Silos Granari: da 60 ton./ora di prodotti cerealicoli sbarcati alle 600 ton./ora
I numeri della progressiva crescita dell’impianto gestito dalla società ”Magazzini Generali e Frigoriferi”
di Emilia Leonetti
Arrivando dal mare, superata la Diga Foranea e lasciati sulla destra i Cantieri Navali con il bacino galleggiante che si impone alla vista, si scorge il molo Calata Villa del Popolo e i grandi cilindri color grano sulla banchina. E’ l’area dedicata al traffico cerealicoli, uno dei settori tradizionali dell’economia portuale partenopea.
Ogni anno dai cilindri vengono trasferiti, nei camion per il trasporto alle imprese di trasformazione, circa 350 mila ton. di grano, mais, orzo, granaglie. La media della movimentazione su gomma è di 40-50 camion/giorno. La media mensile, invece, di navi che attraccano al molo di Calata Villa del Popoli, è di quattro Bulk Carrier.
La palazzina, sede operativa della società “Magazzini Generali e Frigoriferi” che ha in gestione l’area di movimentazione del traffico cerealicolo, si trova alle spalle dei silos. All’interno gli uffici degli addetti al controllo della documentazione della merce in arrivo e in uscita e dove, grazie a una centralina, l’operatore ha un quadro sinottico dell’impianto necessario per guidare, manualmente, l’apertura e la chiusura delle condotte che, dai cilindri di cui si compone il silos, scaricano la merce nei camion.
A dirigere la complessa attività è Maurizio Nicois, responsabile dell’impianto. Il processo di lavorazione ha inizio con l’attracco della nave e termina con l’uscita della merce sui camion diretti alle industrie dell’agroalimentare della Campania, della Puglia, del basso Lazio.
“ Trattiamo la merce – spiega Maurizio Nicois – per conto terzi. Tre sono i nostri principali compiti: sbarco, deposito e riconsegna della merce. Si definisce attività di temporanea custodia. Siamo l’interfaccia tra gli attori delle diverse fasi che compongono il processo di movimentazione della merce: dall’importatore che la ordina nel Paese di produzione (Sud America, Nord America, Europa), all’agente marittimo che rappresenta l’armatore, allo spedizioniere che agisce per conto del “ricevitore”, agli Enti preposti ai controlli (Dogana, Guardia di Finanza, Asl, Ufficio Veterinario), agli autotrasportatori che chiudono il cerchio con la consegna dei prodotti all’industria di trasformazione. Tra i nostri primari compiti vi è garantire, all’arrivo della nave, lo sbarco della merce in tempi rapidi. Questo richiede professionalità e grande attenzione.”
Sedici sono le persone impiegate al terminal tra operai e impiegati. Gli operai, una dozzina, sono tutti specializzati: svolgono un lavoro prevalentemente meccanico. Sino agli anni sessanta del secolo scorso, i prodotti cerealicoli, una volta sbarcati dalla nave, venivano “insaccati”, cuciti e caricati a mano su carri trainati da cavalli. Negli anni ‘70, gradualmente e in modo costante, la lavorazione si è trasformata da manuale a prevalentemente meccanica.
E’ dal 2004 che è stato avviato un significativo piano di riammodernamento e di rilancio dell’impianto. In quell’anno infatti si celebrò la costituzione della nuova società “Magazzini Generali e Frigoriferi”, costituita da una cordata di imprenditori del porto di Napoli, che subentrò al fallimento della società “Magazzini Generali “ del Gruppo Italgrani.
Negli ultimi anni la nuova società ha investito, come precisa l’Ad Erik Klingenberg, circa 3 milioni di euro. “Siamo in attesa- dice- che le procedure burocratiche in corso si concludano (si tratta di ottenere la consegna di ulteriori aree) per procedere ad investimenti per circa 5 milioni di euro da destinare all’ampliamento dell’impianto e all’ammodernamento delle macchine e delle attrezzature.”
L’obiettivo è stoccare merce per ulteriori 20 mila ton., attualmente la potenzialità di sbarco è di 600 mila ton./ora.. I silos sono collegati alla banchina attraverso un “trasportatore a catena”, una sorta di tapis roulant chiuso, sul quale la merce viene trasferita dalla nave ai cilindri.
Due torri poste ai lati del molo, dotate di bracci , prelevano, con aspiratori, la merce dalla stiva della nave per poi posarla sul trasportatore. Dal trasportatore la merce viene così stoccata nei silos, in attesa della consegna (la sosta può durare anche un mese). Il processo di lavorazione riprende nella fase di riempimento dei camion che avviene in uno spazio dedicato, una sorta di garage fornito di due serrande. Il mezzo su gomma entra nel garage e, una volta chiuso, i prodotti passano, attraverso delle condotte, dai cilindri al vano di carico. Una volta concluse le operazioni, le serrande vengono aperte per l’uscita dell’autotreno. L’intero processo è guidato in parte in remoto dalla centralina situata nella palazzina alle spalle del silos, in parte da squadre di operai per le operazioni a bordo nave e per la consegna della merce.
“Il nostro scopo – conclude Erik Klingenberg – è ottimizzare l’intero processo di lavorazione, non solo per diventare più efficienti e dunque più competitivi, ma anche per ammodernare una struttura che ha conservato un impianto risalente agli inizi del ‘900. Ma per questo, come Le dicevo, dobbiamo investire e per investire, abbiamo bisogno che l’iter burocratico, avviato alla fine del 2006, si concluda.”