Espansione e cambiamento: la strategia del Gruppo Grimaldi
L’incontro con il Managment a via Campodisola
Di Anna Capasso
Oltre 20 terminal tra Europa e Africa, 120 collegamenti indiretti e 90 diretti in tutto il mondo e alle spalle oltre 15 mila dipendenti. Questi i numeri di uno dei più importanti Armatori italiani: il Gruppo Grimaldi. Una strategia di costante espansione e una vocazione all’investimento hanno consentito al Gruppo partenopeo una carriera di successi che ha, nel porto di Salerno, un rilevante scalo di una rete complessa.
A Salerno il Gruppo Grimaldi ha due terminal che si sviluppano sulle aree in concessione comprese tra il molo Ponente e il molo Trapezio. L’attività è gestita da due società: la Grimaldi Terminal Euromed e la Salerno Autoterminal. La prima si occupa delle Autostrade del Mare, Short Sea Shipping (trasporto intramediterraneo), ro/ro pax (trasporto di persone e merci) e project cargo (trasporto di manufatti di grandi dimensioni). La Salerno Autoterminal, invece, si occupa principalmente di auto (al 90 per cento) e in piccola parte di camion (al 10 per cento). Per quanto riguarda la composizione societaria, la Grimaldi Terminal è al 100 per cento del gruppo, figurando come consociata.
Il Gruppo Grimaldi si è sempre distinto per una politica di espansione. È un’impresa fortemente orientata al cambiamento e rappresenta uno dei pochi Gruppi marittimi al mondo in costante crescita.
Ma qual è il segreto del loro successo? Siamo andati a scoprirlo a Napoli, a via Marchese Campodisola, sede principale della Grimaldi. Si trova in una struttura di 12 piani che domina su un dedalo di vicoli storici. Da qui tutto ha avuto inizio. Da qui prendono forma le strategie del Gruppo. Perché, se Salerno rappresenta il braccio operativo, Napoli è quello decisionale. Nella sede decisionale del Gruppo abbiamo incontrato due esponenti del management: il comandante Domenico Ferraiuolo e il responsabile delle risorse e relazioni esterne Paul Kyprianou.
Dal colloquio sono emerse le ragioni del successo. Il Gruppo campano è uno dei pochi ad essere al contempo armatore e operatore portuale. A questo si deve aggiungere che, a Salerno, sono riusciti a definire un’organizzazione improntata all’efficienza e alla razionalizzazione degli spazi. Contribuisce all’efficienza organizzativa il fatto che le banchine, a differenza del porto di Napoli, non siano in concessione.
Ma perché investire su Salerno e non su Napoli? Salerno è stata scelta originariamente perché il traffico dei veicoli a motore, uno dei settori di punta del Gruppo Grimaldi, aveva bisogno di spazi per la movimentazione. Il porto di Napoli, scalo storico e multifunzionale, non ha, e non ha mai avuto, spazi da dedicare al traffico di veicoli a motore. Per cui, già dagli anni ‘70, si optò per il porto di Salerno.
Altro settore significativo del Gruppo campano è quello del traffico di medio raggio, denominato anche Autostrade del Mare. Il Gruppo, già dai primi anni ’80, ha investito in questo segmento di traffico sia con politiche di ammodernamento delle navi/traghetto e sia per liberare, nel rispetto delle normative ambientali, le strade dai camion. Il porto di Salerno è così diventato uno dei poli principali per il traffico ro-ro e successivamente per il trasporto di materie prime e containers. A Salerno (dati 2017) oltre il 76% del traffico ro-ro delle Autostrade del Mare è della Grimaldi.
Il dato rende evidente il peso del Gruppo nel porto di Salerno. Ciò è dovuto anche alla capacità organizzativa e al principio di rotazione che vige sulle banchine per le navi, in arrivo e in partenza, dal porto in base alla disponibilità.
“Rischiavamo di essere vittime del nostro stesso successo – ha dichiarato il Comandante Ferraiuolo – perché negli ultimi tempi c’è stato un incremento sia di automotive che di short sea e il pericolo era di non riuscire ad accogliere le merci”. La soluzione è stata acquistare uno spazio esterno (a 15 km dal porto). Tutto ciò che sbarca, entro le 24 ore, viene trasferito nel piazzale di circa 100mila metri quadrati. Il risultato è stato un minor ingorgo ai varchi, minor tempo di sosta dei trailer nell’area portuale, insieme a un miglioramento della mobilità cittadina.
Il successo del Gruppo Grimaldi nel porto di Salerno è anche dovuto alla ottima collaborazione instauratasi con la Compagnia Unica Lavoratori Portuali (Culp). “Assorbiamo l’80% della forza lavoro della Culp – precisa Ferraiuolo – I lavoratori sono impiegati principalmente nella movimentazione di autovetture, cosa che rappresenta un valore aggiunto per la Compagnia”. Ha contribuito al fattivo coinvolgimento della CULP la lungimiranza del suo Presidente, Antonio Autori.
Risale al 1998 la sua idea di implementare una politica imprenditoriale, come ci racconta Ferraiuolo, riuscendo a rendere la manodopera portuale produttiva ed efficiente come non lo è mai stata in nessun porto italiano. La sua abilità è stata abolire figure professionali tradizionali ma non più necessarie, prevedendo al contempo percorsi formativi in grado di assicurare lavoro alla CULP perché legati ai cambiamenti intervenuti nei processi lavorativi.
Tra le ragioni del valore del Gruppo partenopeo è, infine, da annoverare il costante impegno nell’acquisizione di navi di ultima generazione (età media della flotta è di 11 anni). “Abbiamo anche un programma di allungamento delle navi – aggiunge Kyprianou – Ordinare navi nuove comporterebbe più tempo per cui, se le condizioni della nave lo consentono, l’allunghiamo. Resta però la nostra politica di investimento orientata all’ammodernamento della flotta”.