In Primo Piano
Porto di Napoli: strategico per l’approvvigionamento energetico per il Sud e il Centro Italia
L’attività delle principali società operanti nello scalo, le prospettive di crescita, gli investimenti
di Emilia Leonetti
Il terminal Petroli del porto di Napoli si trova a Vigliena. Area orientale di Napoli. La società Kuwait Petroleum spa (Q8) gestisce in concessione l’area destinata al traffico dei prodotti petroliferi (gasoli, benzine, jet fuel, oli combustibili). Ogni anno su quest’area, solo per la società Q8, si movimentano oltre 3 milioni di tonnellate di prodotti destinati all’approvvigionamento energetico, prevalentemente, del Sud Italia. L’attività del terminal si sviluppa su due segmenti: il principale riguarda il trasferimento dalle navi cisterna, attraverso un oleodotto di 23 linee e lungo circa 4 km, dei prodotti petroliferi e GPL alle aree di Deposito fiscale; un secondo, il trasferimento di olio combustibile e gasolio, alle “bettoline” per il rifornimento di traghetti, aliscafi, navi da crociera, portacontainer presenti negli scali di Napoli e Salerno.
Dalla banchina, situata lungo la linea di costa che chiude, ad oriente, l’area operativa dello scalo, a ridosso del Nuovo Terminal di Levante, si passa in uno slargo tra case e vecchie officine, per imboccare la strada di Via San Giovanni a Teduccio. Da lì, attraverso un dedalo di viuzze, si raggiunge via Nuova delle Brecce. Il Deposito Fiscale della Q8 è qui: circa 1 milioni di m2 di area tra edifici di direzione, sale di controllo a distanza sia della movimentazione dei prodotti e sia dei sistemi di emergenza del Deposito, serbatoi per lo stoccaggio della “merce”, baie di carico delle autobotti per la distribuzione. In tutto il sito si contano 43 serbatoi e 26 baie di carico. A cui si aggiungono altri 18 serbatoi e 5 baie di carico nel Deposito ex Benit, a via Galileo Ferraris, sempre della Q8 e in cui vengono stoccati oli combustibili.
“Siamo – precisa Marco Cappuccio, Manager Depositi di Napoli – la più importante base operativa per la movimentazione, lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti petroliferi. Serviamo, in un raggio di 250 km, l’intero Mezzogiorno e parte del centro Italia. Abbiamo, poi, stazioni di servizio e un’articolata logistica in Nord Italia che ci consente di fornire dei nostri prodotti anche altre Regioni, principalmente Lombardia, Liguria, Piemonte. Ma, ripeto, il Deposito di Napoli è strategico per il Sud Italia, perché non esiste un altro deposito di queste dimensioni e capacità nel Sud del Paese.”
La forza della società Q8 risiede non solo nella complessa attività che sviluppa tra il terminal e l’area dei Depositi, ma anche nella capacità di programmare, pur in una fase critica come l’attuale, lo sviluppo per i prossimi cinque anni. “Abbiamo previsto -continua Cappuccio- un investimento di 18 milioni di euro all’anno, di cui 12 milioni per sicurezza, ambiente e salute e 6 milioni per l’innovazione tecnologica del sito. Nel nostro piano sono compresi anche gli investimenti per la realizzazione dell’impianto di GNL.”
La novità è che, oltre a pianificare il potenziamento delle attività proprie della società, la Q8 ha, di recente, presentato all’Autorità Portuale un progetto per il dragaggio della banchina dagli attuali 13 m. a 16 m. per un volume di circa 55 mila m3 di sedimenti. Lo scopo è accogliere navi da 100 mila ton. (contro la media attuale di 30 mila ton.) e contribuire in maniera significativa alla riduzione delle emissioni inquinanti grazie al minor numero di viaggi-nave. Inoltre, con tale progetto, il porto di Napoli si confermerebbe come uno dei principali hub di importazione del Mediterraneo, intercettando i carichi di prodotti petroliferi dal Medio Oriente, dove si collocano i maggiori produttori del mondo…
Energas spa, fa parte del consorzio operatori GPL Napoli. In tutto 4 società: Energas, Petrolchimica partenopea, Italcost e Eni. Da circa 80 anni sono presenti nell’area orientale di Napoli. Mentre dal 1990-1991 gestiscono in concessione il pontile n.68 (si trova accanto a quello della Q8), dove attraccano le navi cisterna e da dove, attraverso un reticolo di condotte, il GPL viene trasferito nei Depositi posti a pochi km dalla banchina. Ognuna delle società ha un proprio Deposito fiscale.
Nel sito di Energas, come si vede dal terrazzo della sede amministrativa, a via Argine, si contano 18 serbatoi per lo stoccaggio del prodotto, interrati e ricoperti da un prato. “Per motivi di sicurezza- spiega il Direttore tecnico, Claudio Marino- da qui riforniamo, attraverso autobotti, direttamente i nostri clienti (anche piccoli serbatoi presso singole abitazioni), una serie di reti di utilizzatori, le nostre stazioni di servizio (400 sul territorio nazionale) e anche di altri detentori di stazioni che in questo caso vengono a caricare direttamente nel nostro impianto di Napoli. Il 50% del nostro prodotto è GPL “combustione” (riscaldamento, gas per cucina, agricoltura) e 50% è GPL “autotrazione” (carburante per auto). Il trasporto avviene esclusivamente su gomma.”
Ogni anno dal Deposito di Energas si movimentano circa 300 mila ton di GPL, 850 mila ton se consideriamo anche le altre società facenti parte del consorzio, il 25% del mercato nazionale.
Il porto di Napoli, dunque, si conferma, scalo strategico anche per la movimentazione, lo stoccaggio e la distribuzione del GPL nell’Italia centro meridionale e in parte anche del Nord Italia.
L’obiettivo di Energas, come tiene a sottolineare Claudio Marino, è investire per aumentare la capacità volumetrica dei serbatoi: dagli attuali 6.900 m3 a 10.400 m3. Così come è intenzione della società presentare all’Autorità portuale un progetto per l’utilizzo del pontile n.69, in concessione alla società Q8. “Nel periodo di lockdown- dice ancora il Direttore- il nostro traffico è sceso di un 30%, per il ridotto traffico automobilistico, dovuto alle restrizioni di spostamento sul territorio. Ma per il diffuso uso del GPL la movimentazione non solo si è già ripresa, ma aumenterà”
Prima di passare all’ultima importante società del settore energetico, la “Sonatrach Raffinerie Italia”, registro la volontà della cooperativa di collaborare non solo nella parte relativa alla gestione del pontile, ma anche negli investimenti funzionali allo sviluppo delle singole attività: le 4 società hanno infatti creato una sorta di consiglio di amministrazione presieduto, a rotazione, da un rappresentante di ogni società, con un budget, un bilancio destinato prevalentemente alla manutenzione delle condotte che dal pontile trasferiscono il GPL nei 4 Depositi. Il prossimo investimento sarà l’acquisto, per circa 2 milioni di euro, del “braccio” che sposta il prodotto dalla nave all’oleodotto.
La compagnia di Stato algerina, “Sonatrach”, ha acquistato, nel 2018, alcuni asset della società ”Esso” del Sud Italia, dando vita alla società “Sonatrach Raffinerie Italia” con sede ad Augusta in Sicilia. Nel porto di Napoli, la società possiede un Deposito fiscale in un’area adiacente a quella del Deposito Q8, mentre sul lato mare le sue navi attraccano ai pontili 65 e 60 in concessione alla Q8. Movimenta prodotti raffinati bianchi, quali benzina, jet fuel e gasolio. Il mercato cui si rivolge è tutto il Sud e Centro Italia.
Il settore del traffico energetico sta andando incontro a cambiamenti significativi e che riguardano, in particolare, la realizzazione, nel porto di Napoli, nell’area della Darsena Petroli, di un impianto costiero Small Scale di GNL con una capacità complessiva di stoccaggio pari a circa 24.000 m3 dedicato sia all’approvvigionamento dei mezzi navali sia alla distribuzione sulla rete carburanti stradale per i veicoli pesanti. Si tratta di un progetto congiunto Edison-Q8, presentato al Ministero dello Sviluppo Economico: di recente si è conclusa con esito positivo la Conferenza dei Servizi preliminare, ed è in corso l’esame pubblico del progetto per l’ottenimento della concessione. La costruzione dell’infrastruttura è, comunque, subordinata alla definizione con esito favorevole dell’iter amministrativo finalizzato all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni.
Nell’attesa, raggiungo al telefono l’armatore Umberto D’Amato, per conoscere il suo punto di vista non tanto sul progetto delle società prima menzionate, ma sulle ricadute che il ricorso al GNL avrà sull’armamento e sul tema ambientale.
“Mi preme, innanzitutto, ricordare- dice Umberto D’Amato- che l’IMO ha fissato l’abbattimento di CO2 del 40% al 2030 e al 70% al 2050. Abbiamo l’obbligo di ridurre le emissioni inquinanti. Va bene dunque l’impegno a lavorare su combustibili a basso tasso di inquinamento come il GNL e come, in futuro, l’idrogeno. Questo comporta che bisogna costruire nuove navi Dual Fuel, sia diesel e sia GNL. Ricorrere al “refitting” del motore e di vari componenti delle sezioni meccaniche delle navi è, a mio parere, eccessivamente costoso. Il punto però non è solo ammodernare le flotte, ma avere impianti di rifornimento di GNL nei porti.”