L’A.d.S.P. del Mar Tirreno Centrale, per il settore della cantieristica, ha tracciato due linee di riferimento. Da un lato, redigendo un regolamento che detti le linee guida per l’utilizzo delle infrastrutture, dall’altro progettando di concentrare tutte le attività del settore nella zona centrale del porto, per focalizzare fisicamente le imprese del settore. Questa sinergia ha prodotto, al momento, buoni risultati, incoraggiando gli operatori del settore ad investire in infrastrutture e miglioramenti delle proprie attrezzature.
Le quattro principali aziende del settore (la Cantieri del Mediterraneo SpA, la Nuova Meccanica Navale, la Palumbo S.p.A. e i Cantieri Megaride) si sono infatti impegnate nell’acquisto di nuove dotazioni (3 bacini galleggianti e 2 gru) e nell’ammodernamento delle proprie strutture. La sinergia con l’A.d.S.P. ha portato così ottimi risultati e tutti gli operatori sentiti hanno sottolineato quanto questo abbia giovato. La sinergia è davvero la chiave del recente successo ed è l’elemento che permette di recuperare immagine sul piano internazionale.
Il settore delle riparazioni navali a Napoli si posiziona così tra le realtà più attive nell’ambito nazionale e in condizioni di elevata competitività ed efficienza anche nel confronto con cantieri e aziende di altri paesi del Mediterraneo, seppure inserite in contesti economici e infrastrutturali più efficienti. Sebbene il mercato internazionale risenta del generale rallentamento dell’economia (come evidenziato dall’ultimo rapporto annuale di Assonave che spiega la profonda crisi del mercato delle riparazioni navali del 2003, indicando oltre al calo fisiologico delle riparazioni, anche la crisi Irakena che a causa di un costo altissimo dei noli ha indotto gli armatori di tanker, container e ro-ro a non far sostare le navi) il settore a Napoli recupera posizioni nell’ambito del Mediterraneo collocandosi come un efficiente e sinergico sistema produttivo.
Le ragioni di questa crescita sono da ricercarsi nel complessivo processo avviato attraverso:
- la riorganizzazione di alcune delle maggiori aziende che ha consentito di creare le condizioni di efficienza necessaria e di recuperare immagine sul piano internazionale, riportando in Italia compagnie come la Zim Israelian, Saipem, American Bulk Carrier, Wagenborg, Nationale de Transport Maritime de Voyageurs;
- il processo di miglioramento e adeguamento della dotazione infrastrutturale, che si è concretizzato con la programmazione e realizzazione degli interventi dell’A.d.S.P. che ha dato un ruolo centrale alla cantieristica, riconoscendo dignità ad un comparto che pur essendo la prima fonte occupazionale nell’economia portuale spesso vedeva mortificata la propria attività, non avendo disponibilità di aree e di banchine;
- gli investimenti già avviati e in corso di realizzazione di alcune delle maggiori aziende del settore sia in termini di infrastrutture che di nuovi mezzi operativi per le nuove esigenze del mercato;
la brillante e rapida diversificazione di molte aziende nel settore della grande nautica da diporto.
Nel breve termine, portati a termine gli interventi necessari per l’adeguamento della dotazione infrastrutturale come la banchina 31-32, sarà possibile massimizzare l’utilità degli investimenti operati dalle singole aziende. L’attuale sinergia degli operatori con l’A.d.S.P. farà sì che il settore non sia penalizzato dall’incapacità di adeguarsi alle condizioni di mercato.