I.S.E. Spa: Intermodalità al servizio della logistica.
Pronti al collegamento su ferro dal porto di Napoli all’ Interporto Sud Europa
di Emilia Leonetti
ha collaborato Vincenzo Androne
Una distesa di strade, capannoni, binari ferroviari, edifici bassi e moderni, e poi aree verdi che costeggiano rotatorie e vie di accesso alle decine di imprese che operano nel campo della logistica e che occupano gli oltre 4 milioni di m2 dell’Interporto Sud Europa. La più ampia piattaforma intermodale del Mezzogiorno e una delle maggiori d’Italia, insieme a quella di Padova.
Arriviamo dopo aver percorso l’A1 direzione Roma e preso lo svincolo per Caserta. In tutto 15 km separano il porto di Napoli dall’ area retroportuale di Maddaloni-Marcianise che, come emergerà nel corso della nostra visita, potrebbe essere la principale area di movimentazione e stoccaggio dei container provenienti dallo scalo partenopeo.
L’Interporto Sud Europa ha una stazione ferroviaria e un corso di binari che si sviluppano per 325.000 m2 “raccordati” ai capannoni per il caricamento della merce, e ha, da quattro anni, la concessione del terminal intermodale, posto all’interno del porto, da cui potrebbe trasferire container su carri ferroviari, passando, in notturna, per la stazione di Traccia.
“Siamo – afferma Giancarlo Cangiano, Responsabile della comunicazione – il naturale ponte tra il porto di Rotterdam e il Mediterraneo. Il punto è che lavoriamo a scartamento ridotto perché manca il servizio di collegamento su ferro con lo scalo di Napoli”.
Siamo nella sala riunioni dell’I.S.E. spa. Abbiamo di fronte a noi lo stato maggiore della società: Salvatore Antonio De Biasio, Presidente del CDA, Antonio Campolattano, Ad, Giancarlo Cangiano, Responsabile della Comunicazione, Antonio Zuccaro, Consigliere Delegato alla Logistica.
Il racconto, che emerge nel corso della nostra visita, è quello di una realtà innovativa sul piano della filiera logistica, proiettata verso una progressiva espansione verso i mercati del nord grazie alla rete ferroviaria e ad una posizione geografica favorevole (l’Interporto Sud Europa è lungo il Corridoio 1 e il Corridoio 5 Lisbona-Kiev in fase di realizzazione). Una posizione che si arricchirà, a breve, anche del collegamento diretto con il porto di Salerno attraverso la nuova bretella dell’A30 in via di ultimazione e che avrà l’uscita all’Interporto.
L’Interporto Sud Europa movimenta, dati dell’ultimo anno, 1.600 treni, 25 mila carri ferroviari, 8 mila casse mobili, 900 trasbordi treno-gomma. “Sono numeri contenuti – osserva Salvatore Antonio De Biasio – noi siamo pronti ad espandere l’attività. Tant’è che sono in costruzione nuovi capannoni e l’area si svilupperà per altri 2 milioni di m2. D’altronde l’ultimo rapporto SVIMEZ prevede per i prossimi anni una crescita del traffico container dal Far East verso l’Europa di oltre 30 milioni di contenitori. Se noi riuscissimo ad intercettarne, attraverso i porti di Napoli e Salerno, una minima parte, riusciremmo a moltiplicare la nostra attività che significa più lavoro, più occupazione, ricchezza per il territorio.”
Attraversiamo le aree, lungo le quali si sviluppa l’Interporto Sud Europa, a bordo di una delle auto della società, guidati dal Presidente e dal Direttore della Comunicazione.
La prima tappa è il punto di ispezione doganale. Un grande spazio contrassegnato da un hangar dotato di scanner per le ispezioni a campione dei container e di un camper.” Vede- mi spiega Salvatore Antonio De Biasio- sembra un camion come un altro. Invece è uno dei più potenti scanner esistenti. E’ uno scanner “atomico” e consente di individuare la presenza nel container non solo di droga ma anche di pezzi per costruire armi, insieme ad altre sofisticate armi di offesa”
Lungo il percorso incontriamo un grande edificio, dotato di capannoni “raccordati”, al cui interno ha sede uno dei principali operatori della moda “Siamo in presenza – racconta Giancarlo Cangiano – di un operatore “globale”. I pezzi arrivano su camion nei container, per essere qui manipolati e assemblati per diventare abiti delle grandi griffe che vengono poi controllati e impacchettati, sempre all’interno dei capannoni, ed inviati ai mercati di destinazione”.
Siamo nel centro di un complesso sistema logistico dove si realizzano in maniera compiuta i passaggi della filiera: dalla nave, al camion, all’area di stoccaggio e manipolazione della merce, al trasferimento su ferro al mercato finale. Avviene, questa è la novità, ad opera spesso di un solo soggetto che ingloba al suo interno anche i vettori del trasporto. “In Europa – dice Giancarlo Cangiano – è già storia, l’operatore logistico è door-to-door. All’Interporto Sud Europa è una tendenza che si sta affermando. Noi siamo l’infrastruttura intermodale su cui realizzare servizi complessi propri del sistema logistico”
Ritorniamo alla sede della società. Nella sala riunioni ci attendono Antonio Campolattano e Antonio Zuccaro. Desiderano farci vedere un video che riassume la storia e i cambiamenti intervenuti in questi anni. Come l’Interporto di Nola, anche questo ha realizzato un centro commerciale in Campania che accoglie ogni anno più di 12.000.000 di visitatori. “L’Interporto Sud Europa- precisa Antonio Campolattano- è cambiato negli ultimi dieci anni, non solo perché siamo una S.p.a. sotto il controllo del fondatore Giuseppe Barletta, ma anche perché abbiamo trasformato un’area dalle potenzialità industriali ad una realtà industriale di primo livello. Tanto che solo noi e l’interporto di Padova abbiamo nello statuto la specifica di “zona industriale”. Per noi il passaggio successivo e per il quale abbiamo investito, in quattro anni, circa 4 milioni di euro, è operare nell’area intermodale del porto di Napoli.”