L’opinione
Sponda Sud del Mediterraneo: le nostre opportunità
di Paolo Celentani, founding Partner MODE Consulting s.r.l. Roma.
Le cronache quotidiane hanno purtroppo spinto molti di noi a considerare la sponda Sud del Mediterraneo come fonte di problemi e preoccupazioni.
I dati e le considerazioni riportati in questa breve nota hanno lo scopo di documentare le opportunità, per l’economia italiana e per il Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, derivanti dallo sviluppo dell’economia di quattro Paesi della sponda Sud: Egitto, Tunisia, Algeria e Marocco.
Queste quattro Nazioni della sponda Sud, tutte destabilizzate in misura più o meno significativa dalla stagione della primavera araba, a partire dalla fine del 2010, hanno oggi recuperato una apprezzabile stabilità politica e istituzionale. Non altrettanto può dirsi, purtroppo, della Libia, che per questo motivo è stata esclusa dall’analisi.
Le economie di questi quattro paesi hanno consolidate tradizioni di partnership con quelle della sponda Nord, Italia inclusa. Appare utile capire quanto questi legami economici abbiano resistito agli impatti delle crisi nazionali e quali prospettive possano delinearsi. Faremo quindi riferimento ai dati di interscambio internazionale di fonte ONU, così come riportati dal motore di visualizzazione dell’Observatory of Economic Complexity del Massachusset Institute of Technology media lab (https://atlas.media.mit.edu). Consiglio vivamente di visitare questo sito, che fornisce uno straordinario aiuto a chi voglia effettuare analisi, anche di estremo dettaglio, sui dati di interscambio commerciale.
L’EGITTO ha ripreso un buon ritmo di crescita economica e per il 2019 si prevede un tasso di crescita reale del 5,3% (fonte: IMF). L’interscanbio complessivo di merci nel 2017, ultmo anno disponibile, è sostanzialmente tornato ai livelli pre-crisi: 94,2 miliardi di dollari contro i 96,7 del 2010, pur con un più accentuato sbilancio del valore delle importazioni rispetto a quello delle esportazioni. Nel periodo 2010-2017 l’incidenza degli scambi commerciali con i paesi del continente europeo è cresciuta e vale il 34,8% all’export e il 43,3% all’import, contro il 33,8 e il 41,4 del 2010. Tra i paesi europei il ruolo dell’Italia è assai significativo, essendo la seconda destinazione delle esportazioni egiziane e la quinta provenienza delle sue importazioni, con importi di 2 miliardi di dollari di esportazioni e di 3,2 miliardi di importazioni. La quota italiana sia sull’export che sull’import è leggermente calata, in conseguenza di una forte svalutazione della sterlina egiziana, che ha perso circa il 60% del valore rispetto all’Euro. Le difficili relazioni diplomatiche possono aver giocato un ruolo non favorevole.
Nella articolazione per merceologia, i primi tre prodotti esportati dall’Egitto in Italia sono tutti dell’industria estrattiva, e in particolare il petrolio greggio con un peso del 21%, seguito dal minerale di alluminio e dal gas naturale con pesi del 9,1 e del 7,9%. Le importazioni dall’Italia vedono come prime tre merceologie il petrolio raffinato, e i prodotti della meccanica, in particolare valvole e caldaie.
Tabella 1: Composizione delle importazioni dell’Egitto dall’Italia (2017)
La TUNISIA è stata, come è noto, duramente colpita da episodi di terrorismo che ne avevano fortemente ridotto il flusso di turismo internazionale, con ricadute negative anche sulle prenze croceristiche dei porti tirrenici. Nell’ultimo outlook il Fondo Monetario prevede che il Paese ripristinerà nel 2019 le presenze turistiche ante crisi e questo fa ben sperare nella ripresa dell’economia, che viene prevista in crescita nel 2019 del 2,9%. L’interscambio globale della Tunisia, nel confronto tra il 2010 e il 2017 risulta ridotto da 41,6 miliardi di dollari a 36,9 miliardi, ma anche in questo caso il peso dell’Europa è aumentato, in particolare all’export, per il quale l’Europa assorbe l’80,1% delle destinazioni. La posizione dell’Italia è di preminenza, essendo il secondo partner dopo la Francia all’export ed il primo, a pari valori della Francia, all’import. I valori assoluti sono significativi e del tutto analoghi a quelli tra italia ed Egitto, nonostante le ben più contenute dimensioni del Paese: 2,6 miliadi di dollari di export verso l’Italia e 3,3 miliardi di import dal nostro Paese.
Tabella 2: Composizione delle importazioni della Tunisia dall’Italia (2017)
L’ALGERIA ha mantenuto una maggiore stabilità in confronto agli altri Paesi, ed è accreditata di una previsione del PIL per il 2019 del +2,5%. Tra il 2010 e il 2017 le sue importazioni sono crescite da 42,4 a 46,9 miliardi di dollari, mentre le esportazioni sono calate da 59,9 a 37,4 miliardi di dollari, a causa principalmente della forte riduzione del prezzo del petrolio. L’Italia è il primo paese di destinazione delle sue esportazioni, con 5,36 miliardi di dollari (l’81% è costituito dal gas metano e il resto da petrolio).
Anche le importazioni dall’italia sono assai significative, con 3,62 miliardi, il 7,7% del totale, che pone il nostro paese in posizione di terzo partner all’import. L’italia esporta in Algeria principalmente petrolio raffinato, prodotti siderurgici e macchinari per l’industria alimentare. Il peso dell’Europa nel suo insieme è intermedio rispetto ai due paesi precedentemente esaminati, attestandosi al 58,5% all’export e al 52% all’import.
Tabella 3: Composizione delle importazioni dell’Algeria dall’Italia (2017)
Il MAROCCO, infine, è dei quattro il Paese con relazioni economiche meno intense con l’Italia; esse sono però in rapida crescita. L’Italia è il quarto partner all’export ed il quinto all’import, con valori rispettivamente di 1,13 e di 2,11 miliardi di dollari. Importiamo dal Marocco prevalentemente automotive, filati e conserve ittiche ed esportiamo petrolio raffinato, accessori elettrici ed automotive. La quota dell’Italia sulle esportazioni marocchine è cresciuta tra il 2010 e il 2017 dal 3,9 al 4,5%, ed ancor più è cresciuta per le importazioni, dal 4,7 al 5,6%. L’economia sta crescendo in maniera armonica, sospinta da investimenti infrastrutturali e sviluppo del turismo, e per il 2019 si prevede una crescita del 3,2%. L’Europa costituisce oltre il 70% sia delle origini che delle destinazioni di interscambio.
Tabella 4: Composizione delle importazioni del Marocco dall’Italia (2017)
In sintesi, ciascuno di questi quattro Paesi della sponda Sud del mediterraneo conta per l’economia italiana all’incirca quanto partners comunitari come la Slovacchia, la Grecia o la Danimarca, e più di altri come la Croazia o la Bulgaria.
Ma, quel che più conta, per ciascuno dei quattro Paesi l’Italia è un partner principale, cui quella nazione guarda con interesse e ammirazione.
Appare addirittura scontato sottolineare l’importanza di questi paesi per il sistema dei Porti campani e dei territori ad essi collegati. Sono i nostri interlocutori storici, sono cresciuti con noi e anche grazie a noi e viceversa. Guardano all’Europa come sistema di riferimento e stanno ridisegnando le supply chain di tutte le filiere industriali, sia all’export che all’import. Le nuove opportunità per la logistica e per l’integrazione industriale e commerciale sono lì, alla luce del sole, sulle sponde del Mare Nostrum.