In Primo Piano
IMAT, a Castel Volturno uno dei primi centri di formazione europei per marittimi
Rosario Trapanese, il Comandante, lo ha voluto, costruito insieme alla famiglia Cafiero-Mattioli
di Emilia Leonetti
Il centro di formazione per i marittimi si trova a Castel Volturno. Si chiama IMAT, Italian Maritime Academy Technologies. Forma, ogni anno, migliaia di uomini e donne di mare imbarcati su navi da crociera, su bulk carrier, porta container, petroliere, traghetti. Si tratta di circa 20 mila certificazioni di formazione/aggiornamento professionale all’anno, con picchi di 30 mila, ogni 5 anni, in concomitanza con il rinnovo delle normative nazionali e europee sugli obblighi di aggiornamento professionale per i marittimi, legati non solo al tema della sicurezza e della salute di chi va per mare.
Il centro si estende su un’area di circa 600 mila m2, divisi tra la sede principale dove sono concentrate le 40 aule e gli impianti ad alta tecnologia per l’addestramento, l’albergo di 165 stanze per i marittimi provenienti da altri Paesi europei, da altri Continenti ma anche dall’Italia, e due basi esterne: un centro “antincendio” e un’area dotata di piscine/piattaforme galleggianti per l’addestramento al salvataggio con scialuppe che rientrano nella formazione “base” cui devono accedere tutti gli equipaggi di qualunque tipologia di nave.
Me ne aveva parlato nel corso di un’intervista, un paio di anni fa, il Presidente di Confitarma, Mario Mattioli. Mi aveva colpito sapere che un centro di primo piano nel campo della formazione si trovasse a Castel Volturno, un luogo che molti di noi associano al degrado, all’abbandono…. Accade, invece, che grazie all’impegno e alla passione di uomini come il Comandante Rosario Trapanese e all’intuizione di una famiglia di armatori come quella di Mario Mattioli, nasca proprio a Castel Volturno uno dei centri più accreditati al mondo nel campo della formazione per i marittimi e che nasca sull’esempio dei “nautical college” americani.
Per raggiungere l’Italian Maritime Academy Technologies, partendo dal porto, abbiamo attraversato i comuni dell’area nord-occidentale di Napoli per poi entrare nella provincia di Caserta, di cui fa parte il Comune di Castel Volturno. Un piccolo paesino sul mare che l’uomo ha deturpato costruendo casermoni, alcuni alti come grattacieli, a ridosso del mare, abitazioni abusive, e dove è estremamente complesso riparare ai danni causati da decenni di mala gestione del territorio. Attività, però, come questa ideata e realizzata con successo dal Capitano Rosario Trapanese possono contribuire a trasformare la realtà di Castel Volturno. Almeno questo penso, solcando l’ingresso del centro e entrando nella hall, dopo aver passato i controlli di rito, previsti dal protocollo Covid-19.
Ad attendermi il Comandante Rosario Trapanese, Direttore “New Development&Strategy” , l’Amministratore Unico Fabrizio Monticelli, l’Istruttore Capo, Comandante Modestino Manfredi, Maurizio De Cesare, Responsabile Comunicazione strategica.
“Non è stato facile- esordisce Rosario Trapanese- affermare la mia idea e soprattutto realizzarla. Ho iniziato a pensare all’opportunità di creare un centro di alta formazione per marittimi dalla fine degli anni ‘90, ma solo nel 2005 il mio progetto ha preso corpo. Ho lavorato senza sosta per oltre dieci anni ma, senza l’impegno, la determinazione e la collaborazione della famiglia Cafiero-Mattioli, non avrei potuto costruire una società che nell’arco di 15 anni ha assunto una funzione di leadership all’interno della formazione marittima non solo per il settore italiano.”
“La nostra forza – precisa Fabrizio Monticelli- è stata aver spostato, negli ultimi anni, l’asse della formazione dal marittimo, come elemento personale, alle compagnie, come elemento strutturale della qualità delle flotte. In questo senso IMAT è accreditata presso il Ministero dei Trasporti per tutti i corsi obbligatori, presso il MISE per i corsi per le comunicazioni ( GMDSS) e presso il Ministero della Salute, insieme alla convenzione siglata con l’Ospedale Cardarelli, per i corsi di “medical care” e “first aid”. La nostra caratteristica è di essere un centro che ha contratti con più di 50 compagnie armatoriali, tra le quali GNV, Moby, Tirrenia, Grimaldi, Costa, a cui forniamo una gestione legata al personale imbarcato a 360 gradi. La rilevanza della nostra attività risiede nel garantire alle compagnie un servizio integrato che spazia dalla gestione dei corsi obbligatori per i marittimi, alla gestione della logistica, dei trasporti per ottimizzare qualsiasi aspetto legato alle manovre a bordo nave. Intendo dire che siamo in grado, grazie agli investimenti in tecnologie e alla preparazione del nostro team, di replicare con i “simulatori” situazioni che allo stato non sono ancora state rese operative per nuove navi piuttosto che per modifiche delle banchine. Significa che possiamo assicurare una certificazione complessiva della validità delle operazioni prima ancora che vengano poste in essere.”
Dalla hall percorriamo il corridoio che porta alle aule. Un gruppo di ragazzi esce da una sala, altri entrano in un’aula, non troppo grande, dove li aspetta uno dei 50 istruttori che compongono il team. Per lo più comandanti e direttori di macchina, ma anche ingegneri navali, elettrotecnici, informatici, psicologi, sociologi perché la tipologia di formazione destinata ai marittimi richiede una serie ampia e articolata di competenze. L’età media dei formatori è di 45 anni. Comandanti o direttori di macchina, ancora giovani, che scelgono di interrompere la loro esperienza lavorativa sulle navi per trasferirla alle nuove generazioni di marittimi. Una novità, se pensiamo che, spesso, questo ruolo è affidato a persone più in là negli anni, se non addirittura in pensione. Ma anche una strategia della società perché in un settore in cui le tecnologie mutano continuamente, così come la normativa, è importante avere un gruppo di formatori capaci, aggiornati, motivati.
Modestino Manfredi, 50 anni, è a capo del team di istruttori. Lavora a IMAT dal 2007. Per diversi anni ha avuto la responsabilità del comando di navi posacavi nei mari del Nord, dell’Oceano Atlantico, dell’Oceano Pacifico. “Vede – mi dice mostrando le scrivanie con pc e impianto di simulazione – tutte le nostre 258 postazione sono collegate e in grado, proprio perché integrate in un sistema “simulation complex”, di fornire il massimo del realismo e della consapevolezza in chi viene a seguire i nostri corsi.”
La società ha, infatti, investito in 15 anni circa 10 milioni di euro, soprattutto nell’acquisizione di tecnologie altamente innovative. Negli ultimi anni, in particolare, fornitore principale è divenuto “Wartsila/Transas”, tra i maggiori players internazionali nell’implementazione delle piattaforme tecnologiche, cosa che ha consentito durante il periodo di “lockdown” di proseguire nella formazione a distanza.
L’elemento che rende, però, il centro un luogo estremamente ricercato per chi deve seguire corsi di formazione/aggiornamento, è l’area dove sono ubicate tre cabine per la simulazione della navigazione e due sale macchina. E’ in questi spazi che si comprende e si verifica come pilotare una nave, come usare i suoi impianti di comando, come affrontare il mare avverso, come entrare e uscire da un porto in qualunque condizione meteo e con qualunque tipologia di banchina. Le cabine riproducono le plance di comando delle navi nell’arredo e nei macchinari. Davanti alla consolle, attraverso le vetrate del ponte di comando è visibile una simulazione in computer grafica che riproduce tutti gli scenari nei quali può trovarsi una nave.
“Si aspettava di trovare qui un centro così organizzato e all’avanguardia?” Mi chiede con un guizzo nello sguardo Rosario Trapanese. “No non me lo aspettavo” rispondo convinta. “Vuole fermarsi a colazione con noi?” prosegue. “Grazie, devo rientrare all’Autorità. Però verrò alla manifestazione che, mi diceva, terrete, Covid permettendo, ad ottobre in occasione dei primi 15 anni di apertura della scuola. “