Industria della Cantieristica e delle riparazione Navali: lockdown ha rallentato le attività
L’impegno del settore per assicurare livelli occupazionali e integrità aziendale
di Luigi Salvatori*
Nella gestione di qualsiasi Impresa l’attenzione è costante nel prevedere possibili scenari, valutare opportunità, prevenire o risolvere ogni problematica che interferisca con la vita e la continuità aziendale. Ma di certo, tra i possibili scenari ipotizzabili, quello che si sta vivendo oramai da qualche mese, non era minimamente immaginabile.
In un periodo estremamente breve ci si è trovati a confrontare un contesto imprevisto in un clima di improvvisazione. Sicuramente per una mancanza di informazioni e di precedenti condizioni che avrebbero potuto guidare le scelte.
Ma senza al momento citare o ipotizzare delle cause, sicuramente per colpose omissioni da parte di chi le informazioni le aveva e ha mancato di governare tale condizione, è indubbio che per le Imprese e in genere tutto il mondo produttivo, fronteggiare in tempi brevissimi questa emergenza, è stato reso ancor più arduo per le continue incertezze e la mancanza di riferimenti.
Si sono infatti susseguiti annunci di interventi, provvedimenti di scarsa chiarezza e di incerta efficacia, e ancora annunci, ipotesi, previsioni di continuo smentite o cambiate, protocolli vari, maturando oramai, a distanza di settimane, l’evidenza e la consapevolezza di una totale assenza di pianificazione e strategia, sia per l’aspetto della comunicazione, sia per quello più sostanziale di efficaci interventi da adottare.
Le Imprese della logistica e delle attività portuali, in larga parte rientranti tra quelle di settori a cui è stata concessa la possibilità di continuare ad operare, per assicurare le forniture essenziali anche nel periodo di lockdown, hanno quindi avuto la necessità di riorganizzare le proprie attività secondo precise priorità. Sicurezza delle persone impegnate nelle attività, assicurazione di poter svolgere il servizio, adattamento alle mutate condizioni operative.
Le Imprese della cantieristica nel Porto di Napoli hanno registrato fin dalla fine del 2019 un notevole incremento delle commesse e il 2020 si prospettava come un anno di crescita. L’emergenza sanitaria e le misure del Governo intese a limitare la diffusione del contagio anche con il blocco delle attività produttive e ad una generale interruzione di ogni attività non essenziale, fino alla limitazione di circolazione delle persone, hanno prodotto d’improvviso a catena il rallentamento anche per le attività del settore.
L’orizzonte temporale di tale situazione è evidente che travalica il periodo di fermo tuttora vigente e ha imposto alle gestioni aziendali immediati interventi tesi a salvaguardare l’integrità aziendale e la permanenza nel mercato nel periodo di ripresa delle attività. La tutela dell’integrità aziendale non si è risolta solo nell’adozione di interventi per la salvaguardia dei livelli occupazionali e retributivi aziendali, ma nel mantenimento di pari attenzione e condizioni anche verso tutte le aziende fornitrici dei principali cantieri, nella consapevolezza che la posizione del porto di Napoli nel settore è affidata alla presenza di un’intera filiera che va salvaguardata nella sua interezza.
E questa consapevolezza della parte imprenditoriale si traduce nell’esercizio di una responsabilità che travalica l’interesse della singola Impresa a beneficio di un intero sistema.
Tuttavia in questo contesto sorprende l’assoluta mancanza della parte istituzionale, e in particolare dell’Autorità di Sistema a Napoli, che ben più delle Imprese dovrebbe sentire la responsabilità e il dovere di adottare per gli ambiti di propria competenza, ogni azione a sostegno del sistema produttivo del porto di Napoli.
Ad oggi invece il nulla!
L’Autorità di Sistema portuale di Napoli, intende ridurre invece il suo ruolo a quello di esattore di tributi abdicando ai poteri di governance che le competerebbero e che avrebbe il dovere di esercitare. Negli ultimi anni ci siamo forse abituati ad esercizio di un autoritarismo narcisistico che forse ora, nell’interesse più ampio e collettivo, sarebbe il momento di abbandonare.
* Amministratore società Cantieri del Mediterraneo spa