Attualità
Naples Shipping Week
Daniele Rossi, Presidente Assoporti: puntare sulla portualità sostenibile con progetti mirati
Il ruolo della politica e delle Istituzioni verso un comparto che genera il 3% del PIL nazionale
di Emilia Leonetti
L’Assemblea annuale di Assoporti, per la prima volta, si è tenuta nel porto di Napoli, alla Stazione Marittima. L’occasione è stata la Naples Shipping Week (NSW) che si è svolta dal 28 settembre al 2 ottobre nello scalo partenopeo. L’incontro con il Presidente Daniele Rossi ha consentito di conoscere la posizione di Assoporti sul Recovery Fund, sui temi legati alla logistica portuale e sulle scelte che attendono i porti italiani per superare la crisi determinata dalla pandemia.
- Il 30 settembre si è tenuta a Napoli, nell’ambito della NSW, l’assemblea di Assoporti. Qual è il senso di questa scelta? Il tema della sostenibilità dei porti quali effetti dovrebbe determinare per il sistema portuale?
“La scelta di Napoli è coerente con lo spirito dell’associazione di avere una particolare attenzione verso la portualità del Mezzogiorno. La Naples Shipping Week ci ha dato un’occasione formidabile, perché ci siamo inseriti in un programma intenso di confronti e di analisi sul sistema portuale italiano, proprio in un momento in cui Napoli è al centro della portualità italiana.
Sul tema scelto, noi ci attendiamo dalla politica, dalle Istituzioni che hanno preso parte alla nostra assemblea, l’attenzione doverosa verso la sostenibilità dei porti. Per questo la portualità deve evolversi, trovare nuove soluzioni tecniche e operative in grado di assicurare una migliore perfomance delle proprie attività, rendendole ancor più compatibili con il sistema ambientale. Mi riferisco in particolare ai dragaggi per i quali bisogna trovare un compromesso tra le necessità del sistema logistico e le necessità di tutela ambientale. Il Recovery Fund ci metterà a disposizione risorse ingenti che dovranno essere spese nell’interesse del Paese; per questo ci vuole una collaborazione istituzionale straordinaria in grado di creare le necessarie condizioni di salvaguardia ambientale e di fattibilità industriale”.
- Il lockdown ha segnato i porti italiani. I dati diffusi da Assoporti indicano una riduzione del traffico merci dell’ 11,5% in tutti i porti delle AdSP. In generale i dati sono tutti negativi: dal traffico container, a quello ro-ro, al traffico passeggeri. Quale strategia Assoporti intende mettere in campo per contrastare la crisi e far ripartire l’economia marittima?
“La perdita dei traffici, come Lei menziona, è stata dovuta ad un evento straordinario. Non è sintomatico di una condizione della portualità. Sarà superato e recupereremo il traffico perso anche se ci vorrà del tempo. Il punto è un altro, come Lei osserva, c’è bisogno di una strategia. I porti non generano PIL in maniera autonoma. I porti creano le condizioni affinché le imprese possano generare PIL, possano importare, esportare. Quello che i porti stanno facendo e faranno sempre meglio con le risorse che verranno messe a disposizione dal Recovery Fund, sarà creare infrastrutture logistiche per consentire alle merci di muoversi più velocemente, in sicurezza e in modo ambientalmente sostenibile. Noi siamo al servizio del sistema impresa che per funzionare ha bisogno di un sistema logistico efficiente. Questo è il nostro compito. Ripeto, mi auguro che la disponibilità di nuove risorse insieme ad un adeguamento delle norme e ad un’attenta revisione della normativa sulla PA consentano ai porti di svolgere in maniera più efficace e efficiente la propria attività…”
- Scusi la interrompo perché uno dei temi ricorrenti, quando si parla di Autorità di sistema e della loro capacità di governo, è quello della necessità di semplificare le procedure. Il decreto legge n.16 di luglio 2020 prevede misure urgenti per la semplificazione amministrativa e l’innovazione digitale. Siamo finalmente sulla giusta strada?
“Sì, è un Decreto Legge apprezzabile. Abbiamo anche noi contribuito con alcuni suggerimenti. Siamo convinti che sia un passo verso la semplificazione della normativa che regola la PA e anche la materia degli appalti. Ovviamente non bisogna fermarsi. E’ un percorso difficile perché le norme sono troppe e andrebbero armonizzate. Ci auguriamo che si proceda su questa strada per arrivare ad una revisione complessiva in materia di semplificazione che, naturalmente, non vuol dire “liberi tutti” o dare patenti di immunità a qualcuno. Le Autorità portuali, come la PA, vogliono operare nelle regole e semplificare è un modo per facilitare proprio il rispetto delle regole”.
- Come Presidente di Assoporti ritiene che il Governo mostri la dovuta attenzione al settore marittimo e della logistica (come previsto dalla riforma del 2016). Un comparto che contribuisce al PIL Nazionale per 34 miliardi di euro, dà lavoro a 529 mila persone ( 2,2% della forza lavoro) secondo lo studio di Federmare e Censis. A cui si aggiunge, sempre dallo stesso studio, che per ogni 100 euro investite dai soggetti del cluster marittimo si genera un effetto moltiplicatore pari a 226 euro?
“Devo dire che mi risulta che i miliardi generati dal comparto siano molti di più. Il contributo al PIL nazionale dal mio osservatorio si aggira sul 3%. Al di là dei numeri, il Governo ha un compito, in questo momento, enorme perché deve indirizzare sotto l’aspetto amministrativo, delle scelte e degli investimenti un settore critico per il Paese. Credo che il Governo stia affrontando le tante problematiche con la determinazione e la consapevolezza necessarie. Alcuni risultati sono stati ottenuti, altri, come il Recovery Plan sono una grande opportunità, altri sono in fase di gestione. Sono sicuro che il Governo conosca l’importanza del settore portuale e logistico e quindi sono convinto che verso questo indirizzerà un’azione importante di adeguamento delle strutture, di miglioramento in ottica tecnologica e ambientale. Credo che vi siano le premesse per fare un ottimo lavoro, anche perché Assoporti è in contatto costante con la Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con la Struttura Tecnica di Missione. Siamo consapevoli che le legittime richieste sono tante e per questo confidiamo nella capacità di trovare un compromesso tra tutte le esigenze, tenendo conto del ruolo fondamentale della logistica portuale”
- Il Ministro delle Infrastrutture ha varato il piano “Italia Veloce”. E’ di questi giorni la notizia che chiederà alla UE altri 66 miliardi dei 129 già disponibili per opere già progettate. Cosa ne pensa? Ci sono gli spazi per potenziare il sistema portuale e la logistica portuale?
“Il compito di Assoporti è rappresentare al Ministero di riferimento le necessità del settore. Le scelte di politica economica e industriale le fa il Ministero nell’ambito dei tavoli governativi. Detto questo, quando prima ho parlato di investimenti nella logistica portuale non ho mai menzionato il termine “banchine”. Gli investimenti infrastrutturali in “banchine”, o in altre opere strettamente portuali. sono già state finanziate con un recente decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: tale decreto ha messo a disposizione per interventi urgenti dei porti italiani circa 1 miliardo di euro. I soldi saranno spesi, nei prossimi mesi, per progetti di infrastrutturazione portuale. Oggi il problema è creare le condizioni logistiche per far viaggiare le merci dentro e fuori del Paese. Vuol dire prima di tutto ferrovie, strade, vuol dire digitalizzazione dei processi. Questi sono gli investimenti necessari al sistema logistico generale e a quello portuale in particolare. Di piazzali per traffico container, per me, ve ne sono fin troppi. E’ importante, ora, costruire reti di collegamento efficienti nel Paese e verso le grandi arterie di comunicazione internazionali. Il ragionamento va allargato dalla banchina a tutto quello che dal porto arriva, parte e gira intorno al porto. Come Le dicevo, alla logistica portuale”