Naples shipping week: tradizione nell’innovazione
Intervista a Umberto Masucci
Di Anna Capasso
Torna, a settembre prossimo, la Naples Shipping Week. Dopo il successo dello scorso anno a Genova, il capoluogo partenopeo riprende il testimone con l’obiettivo di unire le due città portuali. Dal 24 al 29 settembre 2018 Napoli farà da sfondo a conferenze e incontri dedicati alla logistica e all’innovazione tecnologica in campo marittimo.
La Naples Shipping Week nasce grazie alla partnership instaurata tra il Propeller Club Port of Naples, che aggrega tutti i principali rappresentanti del Cluster marittimo, e ClickutilityTeam, società leader nazionale nell’organizzazione di eventi. Tra le novità di quest’anno la presenza di Kitack Lim, Segretario Generale dell’IMO (International Maritime Organization), la partecipazione di tanti giovani e una forte attenzione alle attività culturali. A rivelarcelo è stato Umberto Masucci, Presidente The International Propeller Club Port of Naples, che ci racconta della terza edizione napoletana della manifestazione.
- Quali sono le novità della Naples shipping week 2018?
“La scelta di programmare l’evento a settembre è dovuta, prima di tutto, alla nostra volontà di organizzare eventi ed incontri per gli studenti di ogni ordine e grado. Le prime due giornate sono legate a temi culturali che richiamano l’attenzione della città, grande spazio sarà dato alle scuole. Avremo studenti di scuole medie, superiori e università che si avvicenderanno in numerose attività. Ai più giovani, per creare la curiosità verso un settore che, a Napoli, rappresenta un’opportunità di sbocco anche lavorativo, faremo visitare il porto e vedere le navi. In quell’occasione dovremmo avere una delle due navi a vela della Marina Militare, o il Palinuro o l’Amerigo Vespucci, e anche una Fregata.
Gli studenti universitari saranno presenti, invece, il mercoledì, quando si passerà dalla cultura al business. Abbiamo coinvolto sia la “Parthenope” che la “Federico II” per convegni tematici ai quali parteciperanno anche docenti di altre università italiane e straniere. Ci sarà anche Srm (Il Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno) e l’Ipe (Istituto per ricerche ed attività educative), che coinvolge giovani in master in finanza, logistica e shipping.
Quest’anno ci sarà una Naples Shipping Week sempre più qualificata e internazionale, con la presenza nella sessione conclusiva di Port&ShippingTech di Kitack Lim, Segretario Generale dell’IMO, cioè l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile dello sviluppo della regolamentazione internazionale applicata da tutte le amministrazioni di bandiera interessate al mondo marittimo.
Con la terza edizione dobbiamo, da un lato, migliorare e un po’ cambiare, dall’altro mettiamo a frutto il consolidamento degli anni passati. Uniamo tradizione e innovazione”. - Ci sono differenze tra l’edizione genovese e quella napoletana?
“La shipping week di Genova è incentrata sugli agenti e i broker marittimi. Napoli, invece, anche per tradizione, è molto legata alla parte industriale, agli armatori, ai cantieri, al porto e alla logistica. Noi, quindi, coinvolgiamo tutte le associazioni di categorie italiane e internazionali. Abbiamo creato una squadra che è la chiave del successo perché tutte le categorie del settore marittimo che partecipano, si sentono protagoniste e portano le loro idee, dando il loro contributo per fare una grande shipping week”. - Quest’anno la cena conclusiva si terrà a Castel Sant’Elmo con un numero di partecipanti inferiore rispetto alle edizioni precedenti, come mai?
“Perché vogliamo privilegiare i luoghi d’arte più che i numeri. Quest’anno abbiamo pensato di limitare le persone perché vogliamo dare la possibilità a tutti di riuscire ad incontrarsi. Quando si è in troppi è difficile. La cena sarà l’occasione per avvicinare i nostri ospiti alla cultura napoletana, di cui l’enogastronomia è parte integrante. Protagonista della cena sarà la pizza, con i forni di Enzo Coccia e la Notizia, come wine partner abbiamo scelto i Feudi di San Gregorio. La Naples shipping week è, quindi, un’occasione non solo di confronto sulle tematiche legate al settore marittimo, ma anche di conoscenza del valore culturale della nostra realtà”. - Un bilancio dopo le due edizioni napoletane.
“Molto positivo. Nell’edizione del 2016, per esempio, abbiamo organizzato 40 eventi e abbiamo registrato la presenza di oltre 3.500 ospiti provenienti da 40 nazioni. Il nostro obiettivo è superare i risultati delle precedenti edizioni”. - In conclusione, dunque, qual è lo scopo di questo evento e il valore aggiunto per Napoli?
“La shipping week consente di far conoscere il porto a possibili investitori e operatori. Avere per una settimana persone di grande prestigio, provenienti dal mondo scientifico, imprenditoriale e accademico, è un modo per dare più visibilità alla città e far scoprire i tanti progressi di Napoli. Oltre che per il business, dobbiamo mirare sempre di più ad una commistione positiva per la città”.
Registrazione: http://www.nsweek.com/registrati/
Palinsesto delle conferenze: http://www.nsweek.com/agenda/