Approfondimenti in pillole
Lucio Punzo: grandi passi in avanti. Ma basse le possibilità di attuare piani e progetti
I limiti della burocrazia e la presenza di centri decisionali poco propensi alla collaborazione
di Emilia Leonetti
- Lei rappresenta in seno all’Organismo di Partenariato Assologistica, come valuta questi primi di anni di attività dell’Organismo di partenariato? Soprattutto dal suo punto di vista si sta dando attuazione allo spirito della riforma portuale del 2016 che considera i porti come dei nodi di un sistema interconnesso mare-gomma-ferro?
“Molto positivamente. In questi anni si è sviluppato nell’Organismo di Partenariato una discussione impegnativa e concreta sui progetti di sviluppo del sistema portuale campano. Una cosa che non avveniva da tempo e che noi abbiamo accolto con grande favore. Quello che ancora manca è la traduzione di analisi e proposte in atti concreti. Volendo soffermarmi al mio settore, quello della logistica: non esistono collegamenti su ferro con gli Interporti. La mia società è operativa dal 2006, ci occupiamo di Logistica, Trasporti e Spedizioni con forte orientamento ai trasporti via ferro, in particolare dal 2006 al 2011 abbiamo, in sinergia con Interporto Campano e Ferrovie dello Stato, incrementato esponenzialmente il numero di partenze giornaliere da Napoli a Nola – fino a tre al giorno – permettendo il decongestionamento del porto con connessioni a basso impatto ambientale. Logship è oggi tra i più importanti operatori logistici, doganali e di spedizioni di Napoli. Dal gennaio 2014 sono Amministratore Delegato di T.I.N SpA (Terminal Intermodale di Nola) azienda controllata dal Interporto Campano. Crediamo fortemente al traffico su ferro e il nostro distretto rappresenta un’eccellenza a livello europeo in termini di rotte e di servizio. Ritengo pertanto di fondamentale importanza il ripristino di un collegamento su ferro dal porto all’interporto. Non ci siamo ancora riusciti pertanto abbiamo necessariamente dovuto utilizzare il gommato. In un porto importante come quello di Napoli, che potrebbe svolgere un ruolo chiave nel Mediterraneo, la mancanza di servizi adeguati penalizza e soprattutto rallenta il dispiegarsi delle sue potenzialità”.
- A suo parere l’AdSP del Mar Tirreno Centrale dovrebbe fare di più per sostenere la crescita del sistema portuale campano? In che modo? In quali ambiti?
“Il Presidente Pietro Spirito è attivissimo. Più di quello che fa non potrebbe fare. E’ da parte di altre autorità che non arrivano le risposte che ci attenderemmo. Per non parlare della burocrazia, per certi versi, ostile ai processi di cambiamento indispensabili per rendere competitivi i porti di Napoli e di Salerno. A mio parere dovremmo chiedere non solo all’Autorità Portuale ma anche agli altri centri decisionali di definire in maniera condivisa gli obiettivi, in grado di creare le condizioni e di offrire servizi adeguati allo sviluppo dei porti campani, rispettando i tempi. Una sorta di business plan concordato con Comune, Regione, Governo e Autorità Portuale capace di realizzare nei tempi previsti i processi di ammodernamento del sistema portuale campano”
- Quale ruolo ha il cluster marittimo in questo processo di efficientamento del sistema e di raggiungimento degli obiettivi?
“Il confronto in corso è per me già un risultato positivo. Rispetto a qualche tempo fa in cui ogni operatore non solo lavorava per sé, ma non dialogava con gli altri, passi in avanti sono stati fatti. Si tratta di mettere a punto iniziative che aiutino a sbloccare progetti e piani condivisi. Il Presidente Pietro Spirito potrà contare sul nostro supporto e credo anche di una parte ragguardevole del cluster marittimo.”