L’Opinione
Napoli e il mare
La forma urbis del XXI secolo
di Paolo Giordano*
L’area di sedime portuale compresa tra il Molosiglio e il molo dell’Immacolatella Vecchia rappresenta la fascia di waterfront maggiormente carica di promesse per una nuova definizione progettuale del rapporto tra città consolidata e mare. Diverse iniziative, in parte avviate o solo programmate, stanno provando a trasformare il sito in questione in un laboratorio sperimentale di progettazione urbana unico in Europa: non solo per la cospicua estensione che coinvolge tale striscia di costa ma anche e soprattutto per gli eccezionali caratteri di monumentalità architettonica e paesaggistica che tale contesto detiene, in ambito urbano, attraverso la presenza di Palazzo Reale, Castel Nuovo nonché della quinta architettonica del neoclassico Palazzo San Giacomo. Non solo. L’infrastruttura lineare del lungo molo di San Vincenzo, la darsena Acton, la Stazione Marittima di Cesare Bazzani, la severa mole degli ex Magazzini Generali di Marcello Canino e, infine, l’edificio settecentesco dell’Immacolatella Vecchia rappresentano altrettanti manufatti che, all’interno dell’area portuale, sembrano pronti a dialogare tra loro e con i suddetti monumenti urbani al fine di riconfigurare un’area di grande interesse storico ed ambientale.
I lavori in corso che, allo stato attuale, interessano Piazza Municipio e il Piazzale Angioino rappresentano il primo tassello progettuale di un mosaico più ampio che potrebbe riconfigurare l’area tra Molosiglio e l’Immacolatella Vecchia.
In tal senso, l’incisiva accelerazione indotta da Pietro Spirito, Presidente del Sistema di Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale, sia alle procedure di appalto per la realizzazione della nuova stazione marittima del Molo Beverello e sia all’elaborazione dei progetti definitivi per la cosiddetta front-Line, che in ipogeo incrocerà perpendicolarmente il sottopasso in fase di realizzazione relativo alla sistemazione delle soprastanti Piazza Municipio e Piazzale Angioino, consentirà di completare un innovativo spazio urbano definito da nuove architetture, preesistenze monumentali, utili infrastrutture per la mobilità nonché dal sobrio progetto di suolo firmato da Alvaro Siza e Eduardo Souto de Moura.
In tale prospettiva, tra le architetture a grande dimensione che caratterizzano l’area in questione, un ruolo importantissimo è assunto dal recupero e riconfigurazione degli ex Magazzini Generali da adibire a Museo del Mare e della Migrazione: la natura tipologica, morfologica, spaziale e dimensionale dell’edificio, se tutelata e valorizzata, rappresenta un ottimo presupposto per realizzare un contenitore museale di grande impatto per i riti della fruizione di massa del Terzo Millennio.
Operazione puntuale quest’ultima che, unitamente alle altre azioni progettuali messe in campo – come il restauro dell’edizione storico dell’Immacolatella Vecchia- rappresenta la vera sfida che pone in essere la città di Napoli per una prima e contemporanea riconfigurazione urbana del suo waterfront in ambito portuale.
*Paolo Giordano è professore ordinario di Disegno dell’Architettura e della Città presso il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
E’coordinatore del Dottorato di Ricerca in “Architettura, Disegno Industriale e Beni Culturali” dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.