Intervista al Segretario Generale dell’AdSP di Napoli, Salerno, Castellammare di Stabia
Il modello di gestione di Salerno: esempio di collaborazione e di sapiente uso degli spazi
Di Emilia Leonetti
- Francesco Messineo, nella sua veste di Commissario del porto di Salerno, quali ritiene che siano le priorità, come intende procedere sia sul piano degli investimenti e su quello organizzativo interno dell’Autorità di Salerno?“Le priorità sono quelle legate allo sviluppo infrastrutturale del porto. Significa garantire il monitoraggio dei lavori in corso, a partire dalla Porta Ovest che purtroppo ha subito nel tempo diversi rallentamenti. Uno degli ultimi è legato alla condizione di dissesto economico dell’impresa appaltatrice. Devo però precisare che i lavori stanno andando avanti e noi siamo impegnati per assicurare la prosecuzione e l’ultimazione dei lavori. L’opera è indispensabile perché l’attuale viadotto non può più soddisfare i collegamenti viari per la città e per il porto. Con l’ultimazione della Porta Ovest, raddoppieremo la viabilità esistente in ingresso e in uscita per la città e per lo scalo, riducendo i tempi di percorrenza grazie ad un sistema di gallerie. Le altre opere di rilevanza strategica sono il dragaggio, la modifica dell’imboccatura del porto, mettere in rete le iniziative che gli imprenditori dello scalo hanno autonomamente messo in campo per soddisfare la domanda di spazi retroportuali per lo stoccaggio della merce.Sul piano, interno all’Autorità, si tratta di lavorare per far sì che dal 1 gennaio 2018 si realizzi l’integrazione delle organizzazioni di Napoli e Salerno nell’unico Ente AdSP. Dobbiamo organizzare, in vista dell’integrazione, il personale e gli uffici. Bisogna garantire che i porti del sistema funzionino con la stessa efficienza e efficacia, individuando modelli organizzativi adeguati all’obiettivo. Sul piano amministrativo dovremo definire delle regole che possano essere applicate indifferentemente nei porti dell’AdSP.”
- Vorrei soffermarmi sui lavori. Uno dei lavori ritenuti “urgenti” è quello del dragaggio dei fondali. Manca ancora il parere del Ministero dell’Ambiente. Cosa occorre fare per sbloccare la situazione e far partire la gara per i lavori?“Mi preme sottolineare che il dragaggio è la nostra priorità. Perché limita le attività commerciali e impedisce l’utilizzo della nuova Stazione Marittima, progettata da Zaha Adid. Siamo in attesa che il Ministero dell’Ambiente esprima il parare sulla Valutazione di Impatto Ambientale. Il Presidente Pietro Spirito e io siamo costantemente in contatto per fornire la documentazione richiesta e per ottenere, ci auguriamo, nel giro di poche settimane il decreto VIA. Siamo anche consapevoli che una volta avuto l’assenso del Ministero dovremo approvare il progetto definitivo e poi metterlo a gara con la procedura dell’appalto integrato. Vuol dire che l’impresa aggiudicataria dovrà predisporre il progetto esecutivo prima di iniziare i lavori”
- Tempi stimati?“Alcuni mesi. Nelle more dell’avvio dei lavori procederemo con il “livellamento dei fondali”. Si tratta di un’opera di un costo inferiore al milione di euro, cosa che ci consentirà un percorso di gara e di aggiudicazione dei lavori più rapido. Livellare i fondali comporta la rimozione della sabbia presente sui dossi, che si formano a causa delle manovre delle navi, per disporla nei fossi. E’ chiaro che il pescaggio dei fondali, così ottenuti, è modesto, ma a noi serve per dare una risposta temporanea alla richiesta urgente delle compagnie di avere pescaggi adeguati alle dimensioni delle navi.”
- La riforma punta a fare dei porti il primo nodo del sistema logistico. Salerno è un porto stretto tra la montagna e il mare, attualmente privo di un ‘area retroportuale, privo di collegamenti su ferro. A suo parere, come si potrà superare questo che attualmente è un limite, non solo allo sviluppo dello scalo, ma anche alla sua piena integrazione nel processo di riforma in vigore.“Devo premettere che Salerno è uno straordinario esempio di come una serie di vincoli geografici e infrastrutturali abbiano costretto la comunità portuale a lavorare con standard di eccellenza. Salerno ha fatto di necessità virtù. L’Autorità Portuale di Salerno e gli operatori del porto hanno creato un modello di gestione basato sull’uso intensivo di banchine pubbliche e su un’organizzazione del lavoro stringente che permette a più imprese di settori merceologici differenti di ruotare, nell’arco della giornata, in base ad un’esigenza effettiva, perché legata all’ arrivo della nave. Mi spiego: tutta l’organizzazione del porto è pensata dall’Autorità Portuale, dall’Autorità Marittima, dagli imprenditori, dai lavoratori come un’infrastruttura che deve operare H24, 7 giorni su 7. Le concessioni a Salerno prevedono che fino a 25 m. dal ciglio banchina l’area sia pubblica e che quindi in base alle effettive necessità gli operatori la utilizzino. Questo, come dicevo, permette un uso intensivo, regolato e condiviso degli scarsi spazi a disposizione.”
- E’ chiaro che una volta ultimata la Porta Ovest, una volta realizzato il dragaggio il porto di Salerno si troverà in condizioni di maggiore competitività nell’ambito del sistema del Mar Tirreno Centrale. Resta in sospeso, però, nello spirito delle riforma, il tema dell’area retroportuale.“In realtà, come le avevo anticipato, già oggi le imprese, in maniera autonoma, hanno individuato delle aree retroportuali che migliorano il flusso di ingresso e di uscita dal porto. Obiettivo, dunque, dell’Autorità di Sistema sarà quello di mettere in rete le iniziative avviate in modo apprezzabile dagli operatori privati e di ricondurre le diverse esperienze in un’ottica di condivisione pubblica. Si potranno in questo senso individuare anche ulteriori aree da integrare nel sistema, alcune delle quali potranno essere trasformate in Zone Economiche Speciali. Dove quindi insediare attività di tipo logistico e industriale.”
- Veniamo ai traffici. In quali settori, il porto di Salerno ha margini di crescita significativa? Crociere? Container? Auto? In che modo fare parte del sistema potrebbe favorire l’aumento dei traffici?
“Noi manterremo la multifunzionalità dello scalo salernitano. Perché le infrastrutture di Salerno, come precisavo, sono condivise tra i diversi settori merceologici. E’ stato uno dei punti di forza del porto. I cicli economici non sono mai completamente prevedibili, soprattutto a medio termine. Questo comporta che in alcuni periodi alcune tipologie di traffico crescono e altre calano.
Il porto di Salerno, in questi decenni, nel suo insieme, è costantemente cresciuto. Questo è dovuto al fatto che l’infrastruttura è, sempre, facilmente utilizzabile da un operatore piuttosto che da un altro grazie alla flessibilità del modello gestionale. Il punto importante da sottolineare è che né Napoli, né Salerno potranno raggiungere volumi di traffico non dimensionati rispetto al sistema industriale che definisce la quantità delle merci da scambiare. Ogni porto dovrà crescere per dare una risposta adeguata e ottimale ai propri clienti. Tornando a Salerno, con il lavoro di dragaggio, con Porta Ovest, con la modifica dell’imboccatura del porto e con la connessione alle aree retroportuali si creeranno le condizioni per soddisfare la domanda di traffico ancora per molti anni in tutti i settori che lei indicava”