Approfondimenti in pillole.
Il Presidente di Assoagenti: al di là dei dati di traffico, l’impegno dell’AdSP è determinante
Una volta realizzate le precondizioni, la competitività del sistema va garantito dalle imprese
di E.L.
1.Presidente dell’Associazione Assoagenti, Stefano Sorrentini, come valuta i risultati di crescita nel settore del traffico container, delle merci varie e dei crocieristi? Quali prospettive e soprattutto a quali condizioni potremo mantenere il positivo trend?
“I risultati di crescita nel settore del traffico container, delle merci varie e del traffico crocieristico diffusi recentemente, sono confortanti e confermano il consolidamento del trend positivo iniziato nello scorso anno, in particolare di alcuni comparti trainanti, che registrano incrementi a doppia cifra rispetto al 2017.
Se a tutto ciò aggiungiamo i segnali incoraggianti provenienti anche da altri settori, come ad esempio il costante progresso della cantieristica e la definitiva ripresa della nautica da diporto, il quadro di insieme appare confortante. Si comincia, quindi, a ragionare non più in termini di inversione di tendenza o previsioni di sviluppo, quanto di entità della crescita. Tali progressi ci dicono che, dopo anni di precarietà e scarsa efficienza, il nostro sistema portuale comincia ad acquisire i risultati delle azioni congiunte e delle sinergie tra operatori e Autorità, proiettandoci oggi, a due anni dall’avvio della riforma delle Autorità portuali, in una dimensione nella quale Napoli rappresenta un modello di buon governo e di applicazione corretta della nuova normativa. Le prospettive indicano un ulteriore miglioramento; tuttavia, per supportare e consolidare la crescita, ci sarà ancora molto da migliorare: efficienza, produttività e competitività dello scalo sono a mio avviso gli aspetti sui quali, nel breve periodo, dovranno essere concentrati gli sforzi degli operatori.”
2.A suo parere l’AdSP del Mar Tirreno Centrale dovrebbe fare di più per sostenere la crescita del sistema portuale campano? In che modo? In quali ambiti?
“Ritengo che un primo stimolo concreto alla crescita sia rappresentato dalla promozione delle zone economiche speciali, opportunità straordinaria per la comunità locale e per il porto di Napoli, rivolta in modo particolare a tutte quelle aziende che hanno deciso di crescere, o per incentivare ed accelerare tale scelta; a mio parere siamo di fronte ad un’occasione unica, il cui valore è dimostrato dall’esperienza dei paesi nei quali le Zes sono già attive e dai risultati prodotti. Devo rilevare con soddisfazione che l’AdSP si sta impegnando in modo particolarmente attivo su questo tema. Il completamento delle opere di dragaggio e la realizzazione in tempi brevi degli investimenti strutturali programmati, sono poi – a mio avviso – gli elementi che consentiranno di sostenere la crescita e supportare le aziende. Ritengo, inoltre, che – nel medio periodo – l’attenzione dell’Autorità di sistema si debba concentrare su alcuni temi specifici, quali la verifica e la razionalizzazione delle concessioni, l’armonizzazione dei canoni e la semplificazione burocratica: temi, peraltro, già in agenda e oggetto di confronto con gli operatori. Infine, vedrei con molto favore una politica dell’AdSP rivolta alla realizzazione di incentivi legati alla produttività e l’avvio di un’analisi di fattibilità per la riduzione delle tasse portuali; tali iniziative potrebbero determinare un valore aggiunto e una forte spinta allo sviluppo competitivo degli scali campani.”
3.Quale ruolo ha il cluster marittimo in questo processo di efficientamento del sistema e di raggiungimento degli obiettivi?
“Ritengo che il comparto marittimo abbia un ruolo determinante nel funzionamento e nel successo della realtà portuale campana; credo, infatti, che dopo aver definitivamente superato le criticità evidenziate da anni dagli operatori, (mi riferisco soprattutto alla provvisorietà della governance portuale locale) che peraltro ha rappresentato un alibi per un periodo troppo lungo, sia finalmente venuto il momento di ripensare alcuni processi produttivi ormai obsoleti e cambiare il modo tradizionale di fare impresa. L’obiettivo di fondo deve essere costituito dal recupero del deficit competitivo nei confronti degli altri sistemi portuali; una volta realizzate le pre-condizioni costituite dagli interventi pubblici, il gap può essere recuperato solo mediante il miglioramento dell’efficienza, della produttività e della competitività economica delle imprese. In questo contesto, osservo che molte aziende si sono già attivate con successo; l’auspicio è che questa tendenza si espanda al più presto a tutti i principali operatori economici, ribaltando la logica e i modelli dominanti fino a qualche anno fa e con evidenti possibilità di maggiori ricadute positive in termini di sviluppo.”