Antonio Bottiglieri: Napoli e Salerno nessuna rivalità
Il Presidente Scabec: le ragioni che uniscono i porti dell’AdSP
di Emilia Leonetti
Antonio Bottiglieri è un salernitano che da sempre si divide, per motivi di lavoro, tra Napoli e Salerno. Conosce entrambe le città che definisce la prima “Capitale” e la seconda “città con una delle province più estese”. Il nostro incontro nella sede della Scabec a via Generale Orsini ha riservato diverse soprese. Antonio Bottigleri è un appassionato osservatore dei cambiamenti, non solo culturali, intervenuti negli ultimi vent’anni nelle due città e nei due porti. L’intervista ha fatto emergere una passione trasmessa dal padre Girolamo Bottiglieri, tra i primi a pensare a Salerno come città portuale e a proporre la costruzione del porto turistico.
- Presidente, partiamo dal suo angolo di visuale di osservatore e di uomo di cultura che conosce Napoli e Salerno. Come valuta la creazione del sistema portuale campano?
“Molto positivamente, anche se c’è da fare un lavoro intenso di integrazione tra i porti di Napoli, Salerno e aggiungo Castellammare di Stabia. Siamo nella stessa Regione. Per questo non ritengo che si debba fare un confronto, bisogna parlare di integrazione e di collegamento tra due realtà diverse: Napoli è una capitale, Salerno una città con una provincia tra le più estese. E’ a mio parere ridicolo pensare ad una rivalità. L’unico appunto che voglio fare riguarda la capacità di Napoli di essere Capoluogo, di rappresentare la guida della regione. Ho vissuto alcuni anni a Roma e non ho mai sentito un romano dare dell’estraneo a un napoletano o a un milanese. Qui invece, un salernitano o un avellinese sono considerati estranei. Tornando ai porti, nel tempo, Salerno ha sviluppato una sua specificità nel settore del traffico della auto e di altri prodotti, Napoli, per essere un porto storico, ha mantenuto la sua polifunzionalità. A mio parere si tratta, oggi che entrambi costituiscono l’AdSP del Mar Tirreno Centrale, di lavorare per valorizzare le due specificità”
- In che modo la città e i salernitani hanno accolto l’ingresso nell’AdSP del Mar Tirreno Centrale?
“Devo riconoscere che c’è stato qualche equivoco unito ad una sorta di campanilismo. Ma chiunque voglia fare un ragionamento sui fattori che incidono sullo sviluppo di un territorio deve riconoscere l’alto valore che possono rappresentare i porti. In più devo ricordare che noi siamo favoriti dall’essere al centro del Mediterraneo, a poche miglia dal Nord Africa. A tal proposito devo osservare che se l’Italia fosse capovolta e avesse la testa dove siamo noi e la coda dove sta la Germania, probabilmente sarebbe tutto più equilibrato e più giusto. Questa mia non è una critica, ma un incitamento a fare di più e meglio perché esistono le condizioni e le opportunità”
- Il tema dell’ integrazione porto-città è uno dei temi importanti. Quali azioni a suo parere bisogna mettere in campo?
“Sono convinto che sia Napoli e sia Salerno siano città in cui i porti sono parte integrante della vita cittadina. Per quanto riguarda Salerno, pur non essendo nata come città di mare ( l’antica Salerno ha origine sul fiume Irno), i suoi abitanti sono innamorati del mare e del loro porto. C’è un quartiere a Salerno, le Fornelle, che nacque nel medioevo ad opera di marinai. Ancora oggi è tappezzato di edicole votive che erano, all’epoca, le luci poste lungo la strada per i pescatori che andavano, di notte, a pescare. Tornando però alla sua prima domanda, mi preme sottolineare che uno degli obiettivi è sviluppare la parte turistica del porto di Salerno. Negli anni 50 e 60 del secolo scorso, quando si iniziò a progettare lo sviluppo sul mare di Salerno, l’idea dell’EPT era di puntare sul settore turistico perché si pensava che quello industriale fosse già affidato allo scalo napoletano. Le cose sono andate diversamente. Il molo Masuccio nasce sull’idea di privilegiare il traffico turistico, riducendo però l’idea di un porto per la crocieristica con un piccolo porto per la diportistica. Solo successivamente, per il traffico crocieristico è stato individuato il molo Manfredi, attualmente ancora con fondali inadeguati al pescaggio di navi da crociera di grandi dimensioni. La situazione attuale è di attesa per i dragaggi e per il pieno utilizzo della Stazione Marittima progettata da Zaha Hadid. Devo ancora aggiungere che per noi di Salerno è fondamentale la costruzione della galleria Porta Ovest, perché la commistione di traffico cittadino e commerciale che attualmente insiste sulla rampa di accesso alla città dall’autostrada, Alfonso Gatto, è causa di ingorghi e di rallentamenti del traffico veicolare, prima di tutto per chi opera nello scalo.”
- Un ultima domanda la riserviamo alla cultura. In che modo la cultura, gli eventi culturali possono favorire la partecipazione dei cittadini alla vita dei porti?
“Quando parliamo di cultura ci riferiamo a tutto ciò che rappresenta la storia, la tradizione, il presente di una città. Come ha detto lo scrittore Maurizio de Giovanni: il nostro cibo, la nostra musica, il nostro teatro hanno risentito e si sono, nel tempo, arricchiti, della lingua, del cibo, della musica, del teatro che hanno portato, arrivando dal mare, i dominatori, i viaggiatori, i popoli che sono qui giunti, che qui hanno vissuto. In questo senso Napoli è l’unica metropoli d’Italia perché qui nulla si disperde di ciò che arriva. Per chiudere le faccio una proposta: perché non dedicare il palazzetto dell’Immacolatella Vecchia di Domenico Antonio Vaccaro a centro della tradizione musicale napoletana?”