Approfondimenti in pillole
Viabilità del porto: interventi immediati. Lo chiede Domenico De Crescenzo
La tempestività nelle scelte, fondamentale per la competitività dello scalo
di E.L.
Domenico De Crescenzo è a capo della società di Spedizione “DeCrescenzo” ricopre diversi incarichi tra cui quello di componente dell’Organismo di Partenariato dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Presidente Commissione Doganale Fedespedi, Coordinatore Confetra Mezzogiorno, Presidente Consiglio Territoriale Doganalisti. L’ho intervistato su alcuni temi che riguardano le condizioni indispensabili per sostenere la crescita del porto di Napoli.
- In base alla sua esperienza come valuta i risultati di crescita nel settore del traffico container, delle merci varie e dei crocieristi? Quali prospettive e soprattutto a quali condizioni potremo mantenere il positivo trend?
“Devo precisare che con la riforma dei porti del 2016 e la nomina del Presidente Pietro Spirito la situazione è cambiata in meglio. Dalle ceneri stiamo risorgendo grazie ad un’intensa attività di rilancio dello scalo. In particolare l’Organismo di Partenariato di cui faccio parte, pur avendo uno scarso potere decisionale, ci consente di mantenere un dialogo costante con il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, e soprattutto di essere informati sulle decisioni che ci riguardano. Devo riconoscere una notevole disponibilità all’ascolto, in seno all’Organismo, di Pietro Spirito. Il punto è che, pur comprendendo che le decisioni devono essere prese velocemente e meglio se in poche persone, c’è un potere di intervenire da parte gli operatori estremamente limitato. Venendo alla sua domanda, i risultati sono positivi ma c’è ancora molto da lavorare. E’ vero che sono partiti i lavori di dragaggio che attendavamo da anni, però non basta. Abbiamo enormi problemi di viabilità. Il porto è saturo di spazi. Sono stati effettuati degli accorgimenti ma non sono sufficienti. Trovo corretto impegnarsi per trasferire sul ferro, dal porto agli interporti, una parte del trasporto dei container. Per questo, però, è indispensabile ottenere dalla Regione Campania un sostegno per almeno un paio di anni, il così detto “ ferro bonus” di cui periodicamente si parla. Questo percorso è indispensabile, in attesa del completamento della Darsena di Levante cui è collegata la realizzazione di un nuovo raccordo ferroviario capace di supportare la crescita prevista di traffico container. Nel merito i numeri dell’import confermano i dati dell’anno precedente, un leggero aumento si è verificato nell’export.”
- A suo parere l’AdSP del Mar Tirreno Centrale dovrebbe fare di più per sostenere la crescita del sistema portuale campano? In che modo? In quali ambiti?
“L’Autorità dovrebbe, a mio parere, puntare sul ferro per la parte eccedente di traffico container. Lo zoccolo duro del trasferimento della merce dal porto resta quella su gomma. Diventa fondamentale intervenire sulla viabilità e su una diversa organizzazione dei punti di accesso e di uscita dei camion. Il controllo ai varchi, in questa logica, diventa cruciale. Il varco Bausan è saturo, soprattutto in uscita, e su questo si stanno individuando degli accorgimenti ( si prevede di potenziare un gabbiotto della Guardia di Finanza). I trasportatori stanno risentendo maggiormente del congestionamento del porto dovuto all’incremento dei traffici. Altro intervento dovrebbe riguardare il PIF ( punto ispezione frontaliera), che ora si trova al Carmine. E’ una postazione infelice perché si tratta di trasferire i contenitori dai terminal al molo Carmine, e anche questo si scontra con la viabilità perché nell’area del Carmine c’è la zona di controllo doganale. Tutto è concentrato in uno spazio esiguo.
Il PIF, per noi, andrebbe trasferito nelle “Aree di Temporanea Custodia”, che sono Conateco, TFG, Magazzini Generali. Il costo dovrebbe essere, a nostro parere, a carico dell’AdSP. Bisogna trovare una soluzione e interrompere il viavai continuo dei camion che contribuisce, in una condizione di viabilità già precaria ad aggravare ulteriormente la congestione nello scalo. Questa difficile situazione, mi preme precisarlo, non riguarda solo l’area commerciale. Anche l’area del traffico ro-ro nei pressi dell’Immacolatella Vecchia è caratterizzata da una viabilità precaria. E’ certo che per l’intensità dei traffici noi riusciamo a fare “miracoli”, ancora di più Salerno che è uno scalo di dimensioni inferiori rispetto a Napoli. In definitiva si tratta di razionalizzare gli spazi in un porto che ha lo stesso assetto degli anni ’80 del secolo scorso e in cui però i traffici sono quadruplicati .”
- Quale ruolo ha il cluster marittimo in questo processo di efficientamento del sistema e di raggiungimento degli obiettivi?
“Noi siamo costantemente in contato con gli uffici che si occupano delle tematiche ora evidenziate. Se ne sta parlando da tempo, ma di concreto, devo ammettere, non c’è ancora nulla. Stimo molto il Presidente Pietro Spirito, ma noi operatori vorremmo che vi fosse una risposta sulla viabilità. Altre proposte che abbiamo avanzato sono: arretrare il gate al Terminal Conateco per disciplinare meglio i camion in uscita, attivare il ferro-bonus spostando una parte del trasporto dalla gomma al ferro verso gli interporti, allargare il porto utilizzando l’area del terminal ferroviario ora inutilizzato. La velocità in uscita è determinate per rendere competitivo il nostro scalo. Il nostro ruolo è dare degli input, fornire, in base alla nostra esperienza, delle soluzioni o delle proposte su cui confrontarsi. Lo facciamo sapendo che finalmente, dopo anni di oblio, siamo usciti dal tunnel. Il punto è, ora, garantire dei servizi all’altezza di un porto moderno.”