Agostino Gallozzi: Salerno passaggio formale
Sistema portuale campano: potenziamento infrastrutturale priorità
Di Emilia Leonetti
- Lei è, assieme al Gruppo Grimaldi, il principale operatore del porto di Salerno, molti dei positivi risultati sono dovuti al suo gruppo. Per questo vorrei la sua opinione sui possibili cambiamenti nella operatività dello scalo con l’ingresso dal 1 gennaio 2018 nell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale ?
“Ritengo che il periodo di transizione dalla vecchia alla nuova governance prevista dalla riforma delle Autorità Portuali sia in effetti già trascorso in maniera complessivamente positiva a partire dall’insediamento del Presidente Spirito e degli organismi che lo affiancano. Si tratta, quindi, a mio giudizio di un passaggio formale in quanto l’ingresso sostanziale si è già verificato”.
- Dare vita al sistema portuale campano a cosa deve portare nel medio periodo? Integrare le attività? Diversificare le tipologie di traffico nei porti di Napoli e Salerno per potenziare i due scali nei settori più forti? Qual è la sua opinione al riguardo?
“Credo che sulle questioni che Lei pone sia già stata fatta chiarezza sia dal Presidente Spirito che dagli operatori dei tre porti che ricadono nelle competenze della nuova Autorità di Sistema. Non si tratta di integrare le attività o diversificare le tipologie di traffico o, ancora, di specializzare gli scali nei settori più forti. Al contrario: il riferimento principale resta la piena valorizzazione delle diverse identità dei tre porti nell’ottica di salvaguardarne ed ottimizzarne le funzioni. E, nel caso specifico di Salerno, di migliorarne ulteriormente il valore fondante che è e resta la polifunzionalità. Per intenderci meglio, il valore che ha consentito al porto di Salerno di continuare a crescere anche nel corso della gravissima crisi che oggi abbiamo (più o meno) superato. Non, quindi, entrare nel merito delle identità dei singoli porti, ma definire una nuova identità di sistema attraverso l’esaltazione delle individuali specificità, in una strategia che punti alla corretta interpretazione della domanda, dove è il cliente ad essere al centro di ogni dinamica di crescita” .
- Il Presidente Pietro Spirito in questi mesi è più volte venuto a Salerno. Quali sono le priorità di cui avete discusso?
“Il problema da risolvere preliminarmente è senza dubbio il potenziamento infrastrutturale. Sul tappeto restano tre grandi questioni: il dragaggio di fondali, l’allargamento dell’imboccatura dello scalo ed il collegamento alla rete autostradale attraverso la realizzazione delle gallerie nell’ambito del progetto Porta Ovest. La principale preoccupazione in questo momento è la terribile lentezza e complessità burocratica del nostro Paese. Un cambiamento non solo normativo, ma innanzitutto culturale è indispensabile se vogliamo che l’Italia riprenda a crescere con vigore. E’ chiaro che non è pensabile che trascorrano ancora molti mesi senza che si dia inizio ai lavori di riqualificazione previsti. Su questo tema si concentra la massima attenzione di tutti gli operatori del porto di Salerno già da diverso tempo. Ed è una battaglia che porteremo avanti in tutte le sedi e con tutte le nostre forze”.
- In questi anni il suo gruppo, come altri operatori, ha dimostrato di saper attrarre traffico facendo funzionare al meglio le infrastrutture esistenti e puntando su una gestione delle persone e degli spazi ottimale. Ritiene che questa sia la “formula” vincente di Salerno o che si debba iniziare a programmare uno sviluppo dello scalo in aree esterne?
“Guardi, anche in questo caso bisogna tenere conto della capacità di gestire in maniera ottimale gli spazi. Ho ascoltato molte volte la declinazione della teoria che Salerno è un porto piccolo e che avrebbe raggiunto la saturazione. La verità è che non esistono porti piccoli o grandi, ma porti che sono capaci di attivare e gestire flussi di movimentazione in linea con la tempistica degli approdi e delle ripartenze in maniera da soddisfare tutti gli attori del processo logistico. A Salerno, per esempio, abbiamo curato nella maniera migliore possibile l’utilizzazione degli spazi e l’organizzazione delle operazioni sulle banchine: non esiste nel nostro terminal un solo centimetro di banchina che non rientri nei processi operativi. Anche grazie ad importanti investimenti nell’informatizzazione degli imbarchi e degli sbarchi. Ma è evidente che una corretta organizzazione della rete retro/portuale – peraltro già avviata in maniera autonoma da diverse aziende senza attendere l’input pubblico – conferisce maggiori potenzialità al porto di Salerno”.
- Presidente Gallozzi vorrei ritornare sulla riforma varata poco più di un anno fa. Punta a creare un sistema portuale incentrato sulla logistica e sull’intermodalità (mare, ferro, gomma). Salerno per la sua morfologia chiusa com’è tra mare e montagne, non ha attualmente una rete ferroviaria per il trasporto della merce. Ma potrà averla? Come si pensa di affrontare questo che è uno degli aspetti qualificanti la riforma dei porti?
“Anche in questo caso vale la pena riprendere alcune riflessioni già sviluppate in altre circostanze e ampiamente condivise con il Presidente Spirito. E’ assolutamente ovvio che i porti siano un anello fondamentale della intermodalità, e certamente Salerno lo è.
Nell’ambito della intermodalità il confronto è tra bi-modalità (mare-gomma) e tri-modalità (mare-ferro-gomma). Anche il questo caso è il cliente, o potremmo dire il mercato, a scegliere in base a considerazioni sulla competitività. Per la tipologia di traffici che afferiscono al porto, inteso come elemento di una rete di “regional port” territoriali, a servizio di una specifica area dell’economia nazionale, non c’è dubbio che la scelta di una intermodalità bimodale sia nettamente più conveniente. La vicinanza delle aree produttive campane, o meglio dell’intero Centro-Sud Italia, che imbarcano a Salerno e la morfologia dei territori dai quali partono le merci, pongono la scelta della trimodalità (nave, terminal portuale, treno, terminal interno, camion e relative doppie movimentazioni) tra le diseconomie che qualsiasi azienda cerca di evitare. Così come è improbabile che la penetrazione verso i mercati del Centro-Europa possa avvenire per ferrovia tramite i porti del Sud, rispetto ai porti del Nord Ovest o Nord Est. E’ evidente, però, che attraverso un efficace network retro-portuale si possa mettere in campo una rete intermodale in grado di aumentare il livello di competitività del sistema economico campano”.
- Traffico croceristico. Anche se non è il suo settore, cosa pensa del calo registrato e che sarà confermato anche per il 2018? Il Commissario Francesco Messineo ha posto al primo punto, l’avvio dei lavori di dragaggio, opera propedeutica all’incremento del traffico croceristico e non solo. In che modo state collaborando o pensate di collaborare? Soprattutto Lei ritiene il traffico croceristico uno dei settori su cui puntare per lo sviluppo dello scalo?
“A questa domanda ritengo di avere già dato una risposta con le riflessioni sviluppate precedentemente. Ribadisco, nell’ambito della polifunzionalità dello scalo, il traffico crocieristico è di fondamentale importanza e va tutelato e promosso allo stesso modo delle altre vocazioni. D’altronde è innegabile la centralità di Salerno rispetto ai maggiori attrattori turistici della regione. Ma è scontato che anche per questo settore è indispensabile la riqualificazione infrastrutturale”.
- Tornando al suo settore. Quali sono le principali novità per l’anno prossimo? Mi riferisco ad accordi, investimenti, piani di sviluppo nei diversi settori di cui si compone il suo gruppo, partendo dal traffico container per passare al trasporto, allo stoccaggio della merce e per finire alla nautica da diporto.
“Siamo sempre più orientati a continuare nella costruzione di un network internazionale che, avendo come base Salerno, sia in grado di intercettare le opportunità offerte dai grandi cambiamenti in atto nel mondo dello shipping globale. Il 2017 rappresenta il 65° anno di attività del nostro Gruppo ed il 40° del terminal contenitori. Siamo direttamente presenti in Inghilterra da oltre vent’anni ed a metà novembre festeggeremo i (primi) dieci anni della nostra presenza in Cina, a Shanghai. Dalla fine di settembre operiamo in Turchia, ad Istanbul. Nel 2018 è prevista l’apertura di altre due sedi all’estero. Stiamo portando avanti il piano di potenziamento dei nostri mezzi tecnici all’interno del terminal di Salerno: una prima maxi-gru, in grado di operare le navi porta/contenitori di più grandi dimensioni, è già attiva dalla fine di agosto, altre due gru gemelle entreranno in funzione nel 2018. Il nostro terminal interno, a Castel San Giorgio (SA), è sempre più integrato nel circuito del traffico container. Il porto turistico Marina d’Arechi, che si appresta ad organizzare la cerimonia della posa dell’ultima pietra, ha registrato quest’anno una crescita del 22% nella nautica stanziale e di oltre il 100% nella presenza dei maxi-yachts, confermandosi la più grande infrastruttura per il turismo nautico mai realizzata senza alcun contributo pubblico a fondo perduto. Insomma, continuiamo ad attuare la nostra solita ricetta. Lavorare, lavorare sempre sodo, a testa bassa, senza clamore, come tanti imprenditori nel nostro Paese, circondati da una bellissima squadra di uomini e donne che condividono la stessa visione e la stessa passione”.