Porto Aperto 2 Luglio 2017. Nel corso della giornata dedicata all’apertura del porto alla città, si è tenuto alla Stazione Marittima un confronto su “Le porte di accesso alla città. Porto – Aeroporto – Stazione Garibaldi”. Al confronto hanno partecipato: Pietro Spirito, Armando Brunini, Umberto Lebruto, Fulvio Bonavitacola.
Intervento del Presidente Pietro Spirito
2 LUGLIO 2017
Le porte di accesso alla città
Porto – Aeroporto – Stazione Garibaldi
“I nodi nevralgici della mobilità e della logistica giocano un ruolo strategico nell’assetto della competitività delle aree metropolitane, dal punto di vista della qualità della vita e dell’ attrattività industriale. Il piano della concorrenza tra territori si sposterà sempre più sul fronte delle città metropolitane, che vedranno nel corso dei prossimi anni un ulteriore sviluppo, in termini di incremento demografico e di crescita economica, come luoghi di produzione del valore aggiunto, in una società che combina la trasformazione dei prodotti materiali in un contenuto sempre più crescente della componente immateriale, che assume maggiore peso in termini di produzione del valore aggiunto.
Porto, aeroporto e stazione ferroviaria rappresentano, nelle grandi città metropolitane di tutto il mondo, le porte di accesso per i flussi di mobilità. Sono la spina dorsale di un ingranaggio complesso che determina la competitività del territorio metropolitano. E, mediante la propria funzione di finestre verso il mondo, condizionano anche il rapporto con le aree interne che ruotano attorno alle città metropolitane.
Rendere questi snodi un sistema costituisce una strada obbligata per migliorare l’attrattività turistica ed industriale del futuro. Solo le reti interconnesse saranno in grado di generare un aumento della produttività totale dei fattori che può incidere positivamente sul miglioramento del tessuto economico e sociale.
Sinora la mobilità è stata gestita operativamente come un insieme di isole prive di una sincronizzazione intermodale. Quindi, si tratta di lavorare assieme, tra soggetti economici e soggetti istituzionali, per generare questa necessaria integrazione tra servizi di trasporto, per i passeggeri e per le merci, che rappresenta un fattore strategico per le città metropolitane di domani.
Questi aspetti ci impongono di ragionare sulle azioni che dobbiamo definire nel breve, nel medio e nel lungo periodo. Ognuno intanto deve saper svolgere bene i propri compiti a casa. L’integrazione diventa possibile quando si mettono in rete standard di livello adeguato.
L’integrazione tra i nodi della intermodalità, quindi, deve andare di pari passo con la qualità dell’accoglienza e con la capacità – da parte di ciascun soggetto regolatore o gestore delle infrastrutture primarie – di pianificare e realizzare trasformazioni che mettano in connessione il sistema, partendo da uno standard accettabile. L’aeroporto di Capodichino ha percorso in questi anni un sentiero di forte miglioramento, i cui esiti sono visibili e tangibili. Con i servizi di alta velocità il sistema ferroviario ha accorciato le metropoli del nostro Paese. Per parte nostra si tratta di assicurare un percorso di miglioramento dei servizi portuali non solo con le rotte del mare, ma anche con i collegamenti terrestri.
Nel breve periodo dobbiamo lavorare sulla connessione dei servizi di mobilità, per ricucire il territorio e creare quella accessibilità che è condizione primaria per assicurare un cambio di passo. Partire dal trasporto pubblico locale è la chiave indispensabile per dare uno stimolo innovativo al sistema.
Qualcosa abbiamo cominciato a fare: l’Alibus, il servizio express gestito da ANM che collega porto, stazione Garibaldi ed aeroporto ha il suo capolinea dall’interno del perimetro portuale, nei pressi della Stazione Marittima, e garantisce una frequenza ed una qualità del servizio adeguata. Stiamo avviando il ragionamento anche con EAV, per i collegamenti extraurbani, che possono mettere in connessione il porto con altre destinazioni di rilevante interesse.
La seconda fase riguarda l’integrazione con gli altri servizi di mobilità: come è stato fatto all’aeroporto di Capodichino, vanno disciplinati in modo ordinato i servizi di taxi, per assicurare un rispetto delle regole ed una accoglienza dei turisti e dei viaggiatori in modo consono. Ne stiamo parlando con l’Amministrazione Comunale e con i tassisti, ed intendiamo giungere entro l’autunno ad una riorganizzazione dello stazionamento e della viabilità all’interno del porto.
Nell’area dell’Angioino invece abbiamo destinato gli spazi adiacenti alla Calata Piliero alla sosta dei taxi allo scopo di rendere ordinato e più fluido il servizio sull’esempio di quanto già realizzato all’aeroporto di Capodichino. Analogo percorso a mio avviso deve essere realizzato per il capolinea dei taxi a Piazza Garibaldi.
L’impatto che il sistema di mobilità presenta ai turisti all’uscita dai grandi nodi dell’accesso alla città è decisivo per l’immagine che i turisti ed i viaggiatori porteranno con sé della intera esperienza.
Con Rete Ferroviaria Italiana stiamo affrontando la progettazione del collegamento tra il porto ed i servizi ferroviari merci, per mettere in connessione i volumi di traffico generati dall’industria con il porto e con i luoghi di consumo. Esisteva una vecchia programmazione che non era funzionale, in quanto continuava ad interferire con il tessuto urbano, non garantendo nemmeno quegli standard di competitività ferroviaria che sono indispensabili per progettare il futuro assumendo un ruolo adeguato per lo sviluppo del territorio. Abbiamo, assieme ad RFI, individuato la soluzione di costruire una stazione passante nell’area di S. Giovanni a Teduccio, dotata di binari con una lunghezza pari a 750 metri, secondo gli standard europei, ed a ridosso della nuova Darsena di Levante. In questo modo, evitiamo di mantenere una ferita nel rapporto tra porto e città, ed intendiamo offrire uno strumento di competitività per mettere in connessione il porto con gli inland terminal, in particolare con gli Interporti di Nola e di Marcianise.
Poi va affrontato il tema delle connessioni che devono mettere in rete il grande patrimonio artistico e culturale di cui dispone il nostro territorio. L’accessibilità è chiave decisiva per far conoscere le bellezze ineguagliabili di Napoli e della Campania. Abbiamo avviato, in collaborazione con la Reggia di Caserta e con City Seight Seeing un servizio di collegamento tra il porto e la Reggia vanvitelliana, che presenta una innovazione di apparente piccolo segno ma di grande impatto: l’autobus entra direttamente nel sito, senza bisogno di una rottura di carico e di una fila per la biglietteria.
Prima però di esaminare le tre fasi cui dobbiamo dare vita, in collaborazione con istituzioni, imprese ed operatori, e che, in parte, abbiamo già avviato, mi corre l’obbligo di accennare al senso del confronto promosso in occasione dell’evento “Porto Aperto”. L’integrazione, in un sistema di relazioni dinamiche e molteplice com’è quello urbano, coinvolge necessariamente l’aeroporto e la stazione ferroviaria che non a caso identifichiamo come le porte di ingresso, assieme al porto.
Una pianificazione dell’integrazione, dunque, non può prescindere dagli altri sistemi di trasporto in ingresso e in uscita dalla città. Il confronto odierno può essere il punto da cui partire per concertare percorsi comuni, per definire collaborazioni, per mettere a sistema competenze e conoscenze. Siamo, infatti, convinti che l’integrazione avviene lì dove si realizza una stretta collaborazione tra soggetti pubblici e privati chiamati a vario titolo a contribuire ai processi di trasformazione della città.
Venendo, pertanto, al ruolo che, in tale ottica, deve svolgere l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale, devo precisare che stiamo da tempo lavorando alla riorganizzazione del molo Beverello, non solo nella prospettiva di breve periodo, attraverso la realizzazione di gate di accesso e l’installazione di un tabellone di informazioni, ma anche in una prospettiva di medio termina con la realizzazione della nuova Stazione Marittima per il traffico con le Isole.
Nel lungo periodo l’area interessata alla riqualificazione urbanistica comprende il waterfront dello scalo che parte dal molo San Vincenzo per arrivare sino all’edificio dell’Immacolatella Vecchia di Domenico Antonio Vaccaro. Per questo è stato istituito un gruppo di lavoro con il compito di redigere un master plan sul waterfront in cui saranno individuati i progetti realizzabili, i costi e la tempistica.
Il master plan prende le mosse dal progetto “Euvé” di cui intendiamo utilizzare l’impianto progettuale complessivo, adattando però all’esigenza di mettere in connessione porto e città senza stravolgere la funzionalità dello scalo. Si tratta di un lavoro che dovrà finalmente dare ai napoletani e ai turisti uno spazio aperto alla conoscenza e allo svago”.
Napoli 2-7-2017
Video evento:
https://www.youtube.com/watch?v=wk59v4IQXds&feature=youtu.be
https://www.youtube.com/watch?v=iUqgqevYzWE&feature=youtu.be
Galleria Fotografica Evento: