LIDI BALNEARI e Attività Turistico-Ricreative
Dal 2020 si applicherà direttiva “Bolkestein”
Il 2020 è la data ultima entro cui adeguare, alla direttiva europea del 2006, il rilascio delle concessioni per la gestione dei lidi balneari e delle attività turistico-ricreative. La direttiva nota come “direttiva Bolkestein” prevede la partecipazione, anche ad operatori di altri Paesi della UE, ai bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni demaniali.
L’AdSP del Mar Tirreno centrale si prepara, come gli altri enti di Governo del demanio marittimo, prorogando le concessioni esistenti sino al 2020. A partire da quella data non si parlerà più di “istanze” e di “ procedura di evidenza pubblica” ma di “gara europea” . Differenze sottili ma sostanziali, che modificheranno profondamente lo scenario del mercato.
Bisogna anche rilevare che questo prossimo appuntamento non giunge inaspettato. IL tempo che ci separa dall’entrata in vigore della normativa europea deve servire ad aprire una discussione consapevole. I canoni, infatti, sono visibilmente bassi e una legge dello Stato li ha congelati sino al 2020 dando un vantaggio ai gestori. Cosa che porta a considerare anche un altro lato della medaglia.
Il settore, preme sottolinearlo, è trainante dal punto di vista economico e occupazionale. Attualmente in Campania operano 6.500 imprese “balneari”, su 30 mila in Italia, con un occupazione, su base nazionale, di due milioni di persone. Soprattutto nel tempo si è affermato un modello di gestione che ha portato, in molti casi, alla creazione di aziende in grado di fornire servizi ( bar, ristorazione) e di svolgere attività d’intrattenimento.
Si tratta di un modello, come racconta Umberto Frenna, del lido “L’Arenile” di via Coroglio, che ha indotto ad incrementare gli investimenti in infrastrutture, che ha aumentato l’occupazione sia stagionale e sia a tempo indeterminato, che ha creato un indotto strettamente collegato al successo di “lidi” come l’Arenile.
“Noi- spiega Umberto Frenna- abbiamo scelto di restare aperti tutto l’anno anche se il grosso della nostra attività si sviluppa tra aprile e ottobre. Ogni anno superiamo le 400 mila presenze. Attualmente diamo lavoro a circa 40 persone a tempo indeterminato e raggiungiamo, nei periodi estivi, le 100-120 unità. In questi anni abbiamo investito per migliorare le nostre strutture all’aperto e al chiuso. Gestiamo l’area dal 1994 e posso affermare che abbiamo bonificato l’area, abbiamo valorizzato, grazie ai nostri investimenti, uno spazio che per la bellezza del paesaggio e per la sua collocazione ha una naturale vocazione turistico-ricreativa”
Non tutti i lidi della nostra costa cittadina hanno scelto l’apertura annuale. “ Il core business della nostra azienda- racconta Mario Morra del Bagno Elena- resta l’estate. La stagione, però, copre un lungo periodo andando da aprile a ottobre. Preferiamo chiudere per alcuni mesi perché non abbiamo le strutture adatte al periodo invernale. Il punto è che il regime giuridico non facilita la nostra attività. Noi veniamo considerati fornitori di servizi mentre ci occupiamo di beni dello Stato. In più, abbiamo nella durata quadriennale, un freno ai nostri investimenti e anche una grande difficoltà ad ottenere prestiti dalle banche.”
L’avvicinarsi, poi, della data del 2020 aumenta le preoccupazioni per chi vorrebbe conservare l’impresa avendo negli anni ( la famiglia Morra gestisce il Bagno Elena dal 1957) curato gli spazi prospicienti la battigia di Posillipo garantendo “ sicurezza, tutela del territorio, lotta all’abusivismo e al degrado” e dimostrando “ capacità imprenditoriale, creatività, qualità dei servizi”
“ In Spagna- precisa Morra- i gestori dei lidi godono di concessioni ultra trentennali e di un diritto di prelazione rispetto a nuovi possibili operatori. Dobbiamo anche sottolineare che l’assenza di regole a tutela di chi ha negli anni dimostrato di saper gestire il bene “ spiaggia”, potrebbe aprire la porta alla camorra o a grandi gruppi costringendoci ad abbandonare il nostro territorio. “
Per questo gli imprenditori del settore hanno chiesto e ottenuto dal Governo un tavolo di confronto per individuare soluzioni che garantiscano il valore dell’impresa e le competenze acquisite dai gestori e dai lavoratori. Come dire che la partita è ancora aperta. E resta aperta ancora il tema dei canoni bassi assolutamente non commisurati al valore dei beni economici affidati ai concessionari.