Eccellenze Italiane: il settore del Ro-Ro
L’analisi di Alessandro Panaro*
SRM, nel suo ultimo Rapporto 2018 Italian Maritime Economy, ha mostrato, tra l’altro, l’importanza di un settore marittimo per il nostro Paese di cui ben poco si parla; si tratta del RO-RO (Roll-on Roll-off) vale a dire del trasporto navale di auto nuove e di mezzi gommati in generale tra cui, ad esempio, Tir, Autoarticolati, furgonati ed altri.
E’ questo uno dei comparti di eccellenza della portualità italiana che nel 2017 ha superato di gran lunga 106 milioni di tonnellate trasportate, diffusamente distribuite tra i nostri scali. L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale ne ha totalizzate ben 13,8 con un aumento del 7,4% sull’anno precedente. L’asse tirrenico, che rappresenta il 36,6% del nostro Ro-Ro, è cresciuto negli ultimi 5 anni del +15%, mentre l’asse adriatico che ne rappresenta il 19,3% è cresciuto del 39%.
Il Ro-Ro rappresenta uno degli indicatori chiave della nostra economia in quanto ci dà contezza di due aspetti fondamentali: 1) in primo luogo è il barometro del mercato dell’automotive che è in modo acclarato uno dei pilastri del nostro sistema Paese; ed in tal senso è bene sapere che al 2030 è atteso un ulteriore incremento di tale settore, in termini di vendite di automobili, che arriverà a 115 milioni di unità dalle 93 attuali; 2) in secondo luogo ci dà contezza di quanto stiamo mettendo in campo in termini di economia sostenibile e sicurezza, poiché il Ro-Ro “toglie” automezzi pesanti dalle strade per metterli su nave e quindi combatte l’inquinamento e rende più sicure le strade in termini di incidentalità.
L’Italia deve proseguire in questa direzione di stimolo al settore; l’aver previsto un marebonus per gli operatori che usano la nave al posto della strada può essere un grande passo in avanti ma occorre fare sempre di più. Il nostro Paese è primo nel Mediterraneo in quanto a presenza di navi in modalità SSS in generale (SSS-Short Sea Shipping, trasporto marittimo a corto raggio), con una quota di mercato del 36% e dobbiamo lavorare per rendere sempre più solido questo numero.
Per far questo dobbiamo avere ben coscienza delle sfide che ci vengono poste di fronte. La prima è il gigantismo navale, poiché in tutto il mondo si sta costruendo naviglio sempre più grande; la dimensione media delle car carrier (navi che trasportano auto) è cresciuta in 10 anni del 20%; nel prossimo triennio si stima che la misura di una nave si attesti sui 8.500 CEU (Car Equivalent Unit); ciò comporta porti sempre meglio attrezzati e con piazzali sempre più grandi a disposizione per ospitare auto e autotreni e, soprattutto, diventa strategico operare sull’aspetto del trasporto intermodale per poter far si che questi mezzi lascino rapidamente il porto di destinazione per poter andare verso l’entroterra e entrare nei mercati di riferimento.
La seconda sfida è quella di mettere in campo politiche che spingano le imprese sempre più ad usare il mare per l’import-export e per gli spostamenti interni ai confini; per far questo dobbiamo sempre più far sì che la politica industriale del Paese venga elaborata parallelamente ad una politica marittimo-logistica. Connubio questo che non sempre abbiamo saputo sfruttare appieno. La sfida è aperta.
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*Responsabile “Maritime Economy”, SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo)