Il successo dell’impresa Amoruso Giuseppe Spa
Dalle spedizioni doganali nel porto di Torre Annunziata al mercato internazionale nello scalo salernitano
di Anna Capasso
Negli ultimi due anni sono stati investiti oltre 10 milioni di euro in infrastrutture e in nuove tecnologie. Il gruppo Amoruso Giuseppe Spa ha iniziato un processo di sviluppo internazionale all’interno del sistema portuale. Rappresenta una realtà polivalente, gestisce l’intero ciclo operativo di movimentazione, magazzinaggio e consegna di differenti tipologie di merci. Lavora, inoltre, in diversi settori: contenitori, merci varie, crociere ed ha in gestione anche un terminal refrigerato nello scalo salernitano.
Entrando nel porto commerciale di Salerno, a colpire subito l’attenzione è la ridotta dimensione degli spazi. Sono pochi i metri di distanza tra le aree in concessione dei diversi operatori. Eppure è tutto perfettamente organizzato, nessuno intralcia il lavoro dell’altro, al contrario, c’è una quotidiana condivisione delle aree. “Gli spazi di banchina vengono alternativamente utilizzati, a rotazione, dai diversi operatori, consentendo di accogliere diverse tipologie di merce su una stessa area”, ha spiegato l’ingegnere Giuseppe Amoruso, a capo dell’impresa dal 2004.
L’attività della famiglia Amoruso è iniziata più di 100 anni fa a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, quando il bisnonno di Giuseppe Amoruso si occupava di spedizioni doganali. In seguito, l’impresa ha esteso l’attività al traffico delle merci varie. Il trasferimento nel porto di Salerno è avvenuto nel 1978. Il primo settore di cui l’impresa si è occupata è stato il traffico forestale, importando tronchi e segati in tutto il Centro e Sud Italia. Quasi per scommessa, nel 1984, hanno abbandonato questo settore, poco redditizio, per convertire l’attività al settore del mercato siderurgico. I principali clienti sono, infatti, gli stabilimenti della Fiat di Melfi, Pomigliano d’Arco e Cassino. Il settore siderurgico è diventato il core business dell’impresa portuale.
La società è leader nelle operazioni portuali di carico, scarico, trasbordo, deposito e movimentazione di ogni genere di merci e materiali. Un ampio portafoglio di clienti ha affidato la movimentazione dei loro container alla società tra cui: Tarros, Arkas, Cma, Hamburg sud, Delmas.
Nel porto di Salerno l’Amoruso Giuseppe Spa, per tutte le proprie attività opera su una superficie di quasi 50.000 mq, a cui si è aggiunta un’area retroportuale di custodia doganale di oltre 30.000 mq (a 7 km dal porto) per la movimentazione dei contenitori. Tornando all’area in concessione nello scalo, per la movimentazione di tutta la merce sono impiegate due gru semoventi, operative 24 ore su 24. La movimentazione dei contenitori è gestita tutti i giorni da un sistema computerizzato che consente, tra l’altro, di conoscere in ogni momento la loro posizione, comportando una notevole riduzione dei costi. Dal porto all’hub i materiali vengono trasferiti con un servizio di navette per alleggerire il terminal ed evitare il congestionamento dell’area. “Per essere competitivi – dichiara l’ingegnere – dobbiamo garantire innanzitutto che la merce venga scaricata velocemente dalle navi e, se necessita di stoccaggio, che venga depositata nei nostri magazzini o nell’area retroportuale”.
Negli ultimi anni la crescita dei traffici e delle dimensioni delle navi ha spinto la società a chiedere e ad ottenere un’altra area retroportuale a 14 km dal porto, nella zona industriale di Salerno. “Oggi le navi hanno notevoli dimensioni, possono trasportare fino a 25.000 tonnellate di merce, che è la capacità massima di un nostro magazzino. Stoccare un tale quantitativo di merce – ha spiegato – richiede spazi che noi siamo riusciti ad avere estendendo la nostra attività nell’area retroportuale”.
“Nel 2018 abbiamo movimentato quasi un milione di tonnellate – ha raccontato Amoruso – Questo è un record per noi”. Altro settore di traffico è quello della frutta: 17.000 mq, dove è ubicato un magazzino refrigerato che rappresenta l’unico riferimento specializzato nella gestione di prodotti deperibili, in particolar modo banane, per i mercati del Centro-Sud. L’impresa ha anche una società crocieristica la Salerno Cruises Srl, fondata nel 2009 che opera con i principali armatori europei e americani.
Il gruppo dà lavoro a 70 dipendenti, a cui si aggiungono quotidianamente circa 10 operai della compagnia portuale. L’indotto è rappresentato prevalentemente dagli autotrasportatori. Con una movimentazione di 150 camion al giorno, in entrata e uscita, dallo scalo salernitano che trasportano prevalentemente merce agli stabilimenti della Fiat. Sotto questo aspetto c’è da rilevare un cambiamento nella gestione degli stabilimenti Fiat. Lo stoccaggio della merce non avviene più all’interno delle aree industriali, ma nel porto di Salerno. La società Amoruso, quindi, gestisce il magazzino per conto del proprio cliente. “Questo ha comportato un forte investimento in macchinari per andare incontro alle esigenze del nostro cliente”, ha spiegato.
Dal 2015 l’Amoruso ha investito oltre 10 milioni di euro che hanno riguardato il rinnovamento dell’intero parco mezzi e un adeguamento delle infrastrutture, in particolare un capannone che ospita i coils. A livello informatico, per il prossimo anno, è previsto un altro investimento: il Tos, Terminal operation sistem. Questo sistema consente di ottimizzare la gestione delle attività quotidiane del Terminal, controllando e monitorando l’andamento economico dell’attività, consentendo, quindi, di adottare la migliore strategia.
Giuseppe Amoruso tiene, infine, a precisare: “Si dovrebbe dar vita, a Salerno, ad un hub retroportuale organico di tutti gli operatori, in modo da riuscire a gestire le merci in modo più agevole. A questo bisogna aggiungere l’indispensabile introduzione di percorsi burocratici snelli e agevoli che favoriscano lo sviluppo del sistema economico nazionale. Non bisogna dimenticare – ha concluso – che i porti generano quasi il 3% di Pil nazionale”.