Approfondimenti in pillole
AdSP: le incongruenze della riforma portuale del 2016 alla base dei limitati risultati dei sistemi portuali
Pasquale Russo, Presidente Confcommercio, analizza le criticità e propone alcune soluzioni
di Emilia Leonetti
- Lei rappresenta in seno all’Organismo di Partenariato Confcommercio come valuta questi primi di anni di attività dell’Organismo di partenariato? Soprattutto dal suo punto di vista si sta dando attuazione allo spirito della riforma portuale del 2016 che considera i porti come dei nodi di un sistema interconnesso mare-gomma-ferro?
“L’Organismo di Partenariato si riunisce e sviluppa le tematiche secondo quanto previsto dalla legge di riforma. E’ un organismo con poteri esclusivamente consultivi e non ha dunque alcun potere decisionale. Noi all’interno dell’ Organismo ci occupiamo di tutte le questioni portuali secondo quanto previsto dalla norma. Devo, quindi, precisare che ho delle critiche da fare non nei riguardi dell’ Organismo di Napoli, ma in generale sui poteri che la legge gli riconosce. Non ha infatti la possibilità di fornire contributi incisivi e questo secondo me è un limite alla possibilità degli operatori di contribuire alle scelte dell’ Autorità. Il contributo degli operatori portuali è minimo, ma dobbiamo constatare che questo è quanto ha deciso il legislatore. Venendo, invece, alla riforma del 2016 devo precisare che si era partiti con uno spirito giusto perché aveva inserito le Autorità Portuali in una logica nazionale e una logica di sistema aggregando porti limitrofi e riducendo il numero delle Autorità Portuali. Quello che, a mio parere , è mancato è stato un processo di integrazione che portasse da un lato ad una maggiore specializzazione dei porti in una logica di sistema e dall’altro alla definizione di una strategia anche nazionale che potenziasse gli scali di uno stesso sistema portuale, in modo da renderli capaci di attrarre maggiori traffici. Ad oggi, come dicevo, questo non è avvenuto. Così come ancora oggi esistono difficoltà/ capacità delle Autorità di Sistema di utilizzare le risorse finanziarie che pur ci sono, dovuta prevalentemente alla sovrapposizione di competenze. Voglio dire che L’Autorità di Sistema non ha un’ autonoma capacità di intervenire e di portare a compimento le scelte che riguardano gli scali del Sistema Portuale di riferimento. Le Autorità di Sistema sono oggettivamente frenate dalle interferenze che altri enti e Ministeri possono esercitare. E’ chiaro che, accanto alle limitazioni nella potestà decisionale dell’ Autorità, pesa anche la presenza di procedure estremamente farraginose che contribuiscono a quella difficoltà/capacità di cui parlavo prima. Un esempio su tutti è quello delle procedure per effettuare i dragaggi nei porti che, nonostante la riforma e il Decreto “Ambiente”, richiede un numero eccessivo di passaggi sia per le autorizzazioni a dragare e sia per lo smaltimento dei materiali. Un’ ultima riflessione riguarda il potere del Presidenti delle AdSP, degli apparati spesso insufficienti, di cui le Autorità sono dotate. Complessivamente esistono competenze, procedure, strutture organizzative, non all’altezza dei compiti che le Autorità dovrebbero svolgere per rendere competitivi i nostri scali. In conclusione la riforma, che è nata con finalità positive, si è invece rivelata incapace di affrontare i problemi legati allo sviluppo dei nostri porti.“
- A suo parere l’AdSP del Mar Tirreno Centrale dovrebbe fare di più per sostenere la crescita del sistema portuale campano? In che modo? In quali ambiti?
“Manca un regolamento sui canoni concessori che superi le differenze di trattamento ancora esistenti tra i porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. Bisognerebbe, a mio parere, definire delle linee guida omogenee relativamente al pagamento dei canoni concessori per i porti del sistema campano. Ci vorrebbe una regia nazionale e anche locale per la pianificazione e il funzionamento dell’ Autorità di Sistema Portuale. Tornando all’ Autorità del Mar Tirreno Centrale, ritengo che si dovrebbe porre attenzione maggiore ad una serie di opere infrastrutturali di più facile realizzazione. Voglio dire che ritengo eccessiva l’ attenzione sul nodo ferroviario che resta un investimento estremamente impegnativo e che, in mancanza di una domanda di trasporto superiore ai 450 km, non è competitivo. L’AdSP dovrebbe concentrare gli sforzi su opere più convenienti e più utili dal punto di vista degli investimenti e dei risultati. Per questo la mia Confederazione ha più volte criticato le scelte che L’Autorità di Sistema Portuale sta portando avanti. Le critiche hanno riguardato anche i tempi di realizzazione del nuovo Terminal di Levante perché dopo tanti anni non è ancora concluso. Non è certo responsabilità dell’ attuale Presidente, ma è un dato incontrovertibile. E’ il segno che nell’arco di circa un ventennio non si è riusciti a realizzare opere di ammodernamento dello scalo partenopeo. Mi riferisco anche al Molo Beverello, i cui lavori sono stati appaltati solo poche settimane fa . Anche in questo caso si tratta di un progetto pensato oltre 10 anni fa. Con questo voglio affermare che pensare un’opera in un tempo e iniziare a realizzarla anni e anni dopo può rendere la stessa non più attuale. Non è una critica ma è voler evidenziare che tra le progettazioni e la messa in opera passa un tempo talmente ampio che pone necessariamente interrogativi sulla validità e attualità dell’opera. Per concludere, credo che l’ Autorità potrebbe fare molto di più sul piano della digitalizzazione dei controlli. Che sia il progetto dell’ Agenzia delle Dogane, o di un altro soggetto non ha importanza, l’importante è che si faccia rapidamente perché migliorerebbe l’organizzazione delle attività all’interno dello scalo e velocizzerebbe i controlli doganali ai terminal, facilitando la mobilità in entrata e in uscita dei mezzi su gomma .“
- Quale ruolo ha il cluster marittimo in questo processo di efficientamento del sistema e di raggiungimento degli obiettivi?
“Il nostro ruolo lo svolgiamo proponendo tavoli di approfondimento, suggerendo soluzioni su tematiche legate a diverse questioni. Di recente abbiamo proposto la costituzione di una commissione che elabori le proposte per un nuovo regolamento sui canoni concessori. Abbiamo, inoltre, presentato una serie di proposte per migliorare la viabilità all’interno dello scalo. Il nostro compito principale, per le ragioni spiegate all’inizio della nostra intervista, resta quello di essere un pungolo e uno stimolo nei confronti dell’ Autorità di Sistema Portuale. Oltre all’impegno che come Confcommercio e come singole associazioni stiamo portando avanti, non credo che sia possibile fare di più e questo per le ragioni esaminate ed enunciate nelle risposte precedenti. Vi sono degli elementi che si sono nel tempo stratificati e che diventa ormai difficile recuperare . Vi sono delle questioni che superano il livello territoriale e che andrebbero affrontate per dare alle Autorità un maggior potere decisionale e di attuazione dei piani, che pur vengono, periodicamente, messi a punto.“