Un gigante della portualità italiana, padre della legge 84 del 1994
Il mio rIcordo di Francesco Nerli
di Fulvio Bonavitacola*
Sento il bisogno di rivolgere un caro saluto a Francesco Nerli, che ci ha lasciato dopo avere combattuto contro un’accanita malattia. Lo ricordiamo con rispetto e grande stima quale Presidente dell’Autorità portuale di Napoli e Presidente nazionale di Assoporti. Un gigante della portualità italiana, padre della legge di riforma dei porti che viene ricordata giustamente come legge Nerli, la n. 84 del 94, che egli contribuì in modo determinante ed elaborare ed approvare, ricoprendo all’epoca la carica di senatore.
Ho avuto il privilegio di conoscere Francesco e di stringere un legame di vera amicizia quando mi fu attribuito l’incarico, alla fine del 2000, di Presidente dell’Autorità portuale di Salerno.
Fu prodigo di consigli preziosi per me, neofita del settore portuale, a capo di un Ente che nasceva a Salerno con la mia nomina. Furono anni bellissimi, di grande collaborazione fra le due Autorità. Sono gli anni del boom delle cosiddette autostrade del mare fra Campania e Sicilia, quando erano ancora lontani gli incentivi degli anni successivi, i cosiddetti ecobonus. Una collaborazione che chiudeva un lungo chiacchiericcio di luoghi comuni sulla presunta e inevitabile contrapposizione fra i due scali. Ad ogni inaugurazione di opera o nuova linea che interessava uno dei due porti ci scambiavamo gli inviti , vivendo con orgoglio reciproco ogni evento , come parte di una stessa famiglia.
Francesco non è stato solo un grande Presidente dell’Autorità portuale di Napoli. E’ stato per molti anni un autorevole Presidente dell’Associazione nazionale dei porti italiani. E’ soprattutto grazie a Lui che, dopo la legge di riforma che porta il Suo nome, i temi della portualità hanno iniziato ad occupare il ruolo che gli spetta nell’agenda di governo e nelle scelte strategiche per lo sviluppo di un paese che è una banchina naturale nel Mediterraneo. Anche se molti non se ne erano accorti. Ed oggi, ancora molti se ne dimenticano facilmente. Ma Francesco era anche un politico vero, formatosi in una grande scuola con qualche anno di studi più avanti di me: il Partito comunista italiano.
Questo gli consentiva di collocare il tema specifico in un contesto più ampio. Oggi si direbbe che aveva una visione. Il porto è un nodo di un distretto logistico, possibilmente intermodale, connesso ad una rete infrastrutturale al servizio di un territorio, che connette quel territorio con altre aree di comune interesse economico e commerciale.
Nei suoi ragionamenti il porto si animava sempre di una vita più grande che gli girava intorno.
Da toscano doc ha sempre saputo calarsi nella complessa ed originale realtà napoletana e campana, divenendone per anni un protagonista di primo piano, coniugando rigore amministrativo e grande attenzione per le relazioni umane.
Ci mancherà molto.
*Vice Presidente della Regione Campania