Approfondimenti in pillole
Antonio Aiello: diverse le situazioni di crisi nei porti di Napoli e Salerno
La Uil Trasporti chiede all’AdSP nette strategie di tutela dell’occupazione
di E.L.
- Lei rappresenta il mondo del lavoro in seno all’Organismo di Partenariato. In questi anni come sono mutate le relazioni sindacali e in che modo la presenza nell’organismo consultivo incide sul lavoro nei tre porti del sistema campano?
“Rispetto ai tempi precedenti la riforma della Legge 84/94 sono cambiate molte cose. La natura consultiva dell’O.D.P. affida la risoluzione di problematiche anche complesse soltanto alla capacità di dialogo ed al buon senso delle parti. Spesso funziona. A volte, come sulle modifiche al Piano dell’Organico del Porto che abbiamo chiesto anche con forti mobilitazioni dei lavoratori, funziona meno.”
- Quali sono le novità nella fornitura di manodopera temporanea? In questi mesi abbiamo assistito a diversi scioperi dovuti al tentativo di alcune imprese di non far ricorso alla CULP. Cosa sta accadendo? In generale quali sono i principali mutamenti intervenuti nel lavoro portuale?
“Negli ultimi mesi abbiamo vissuto momenti di forte tensione legati alla tendenza che si va diffondendo tra le compagnie armatoriali di ricorrere ai lavoratori marittimi per operazioni di carattere squisitamente portuale. Il rizzaggio, il derizzaggio e tutte le altre operazioni portuali non possono in alcun modo essere gestite in autoproduzione. Da questo punto di vista il ruolo delle Culp di Napoli e di Salerno, afflitte da crisi che hanno genesi diverse ma impatti comunque negativi sui lavoratori, deve restare centrale per lo sviluppo dei nostri scali. Restiamo convinti che prima di tutto le Culp vadano messe in sicurezza utilizzando gli strumenti che le norme consentono alle ADSP di adottare per gestire al meglio le crisi aziendali. In secondo luogo, i Piani per l’Organico dei nostri porti devono definire precise ed efficaci strategie di tutela dell’occupazione portuale per le Culp, ma non solo. Sono diverse le situazioni di crisi che si registrano nei porti di Napoli e di Salerno, ancor più paradossali dentro gli scali di un’Adsp come quella del Mar tirreno Centrale che ha fatto dello sviluppo di traffici l’obiettivo su cui misurare la propria efficacia. Per quanto riguarda la seconda parte della sua domanda, il principale mutamento per noi è che le compagnie di navigazione per aumentare l’utile d’impresa tendono verso l’autoproduzione. Noi non possiamo consentirlo perché il lavoro portuale deve svolgerlo la CULP e quello marittimo dal marittimo distinguendo i due ruoli. Diversamente esponiamo al rischio licenziamenti o alla Cassa integrazione i lavoratori della CULP.”
- In che modo il suo sindacato contribuisce alla crescita dell’occupazione nei porti del sistema portuale campano? Soprattutto ritiene che il sindacato debba riconsiderare il modo di rappresentare il lavoro portuale e di interpretare le relazioni sindacali con l’Autorità Portuale ma anche con le imprese?
“La UilTrasporti sostiene il lavoro portuale, per conservare quello esistente e favorire opportunità di crescita dell’occupazione, partendo dal rispetto delle regole. Contrastare fenomeni come quello dell’autoproduzione è una forma di legittima difesa del lavoro portuale che pratichiamo nel rapporto unitario con le altre Organizzazioni Sindacali. Sostenere iniziative per la sicurezza sul lavoro, come il Protocollo per la sicurezza nel Porto di Napoli recentemente sottoscritto insieme agli operatori economici, è un altro modo di contrastare la tendenza fenomeni che riducono l’occupazione incrementando in modo indiscriminato e pericoloso tempi e carichi di lavoro. Su questo fronte molto è stato fatto e molto c’è da fare ancora, ma il peso dell’impegno non ci scoraggia. C’è un altro fronte che riteniamo strategico. È quello della programmazione delle attività e dell’adeguamento delle infrastrutture, dei collegamenti tra porto e retro porto inteso come interconnessione con il sistema dei trasporti e con gli interporti che insistono soprattutto nei territori a ridosso dello scalo partenopeo, della giusta collocazione del Porto di Napoli all’interno della ZES che va aiutata a diventare un importante attrattore di investimenti ed attività imprenditoriali. Su questi temi il confronto con l’Adsp, con le istituzioni e con il mondo delle imprese è particolarmente importante, nell’O.D.P. ed in tutte le sedi in cui è possibile esercitare un confronto concreto e costruttivo. Volendo chiedere un particolare impegno all’Adsp del Mar Tirreno Centrale, credo sia giusto chiedere proprio questo. Di rendersi ancor più promotrice di un rapporto finalmente virtuoso tra tutti i soggetti che possono concorrere allo sviluppo della portualità a Napoli ed in Campania. In conclusione i porti del sistema portuale sono fondamentali per l’economia e l’occupazione della Campania. Per questo dopo gli anni del Commissariamento dell’Autorità portuale, bisognerebbe lavorare tutti: dalle Istituzioni ai rappresentanti del mondo del lavoro e del cluster marittimo per dare forza al sistema portuale in termini infrastrutturali ma anche di condivisione delle scelte per il raggiungimento degli obiettivi.“