Salerno Container Terminal, operativa secondo protocollo sicurezza Covid-19
La vocazione all’export di prodotti alimentari ha favorito mantenimento attività
Cav. Lav. Agostino Gallozzi*
L’impegno di noi tutti, in questi giorni di grande preoccupazione nel nostro Paese, è stato duplice. Innanzitutto, ci siamo prioritariamente impegnati a tutelare e salvaguardare la salute di ciascuno di noi, dei nostri lavoratori, delle nostre famiglie, di tutti i concittadini. Nello stesso tempo le nostre attività operative non sono state fermate neanche un giorno, proseguendo h24, sette giorni su sette, per assicurare continuità alla vita economica del Paese, così da tornare a guardare, appena possibile, con nuovo ottimismo al nostro futuro.
Interpretando questo difficile contesto, Salerno Container Terminal SpA è rimasta pienamente operativa, seguendo naturalmente con rigore il protocollo di sicurezza e prevenzione previsto dalle norme via via emanate. Larga parte dello staff degli uffici ha continuato ad assicurare le proprie attività in modalità “smart working”, mentre per il nostro numeroso personale operativo l’azienda ha adottato tutte le misure necessarie per la protezione della salute e la sicurezza di tutti, con l’uso di mascherine e guanti, distanza minima tra le persone, sanificazione frequente degli ambienti e dei mezzi meccani, divieto di assembramento, anche riducendo i turni di lavoro di mezz’ora, così da evitare l’incontro tra squadre smontanti con le squadre montanti.
Se da un lato è fuor di dubbio che la crisi determinata dal coronavirus ha avuto gravi risvolti sull’interscambio mondiale delle merci, dall’altro occorre segnalare che l’impatto sul porto di Salerno, per il settore dei contenitori, è stato, almeno per il momento, piuttosto marginale, nonostante il clima di generale apprensione.
La prima fase di emergenza sanitaria ha infatti interessato in particolare l’export dalla Cina, traffico che non rappresenta attualmente un flusso portante del movimento portuale salernitano. Successivamente l’emergenza si è diffusa in Italia, in Europa e nel mondo, generando ovunque strategie di “lock down” con la popolazione confinata in casa e larga parte delle attività manifatturiere chiuse, ad eccezione – innanzitutto – delle produzioni e del commercio dei prodotti dell’industria alimentare, definiti “living essentials”.
Da questo punto di vista il porto di Salerno si è trovato in una posizione di favore, avendo combinato la propria tradizionale vocazione all’export con la sua centralità rispetto al vasto distretto dell’agro alimentare, in larga parte localizzato nella sua provincia. Proprio la crisi pandemica, con le sue componenti emotive, ha portato alla crescita della domanda, non solo sui mercati nazionali, ma anche sui mercati internazionali, di prodotti alimentari di fascia più economica, facili da stoccare e facili da conservare per lungo periodo. Il nostro export alimentare, fatto di pasta, pomodori, fagioli ed altro, ha risposto esattamente a queste aspettative.
Sono sicuro che, non appena si coglieranno i segnali di superamento dell’emergenza coronavirus, avremo una ripresa molto veloce dei traffici mercantili delle merci, legata alla ripresa di tutta la macchina manifatturiera del Paese, la seconda d’Europa, che si presta ad una più agevole applicazione delle norme anti assembramento, con la gestione della mobilità delle merci certamente più facile da conseguire – come abbiamo noi stessi dimostrato in questi mesi – rispetto alla mobilità delle persone. Ed inoltre, alla ripresa avremo a disposizione un porto ancora più competitivo proprio per l’effetto degli interventi di dragaggio di prima fase, nel frattempo già realizzati.
Intanto, c’è da aggiungere, il terminal SCT del porto di Salerno, nonostante le problematiche ancora legate ai lavori per l’approfondimento dei fondali, ha viaggiato nel primo trimestre dell’anno con percentuali di crescita positive, confermate anche nel mese di aprile. Ma resta l’esigenza di sostenere il nostro comparto industriale, che è quello a più rapida ripartenza e quindi in grado di generare per il Paese quei flussi finanziari indispensabili per la più complessiva sostenibilità della economia italiana. È infatti l’industria manifatturiera il motore principale dello sviluppo dei traffici mercantili dei nostri porti e dispiace in tale prospettiva constatare la battuta d’arresto che sembra abbiano avuto le ZES.
D’altra parte, anche l’attuale crisi ha accentuato un percorso ormai già in atto, il passaggio cioè da una globalizzazione unilaterale (produzioni in oriente e consumi un occidente), ad una globalizzazione plurilaterale, in cui l’interscambio delle merci, tra import ed export, avviene bilanciandosi tra molteplici aree del mondo. In questa prospettiva la partita della ripresa e della ripartenza del Paese Italia si gioca nello scenario del mercato di scambio internazionale, dove i porti non sono più i nodi terminali di un processo bilaterale, da est a ovest, ma acquisiscono centralità rispetto ad una economia pluricentrica.
Sono convinto che il porto di Salerno – proprio per il ruolo fondamentale che ricopre al servizio dell’economia dei territori che ad esso ricorrono per esportare le merci prodotte – abbia in questa prospettiva opportunità di crescita solida e concreta.
Come Salerno Container Terminal, in questa visione, abbiamo avviato un ambizioso piano di investimenti di lungo periodo, di cui oltre 20 milioni già realizzati nel corso dell’ultimo anno.
*Presidente Gallozzi Group