Brevi notizie
Confronto dei traffici marittimi nel primo semestre 2020 nei porti italiani
Dai dati di Assoporti emerge una sostanziale uniformità nella riduzione dei traffici
di Roberta Vitillo
Il sistema portuale italiano ha subito contraccolpi rilevanti per effetto della crisi pandemica, in particolare a seguito del completo lockdown nei mesi tra marzo e maggio del 2020. Il trasporto passeggeri ha mostrato la maggiore contrazione dei volumi di traffico in conseguenza del crollo del turismo, della limitazione degli spostamenti sistematici e per altri motivi derivanti dalla minore propensione alla mobilità da parte dei cittadini. In particolare, il traffico crocieristico si è praticamente azzerato a partire dal mese di marzo 2020, mentre il traffico locale e Ro-Ro si è ridotto a livello nazionale rispettivamente di circa il 40% e il 60% nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente.
Anche i volumi di traffico relativi al trasporto merci hanno mostrato una riduzione generalizzata. In particolare, le rinfuse solide e le rinfuse liquide, prevalentemente legate all’approvvigionamento energetico (prodotti petroliferi) e di materie prime, hanno subito a livello nazionale una riduzione più marcata (rispettivamente -16% e -23%) a causa del repentino calo della produzione nella maggior parte dei settori industriali. I segmenti di traffico più legati al consumo di prodotti finali, ovvero il container a livello internazionale e il Ro-Ro a livello nazionale e mediterraneo, hanno invece mostrato riduzioni minori (-10% e -9% rispettivamente). Va però considerato il fatto che le catene di trasporto legate al container sono di solito “lunghe”, e quindi gli effetti della pandemia si sono fatti sentire un po’ dopo.
Guardando più in dettaglio i dati per singola Autorità di Sistema Portuale, si osserva una certa uniformità nella riduzione dei traffici, in linea con le variazioni percentuali nazionali, anche se con rilevanti eccezioni a livello sia di AdSP sia di tipologia merceologica. Spiccano in particolare le forti contrazioni (fino al 50% circa) dei traffici di rinfuse solide nelle AdSP del Mar Ligure Occidentale (Genova – Savona) e del Mar Adriatico Orientale (Trieste – Monfalcone), a fronte invece di una minor riduzione (rispettivamente -27% e -20%) nelle AdSP del Mar Ionio (Taranto) e del Mar Adriatico Centro Settentrionale (Ravenna).
Con riferimento ai container, hanno risentito meno della crisi i porti container inland nazionali appartenenti alle AdSP del Mar Adriatico Orientale e del Mar Tirreno Centrale (rispettivamente -3% e -4%), mentre maggiori contrazioni emergono nell’arco ligure con diminuzioni maggiori nei porti di Genova e Livorno (-10%) e ancor più La Spezia (-20%). Discorso a parte va fatto per il +28,5% di Gioia Tauro, porto peraltro di puro transhipment, che ha registrato una ripresa dopo la forte crisi dei volumi osservata nel 2019. Per quanto riguarda, invece, il traffico Ro-Ro il dato più rilevante è quello relativo all’AdSP dello Stretto di Messina che, al contrario di tutti gli altri porti nazionali, ha invece evidenziato un significativo aumento del 74% dei suoi traffici.
In ogni caso, una interpretazione consapevole della contrazione dei traffici marittimi commerciali rimane comunque di difficile interpretazione in questa fase, perché alla crisi di domanda dovuta al lockdown e al taglio della produzione ha poi fatto seguito anche una crisi dell’offerta dei servizi di trasporto, con una riduzione delle toccate nei porti e numerosi casi diffusi di blank sailing, vale a dire di cancellazione delle prenotazioni di viaggio da parte delle compagnie armatoriali.