Molo San Vincenzo


Funzione prevista dal PRP: la banchina del molo San Vincenzo dovrà rimanere ad uso pubblico nella esclusiva disponibilità dell’APN. E’ ammesso l’ormeggio temporaneo e non stanziale, sulla banchina alla radice del molo San Vincenzo fino al bacino di raddobbo, di navi da diporto, aventi lunghezza compatibile con la sicurezza della navigazione dei mezzi marittimi di trasporto passeggeri in servizio alla calata Beverello, anche in ragione dello sviluppo turistico del molo S. Vincenzo come previsto dal presente PRP. E’ escluso l’ormeggio di imbarcazioni da diporto.

Normativa Tecnica di Attuazione

Parametri edilizi dello stato attuale
Superficie fondiaria (Sf)
m2
54.500,00
Superficie lorda di pavimento (Slp)
m2
9.500,00
Indice di utilizzazione fondiaria (Uf)
m2/m2
0,17
Rapporto di copertura (Rc)
%
9,96

Inquadramento
Il Sottoambito comprende il molo S. Vincenzo che si stacca dal lato Sud-Est della darsena Acton e si prolunga nel mare per circa 1.500,00 m costituendo la fondamentale difesa del porto di Napoli, quella che ripara il bacino dalla traversia principale dei venti del 3° quadrante.
Ricadente ancora in parte sotto la giurisdizione dell’Autorità Militare, il molo è attualmente dedicato agli accosti di emergenza. La difficoltà di accesso viario al molo stesso ha fortemente influito sul suo utilizzo e sullo stato di degrado in cui versa.
La costruzione del molo è avvenuta nel tempo e a più riprese (1597–1900). Nel 1925, in adiacenza alla testata del molo, orientata verso Sud-Est, fu costruita, con una lunghezza di 343,00 m, la diga Duca degli Abruzzi allo scopo di proteggere il porto dai venti di libeccio.
Il molo di S. Vincenzo, elemento eccezionale per forma, dimensioni e valore architettonico, è caratterizzato da una struttura complessa che si può considerare suddivisa in tre parti: la testata o tratto terminale, rivolto verso il mare, il tratto centrale, compreso tra la testata e il bacino di raddobbo, ed, infine, il tratto terminale, compreso tra il bacino di raddobbo e la radice del molo stesso.
La testata costituisce una diga foranea vera e propria. In questo tratto lo schema di sezione del molo, procedendo dall’esterno verso l’interno del porto, presenta la seguente sequenza: massi di protezione, strada carrabile, muro paraonde con camminamento superiore e area di banchina.
I tratti centrali e terminale del molo sono segnati dalla presenza di un imponente edificio lineare (n. 1), che ha ospitato, nel tempo, molteplici funzioni (stazione per sommergibili, centrale elettrica, stazione del “Gruppo di raddobbo” per i sommergibili operanti nel basso Tirreno, stazione di dragaggio, stazione sanitaria di disinfezione) e che oggi è in gran parte dismesso. La sezione del molo, sempre procedendo dall’esterno verso l’interno del porto, è formata da: la mantellata di protezione la strada carrabile che corre sul retro dell’edificio, con camminamento in copertura ed, infine, l’area di banchina.
La radice del molo è caratterizzata dalla presenza di un bacino di carenaggio, detto “bacino di raddobbo” o, anche, “bacino Ischitella”, vincolato quale bene storico-culturale, e da un eliporto, mai entrato in funzione, la cui costruzione è stata realizzata dal Ministero della Protezione Civile in seguito al terremoto del 1980.

PREVISIONI DEL PRP: OPERE A MARE
Sono consentiti, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (rifiorimento della mantellata ed escavo dei fondali per il mantenimento della quota originaria), gli interventi di restauro e risanamento conservativo relativamente alle banchine, alle volumetrie esistenti ed al bacino di raddobbo nonché i seguenti interventi:

Normativa Tecnica di Attuazione

− l’escavazione e l’approfondimento dei fondali portuali rispetto alla quota originaria;
− la predisposizione di attrezzature di accosto e di ormeggio (catene, corpi morti, pali laterali, briccole o fingers, bitte, parabordi, …).

PREVISIONI DEL PRP: OPERE A TERRA
Nel Sottoambito sono consentite esclusivamente le attività connesse alla funzione turistica – ricettiva e culturale coerenti con la riconfigurazione ed il processo di riqualificazione della cittadella militare.
Ai fini della riqualificazione complessiva del Sottoambito, sono previsti i seguenti interventi:
– la riqualificazione del collegamento stradale tra la via Acton e il molo S. Vincenzo, anche in relazione all’uso della darsena e dei giardini del Molosiglio;
– l’adeguamento della banchina;
– il restauro e la riqualificazione del “bacino di raddobbo”, dell’edificio n. 1 e delle opere, a terra e a mare, di interesse culturale;
– la realizzazione di percorsi pedonali anche alla sommità del muro paraonde; In questo Sottoambito non sono ammesse Slp aggiuntive.
Qualora non sia possibile soddisfare il fabbisogno di parcheggi di cui all’art. 12, comma 1, della presente NTA, le superfici necessarie potranno essere reperite all’esterno del Sottoambito, comunque, entro l’Ambito Porto Storico (Sottoambiti PS5 – Piazzale Angioino, PS6 – Calata Pliero e PS7 – Via Marina Grande), anche mediante l’esecuzione di parcheggi multipiano interrati o semi- interrati.


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