Michele Geraci: favorevole ad una sburocratizzazione delle AdSP
Il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico: “ottenere migliori risultati, avendo a monte un quadro infrastrutturale evoluto”
di Emilia Leonetti
- Michele Geraci, vorrei iniziare la nostra intervista da un tema di attualità: la forma giuridica delle Autorità Portuali. L’ultima in ordine di tempo è la proposta, emersa in un convegno sulle AdSP tenutosi a Ravenna, di dare uno “statuto speciale” ai porti italiani, soprattutto per rendere più snelle le procedure e favorire così interventi infrastrutturali, ora rallentati da procedure estremamente complesse. Qual è la sua idea a questo proposito?
“Credo che le Autorità Portuali giochino un ruolo fondamentale, e al contempo molto delicato. La loro forma giuridica dovrebbe essere funzionale al conseguimento del miglior risultato, ovvero la facilitazione del transito di merci e passeggeri con un occhio di riguardo alla sicurezza, elemento imprescindibile di qualunque attività di questo tipo.
Sulla base di queste premesse sono favorevole ad una sburocratizzazione delle Autorità Portuali che possa consentire una maggiore efficienza della struttura, fornendo servizi più efficaci a chi si interfaccia con questi snodi logistici.
Lo statuto speciale di per sé dice tutto e nulla e per questo non posso esprimermi sull’idea senza valutare contenuti specifici. Posso dire sin d’ora che se lo “statuto speciale” viene delineato nell’ottica di un efficientamento della struttura mi troverò d’accordo.
Va considerato però che un quadro normativo moderno ed efficace di per sé non risolve i problemi se a monte non vi è un quadro infrastrutturale evoluto.
Credo che l’ambito d’intervento debba avere una prospettiva corale, che includa tutte le infrastrutture (fisiche e non) collegate ai porti altrimenti rischiamo di costruire cattedrali nel deserto.”
- Un altro tema scottante è la richiesta della Commissione Europea all’Italia di conformare il sistema di tassazione dei porti alle norme in materia di aiuti di Stato. Il Governo ha già annunciato che avvierà un confronto. Qual è la vostra posizione? I presidente delle AdSP hanno più volte ribadito che le Autorità non sono imprese e che quindi non sono tenute a pagare le tasse.
“Il confronto in seno al Governo è ancora in corso e non posso anticipare le posizione che verranno comunicate nelle sedi opportune. Quel che è certo è che non permetteremo ad interessi nati in seno alla UE di compromettere il buon funzionamento dei nostri porti; allo stesso modo non possiamo pensare che attività orientate al profitto aziendale non vengano tassate per definizione, soltanto perché insistenti all’interno di aree di competenza delle autorità portuali.
Quel che difendo è l’assoluta necessità di un level playing field a livello europeo: il mio obiettivo è che i nostri Porti non vengano sfavoriti rispetto ai concorrenti europei, nel pieno rispetto di una normativa comunitaria che va però applicata nel suo insieme, in tutti i Paesi, senza eccezioni.”
- A che punto è il memorandum di intesa tra il Governo italiano e quello cinese? Glielo chiedo perché Lei è direttamente impegnato nel favorire i rapporti tra la portualità italiane e il governo cinese, anche grazie alla sua conoscenza del potente Paese Asiatico. In che modo e se contribuirà alla crescita dell’export dai porti italiani a quelli cinesi?
“La Cina è un partner di rilievo assoluto per noi. Il nostro interscambio ha lambito i 44 miliardi di euro nel 2018, con un incremento del 4.8%. Questa buona performance è in particolare sostenuta dalle nostre importazioni, che sono salite di oltre l’8%. Non vogliamo che questo flusso commerciale possa subire rallentamenti a causa delle nostre infrastrutture e faremo in modo che ciò non accada. Il Governo ne è pienamente consapevole e per questo abbiamo organizzato molte missioni in Cina e ci apprestiamo a ricevere la visita di Stato del Presidente Xi nella seconda metà di marzo.
Il mio impegno in qualità di membro del Governo è inoltre diuturno nei confronti dei nostri amici cinesi e al fianco delle aziende italiane. Le intese che stiamo definendo permetteranno alle aziende italiane di beneficiare del sostegno istituzionale in un mercato dove i formalismi contano moltissimo. A Roma potremmo essere il primo Paese G7 ad aver sottoscritto un accordo con la Cina nell’ambito della Belt and Road Initiative.”
- Restando sul tema “Cina”, quali ricadute potrà, a suo parere, avere il protezionismo nelle relazioni tra Usa e Cina?
“I prossimi anni saranno caratterizzati da molti eventi geopolitici che stanno animando gli equilibri planetari: il “confronto” politico/commerciale tra USA e Cina, riflesso di una volontà di egemonia nelle stesse aree del pianeta, il mai tramontato dualismo tra Russia e USA, un’UE in cerca di un’identità che non la veda relegata a player marginale nello scacchiere mondiale, la Brexit ed altri movimenti anti europeisti che stanno crescendo in molti paesi come in Francia, le tensioni in Africa ed in America Latina.
Il protezionismo Usa Cina è dunque soltanto uno degli elementi che dobbiamo considerare per evitare che le nostre imprese vengano travolte da rappresaglie che non le riguardano.
Stiamo lavorando per cercare di fare in modo che la competitività (basata sull’eccellenza del prodotto) non venga inficiata da elementi di contesto che riguardano Stati Uniti e Cina.”
- ZES, è stato di recente approvato il DL sulle semplificazioni amministrative, atteso in Campania, prima Regione, insieme alla Calabria, ad aver predisposto e approvato il Piano Strategico. In che modo il Governo sosterrà le regioni meridionali nell’attività di promozione delle aree ZES, ora che l’iter procedurale si può dire pressoché concluso?
“Per la prima volta, dopo decenni di proclami, possiamo dire di aver gettato le basi per la crescita del mezzogiorno con provvedimenti concreti, che si sono dimostrati vincenti in altre aree del globo. Concretamente, sappiamo che ogni azienda, nel pianificare investimenti, a parità di altre condizioni, rivolge la propria attenzione a località che presentano misure di attrattività degli investimenti.
Le ZES sono pensate proprie per attrarre imprese attraverso una deregulation che, nel solco della legalità, consenta investimenti profittevoli e duraturi.
Il Governo ha una strategia ben precisa che non si ferma alla promozione delle ZES con i nostri Partner internazionali. L’idea è quella di creare un network tra le ZES in modo armonico e utile per tutti gli attori coinvolti, sostenendo maggiormente quelle Regioni che avranno dimostrato di voler veramente cambiare marcia utilizzando gli innovativi strumenti di stimolo messi a disposizione dallo Stato.”
- L’ultima domanda la riservo al tema della riconquistata centralità del bacino del Mediterraneo a seguito del raddoppio del canale di Suez e alla forte crescita dei traffici. Tale questione rimanda a due osservazioni: innanzitutto, è indispensabile richiamare l’Europa nella definizione di una strategia che guardi allo sviluppo dei porti che si affacciano sul bacino del Mediterraneo e poi, il Governo deve pianificare un’azione mirata al potenziamento infrastrutturale e dei servizi degli scali dell’Italia meridionale?
“Dobbiamo riaffermare la centralità del dialogo Nord Sud che non deve e non può essere un’alternativa al dialogo Est Ovest. Sono due direttrici assolutamente complementari e non antitetiche. In Europa la dimensione mediterranea non viene valorizzata quanto dovrebbe, lasciando la possibilità di avere posizioni autonome da parte dei singoli Stati Membri. Questo non è accettabile. L’Italia – e penso che il Governo abbia sufficientemente fatto capire il “new look” rispetto ai predecessori – per posizione geografica e storia è un baluardo dei rapporti Nord Sud. La sponda sud del Mediterraneo è più vicina ai nostri confini di quanto non siano molti Paesi dell’UE.
Unitamente alla nostra volontà, in qualità di grande Paese manifatturiero di consolidare la centralità dell’industria nell’economia, intendiamo riaffermare in Europa la primaria importanza che attribuiamo al Mediterraneo.
La visione strategica integrata del Governo mira proprio a cogliere l’opportunità dei maggiori traffici che si stanno sviluppando nel Mediterraneo, intercettando merci e passeggeri provenienti dall’Africa direttamente o che varcano il canale di Suez provenendo dall’Asia.
Allo stesso modo l’obiettivo è quello di rafforzare i collegamenti con l’Europa attraverso il potenziamento degli snodi portuali nel Nord del nostro Paese.
Le Zes, come abbiamo visto, sono uno dei tasselli della nostra strategia, lo sviluppo di Hub logistici nei porti del Sud una necessità.”