. Su questo devo riconoscere sta investendo il Gruppo Grimaldi con la costruzione di navi “Ro-Ro Eco” non solo più performanti ma anche più accoglienti per i passeggeri…”
Prima di trasferirmi al porto di Salerno, cerco l’Ad di “Tirrenia” Massimo Mura. Come state affrontando la crisi, con quali prospettive? “Come Gruppo Onorato, di cui Tirrenia fa parte, abbiamo in costruzione 2 nuovi traghetti Ro-pax secondo le normative “green” dell’Europa, che entreranno in funzione nel 2022. Devo sottolineare, inoltre, che abbiamo dotato i traghetti, nel periodo di ripresa dopo il lockdown, di una nuova figura a bordo: il “Care Manager” che si è occupato della sicurezza dei passeggeri. E’ stata una scelta, supportata da una campagna di comunicazione che ha prodotto ottimi risultati, facendo riacquistare fiducia ai nostro clienti e facendo così riprendere il traffico non solo merci sulle tratte Napoli-Palermo, Napoli- Cagliari. La linea, infatti, Napoli-Catania è esclusivamente Ro-Ro.”
Porto di Salerno: dall’autostrada Napoli- Salerno, l’uscita è in direzione Vietri Sul Mare. Si imbocca il Viadotto Gatto che finisce alla rotatoria, di fronte al Varco Ponente, ingresso commerciale dello scalo salernitano. L’area del traffico Ro-Ro del Gruppo Grimaldi si raggiunge, svoltando a sinistra, oltre la porta d’ingresso per estendersi, sul mare, sulla destra, sino alla banchina Ligea: 90 mila m2 su cui si concentra la movimentazione di auto e trailer. Un traffico di primaria importanza per lo scalo non solo per i volumi di merce movimentate (oltre 4. 861.676 di ton. tra auto e trailer, dati luglio 2020), ma anche per il numero di linee di collegamento delle navi “Grimaldi” che fanno del porto di Salerno il centro del traffico Ro-Ro e dello “Short Sea Shipping” grazie agli scambi infra-mediterranei.
Salerno, d’altronde, è stato il primo porto a sviluppare il traffico auto negli anni ‘70 del secolo scorso ed il primo da cui è partito il servizio Short Sea Shipping, nel 1996, per la Spagna con trasporto di semirimorchi. Grazie poi al Gruppo Grimaldi, dalla metà degli anni 90, ha sviluppato gradualmente il traffico sia di auto e sia di semirimorchi con l’ampliamento dei servizi.
Ogni settimana sono almeno una ventina le navi “Grimaldi” che scalano il porto. Oltre 100 gli approdi al mese, tra Mediterraneo, West Africa, Nord Europa, USA. La merce, oltre al traffico delle auto, trasportata su trailer e semirimorchi è varia: dai pezzi di ricambio per le industrie, all’agro-alimentare, alla componentistica, al tessile, ai trattori, alle macchine per il movimento terra, ai rotabili. L’aspetto principale è la capacità del Gruppo di innovare sia nella flotta e sia nella strategia commerciale. E’ di alcune settimane fa la notizia che sono in arrivo nuovi navi della serie GG5G (General Green 5th Generation) con una capacità a pieno carico di 500 trailer. Così, com’è altrettanto noto, che la compagnia “Grimaldi” ha creduto fortemente nell’Africa occidentale, come mercato su cui puntare e su cui attualmente effettua traffici considerevoli con 4 partenze mensile dallo scalo salernitano.
La crisi, mi dicono alcuni operatori, anche qui è stata considerevole soprattutto nel settore auto, ha tenuto quello agro-alimentare. Ma è notizia di pochi giorni fa che, grazie alla ripresa della produzione negli stabilimenti del gruppo FIAT, i dati della movimentazione delle auto sono in ripresa. Anche per il porto di Salerno l’impegno è superare gli effetti della pandemia puntando su sostenibilità e intermodalità, come mi ricordava Alessandro Panaro.
A seguire l’intervista all’Amministratore Delegato di GNV, Matteo Catani