Di Emilia Leonetti
- Il porto, l’aeroporto, la stazione sono da sempre considerate le porte di accesso alla città. Quali sono gli interventi, che a suo parere anche per la sua esperienza nella gestione di Società di trasporti, dovrebbero essere realizzati. Cosa manca al porto, alla stazione Garibaldi per essere “porte”.
“ Chi dirige infrastrutture, come porto e stazione centrale, non ha bisogno di consigli. E’ pur vero che, come osserva lei, si tratta delle porte d’ingresso alla città che possono suscitare nei turisti italiani e stranieri un’idea di città positiva se i servizi sono fluidi, se l’accoglienza è qualitativamente buona, negativa in caso contrario. Questo vale per tutte e tre le porte della città. Noi siamo partiti prima, abbiamo, negli anni, gradualmente realizzato progetti e programmi. In questo siamo avvantaggiati. Si tratta, a mio parere, di avere progetti ambiziosi e di lavorare tenacemente per realizzarli. In questo senso il punto cruciale resta il sistema di collegamento con la città, l’accesso e la rapidità con cui da porto, aeroporto e stazione si raggiungono i diversi punti della città. L’anello debole resta, anche per noi, il completamento della Linea 1 della Metropolitana. Altro punto è la piazza: mi riferisco a Piazza Garibaldi ed a Piazza Municipio. Sono spazi qualificanti rispetto all’infrastruttura ferroviaria e portuale e di cui attendiamo la conclusione dei lavori di sistemazione. I servizi: su questo punto c’è molto da fare. Il servizio taxi è un punto debole, così come le informazioni turistiche. Altra cosa, su cui noi abbiamo puntato, è stato migliorare i punti di ristoro. Fanno tutti parte di un’organizzazione al servizio del turista che influenza la percezione della città e che contribuisce alla costruzione di una positiva immagine di Napoli”
- In questi anni l’aeroporto di Napoli è divenuto uno dei più accoglienti e efficienti del sistema italiano. Qual è stata la formula vincente oltre ovviamente gli adeguati investimenti?
“Gli investimenti sono importanti, ma è altrettanto importante la tempestività. Negli ultimi dieci anni abbiamo investito 200 milioni di euro, venti milioni di euro investiremo l’anno prossimo. Si deve investire nei tempi previsti. La Gesac è una società privata che gestisce un bene in concessione. Per questo noi sottostiamo alle regole sugli appalti. Siamo una struttura privata al servizio del bene pubblico e della collettività. Questo per noi significa pianificare bene, affidare deleghe chiare al management, con carichi di responsabilità verificabili. L’aspetto per noi nodale sono i tempi, su cui chiediamo che non si resti bloccati. Per questo se una gara slitta, se un lavoro, per una qualsiasi ragione rallenta, acceleriamo su un altro progetto o su un’altro lavoro. Da questo punto di vista la macchina è ormai rodata. Altro aspetto su cui abbiamo lavorato, negli anni, è stato il “marketing attivo”. Intendo dire che abbiamo promosso un’intensa attività di acquisizione di nuove compagnie. Negli ultimi quattro anni siamo passati da 50 compagnie a più di 90. Abbiamo quasi raddoppiato e questo è avvenuto per vari motivi, ma molto è stato dovuto al marketing. Siamo uno dei pochi aeroporti regionali ad avere ambedue i principali vettori low cost, con basi operative a Napoli. Il nostro sviluppo di traffico è stato favorito, in modo significativo, dall’aver aperto collegamenti diretti con moltissime città europee. Terzo fattore del nostro successo sono le persone che lavorano nella Gesac. Noi abbiamo creato negli anni un team motivato, professionalmente sempre aggiornato, orgoglioso di far parte dell’azienda, responsabile perché la nostra cultura aziendale si fonda sulla delega, dando però obbiettivi chiari e strumenti idonei al loro raggiungimento.”
- La collaborazione può essere sicuramente uno dei fattori che può contribuire al successo. L’aeroporto di Napoli sta lavorando con il Comune di Napoli, con il teatro San Carlo. Per quanto riguarda il porto, in che modo si sta caratterizzando la collaborazione.
“Siamo in fase di avvio, anche perché il Presidente Pietro Spirito è stato nominato solo da qualche mese. Abbiamo, però, già deciso di impegnarci su più fronti: alcuni più operativi altri più strategici. Sul piano operativo la nostra prima azione è trasferire le best practice, ad esempio nel funzionamento del servizio taxi ragionando in un’ottica di sistema con il porto, con cui stiamo collaborando per implementare un nuovo modello di gestione del servizio taxi, anche sulla scorta dell’esperienza in aeroporto. Sul piano strategico, sia il porto che l’aeroporto sono infrastrutture a vocazione intermodale. Che vuole dire essere indirizzate a lavorare sul sistema, sull’integrazione dei diversi vettori del trasporto. Certo, i nostri clienti sono prevalentemente passeggeri e non merci. Il porto ha entrambi i traffici. La nostra collaborazione deve orientarsi e focalizzarsi prevalentemente nel campo passeggeri, che è un segmento forte per lo scalo partenopeo.
Su questo terreno la mia proposta è lavorare insieme per costruire un percorso di qualità che accompagni il cliente da Capodichino al Beverello o a Calata Porta Massa in maniera fluida. In questo un sostegno verrà dalla conclusione dei lavori della metropolitana. Sempre sul piano operativo, potremmo fornire informazioni in aeroporto sull’orario dei mezzi di trasporto veloci e dei traghetti e viceversa dal porto verso l’aeroporto. Ampliando il ragionamento sul sistema, potremmo diventare, in quanto infrastrutture determinanti per lo sviluppo turistico di Napoli e della Campania, interlocutori costanti delle Istituzioni ( Comune e Regione) per contribuire alla definizione di strategie più efficaci e più attrattive. Il momento è favorevole, grazie alla rinnovata credibilità e immagine di Napoli, per condividere progetti, idee in grado di portare benefici al sistema città e alla regione. Si tratta di fare fronte comune, di sollecitare chi governa, svolgendo, come privati, un ruolo propositivo e costruttivo”
- Mi vorrei soffermare sul traffico croceristico. Il porto di Napoli pur avendo un numero elevato di croceristi, non cresce in maniera significativa nell’home port. Il croceristi sono in maggio parte in imbarco e in sbarco. In che modo ritiene si debba lavorare e con chi.
“Il tema è stato affrontato anche qualche anno fa. Non è semplice. I limiti sono nel nostro porto e nel nostro aeroporto a sole due ore da Fiumicino. E’ giusto essere ambiziosi, ma bisogna restare con i piedi per terra. Non potremo mai diventare un aeroporto intercontinentale e questo rende più difficile crescere come home port. Siamo invece collegati benissimo con l’Europa e la città si presta a diventare un luogo di prolungamento della vacanza croceristica. Bisogna immaginare di predisporre delle offerte integrate, porto, aeroporto, operatori turistici che siano in grado di convincere le compagnie da crociera. Credo che valga la pena impegnarsi per questo”
- Allargando lo sguardo. In che modo l’AdSP può contribuire all’affermazione di un turismo di qualità e che visiti, oltre Pompei e Capri, anche la città?
“Il Presidente Pietro Spirito è una persona brillante e esperta, saprà come rendere più accogliente e funzionale il porto. Come dicevo, è fondamentale migliorare l’informazione e organizzare servizi all’altezza di uno scalo che è tra i primi in Italia per numero di croceristi e secondo al mondo per numero di passeggeri. Da parte nostra forniremo il contributo necessario per creare una rete, prima di idee, poi di iniziative tra l’aeroporto e il porto di Napoli”