Torre dei Piloti: una guida per le navi in entrata e uscita dal porto
La precisione e la professionalità dell’ultima corporazione esistente in Italia
di Emilia Leonetti
Oggi il mare è tranquillo. Dal sesto piano della Torre dei Piloti, ad un altezza di oltre 30 metri, la vista spazia dal Vesuvio ai contenitori mossi dalle gru Paceco, alla Diga Foranea posta lungo la linea che congiunge il porto verso i due dorsi dell’isola di Capri, alla città dietro i cantieri navali, sino a Castel dell’Ovo, l’ultima banchina sul mare prima della terra ferma.
La torre dei piloti ha la forma di un fungo stretto e lungo e che si apre sulla cima con un anello circolare al cui interno trovano dimora radar, radio ricetrasmittenti, computer per controllare e soprattutto per guidare le manovre delle navi in arrivo, in uscita dallo scalo partenopeo. La centrale operativa somiglia alla torre di controllo degli aeroporti e svolge compiti analoghi. Il principale è garantire la sicurezza delle manovre a mare. A queste apparecchiature si aggiunge, a bordo delle pilotine, lo scandaglio, indispensabile per monitorare la profondità dei fondali, insieme a tabelle batimetriche aggiornate in base ai lavori di dragaggio effettuati o in corso.
Per raggiungere la Torre dei Piloti si passa per la banchina Vittorio Emanuele destinata ai cantieri Palumbo. Superati i capannoni, lungo una stretta via si apre sulla sinistra un cancello, all’interno una piccola area di sosta per le auto e poi l’edificio posto sul pontile Vittorio Emanuele a ridosso del mare. All’ormeggio due pilotine delle cinque attualmente in dotazione al Corpo dei Piloti di Napoli, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.
Oggi il mare è calmo, ma a fine ottobre 2018 il maltempo e un mare in tempesta costrinsero 14 navi ad attendere ore prima di poter essere pilotate nel porto. Alcune trovarono riparo nella penisola sorrentina.
“Riuscimmo- racconta l’attuale Capo della Corporazione dei Piloti del Golfo di Napoli Luigi Lucenteforte- solo intorno alle ore 19.00 a far ormeggiare due navi da crociera della MSC e della Costa. Rappresentiamo il fulcro della manovra che garantisce al comandante della nave di effettuare in sicurezza l’ormeggio in banchina. Il pilota, infatti, conosce i fondali del porto, le correnti, le maree, è in grado di affiancare il Comandante della nave, dal traghetto alla nave da crociera a quella commerciale, nella conduzione delle manovre di ingresso e di uscita dallo scalo. “
Il Corpo si compone di 13 piloti e 14 dipendenti tra impiegati, telefonisti e capi barca. I componenti della Corporazione, nata con Regio Decreto del 7 giugno 1866, sono i piloti che la gestiscono attraverso l’attività di pilotaggio. I proventi vengono divisi tra i componenti del corpo piloti. “Le nostre spese fisse- spiega Luigi Lucenteforte- sono rappresentate dagli stipendi che dobbiamo corrispondere ai nostri dipendenti, dalla manutenzione delle pilotine, dal canone concessorio che versiamo all’Autorità Portuale. Per questo i nostri compensi sono variabili: dipendono prima di tutto da quante navi, ogni mese, pilotiamo.”
Le navi sino a 30 mila ton. di stazza devono essere accompagnate all’ormeggio o disormeggiate dalle pilotine, così i traghetti per le isole maggiori (Sicilia e Sardegna), per gli aliscafi e i traghetti per le isole minori e per la penisola sorrentina, con attracchi plurigiornalieri, l’assistenza è solo via radio. In generale il servizio di pilotaggio è obbligatorio per le navi di stazza lorda superiore alle 500 ton. Da un anno, poi, su richiesta di una società che opera nello scalo, e che per motivi di sicurezza ha voluto elevare i suoi standard, il corpo garantisce l’assistenza per unità di stazza inferiore alle 500 ton., in particolare nel porto di Castellammare di Stabia.
La programmazione dell’attività avviene, ogni giorno, a partire dalle ore 15.00, quando l’Autorità Marittima invia l’ordine di servizio contenente le informazioni sulle navi in arrivo e in partenza nello scalo. L’attività entra, però, nel vivo solo qualche ora prima dell’arrivo quando, via radio dalla Torre, si entra in contatto con il Comandante dell’unità.
“Il nostro è un porto dove si svolge un traffico intenso. Questo, unito alla necessità di considerare una serie di caratteristiche tecniche dell’unità, rende il nostro compito estremamente critico- precisa il Capo della Corporazione del Golfo di Napoli- Il pilota di turno, prima di salire a bordo dell’unità (avviene ad un miglio dall’imboccatura dello scalo), deve quindi fare diverse valutazioni. Il momento, però, decisivo è l’ingresso nel ponte di comando: è lì che, con la visuale aperta, il Pilota può considerare la velocità da mantenere, gli spostamenti che fa la nave, le accostate. Sono operazioni che richiedono l’esperienza e la competenza di un essere umano, il pilota appunto, che non possono essere risolte esclusivamente con l’ausilio di tecnologie per quanto raffinate. Per non trascurare il clima di collaborazione che il Pilota deve essere in grado di instaurare con il Comandante della nave.”