L’Opinione
Assoporti incontra International Propeller Clubs
Si è discusso del sistema portuale italiano e delle condizioni per il suo sviluppo
Marina Tevini*
Il “The International Propeller Clubs” ha organizzato, lunedì 17 febbraio 2020, un incontro tecnico nella sede di Assoporti per discutere l’andamento della portualità italiana nel Mediterraneo e lo stato dell’arte delle ZES/ZLS.
All’incontro hanno partecipato i Presidenti dei Propeller Clubs, i Presidenti delle AdSP Italiani, i rappresentanti delle Associazioni di categoria e l’Amm. Ispettore Capo del Comando Generale delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera, Giovanni Pettorino.
Il presidente di Assoporti Daniele Rossi ha sottolineato il momento difficile nel quale si trovano tutte le AdSP, con un futuro incerto e ricco di grandi sfide, che richiedono un efficace dialogo con le istituzioni per poter essere affrontate al meglio. Istituzioni. Ha ribadito che non sempre supportano adeguatamente le AdSP e gli operatori portuali italiani, nonostante il peso rilevante che rivestono la portualità e la logistica per l’economia del Paese (3% del PIL).
Il Presidente dell’International Propeller Clubs Umberto Masucci ha rimarcato come il Club da lui presieduto sia inclusivo e che, per la sua natura super partes, sia la sede ideale per condividere idee e proposte di tutto il cluster marittimo, onde realizzare un’unità di intenti in grado di portare la portualità italiana a ricoprire un ruolo fondamentale nel Mediterraneo.
L’Amm. Ispettore Capo Giovanni Pettorino ha posto l’accento sulla complessità della nostra legislazione, aspetto che ne rende spesso difficoltosa l’applicazione. Pettorino ha ricordato inoltre la lentezza endemica dell’Italia nel recepimento delle direttive europee, con conseguenti difficoltà e vuoti normativi quali ad esempio la mancanza di una regolamentazione sulle concessioni. E’ forte, pertanto, la necessità di semplificare ed integrare le normative vigenti per consentire lo sviluppo della nostra portualità e della nostra logistica.
Alessandro Panaro, Responsabile Maritime & Energy Dept. Di SRM/Banca Intesa, oltre che voce scientifica del Propeller Nazionale, ha illustrato le dinamiche e le prospettive dei porti italiani nel Mediterraneo. Panaro ha posto in rilievo come la movimentazione dei container sia cresciuta in tutte le aree del mondo e particolarmente nel Mediterraneo. Il Canale di Suez ha superato il miliardo di tonnellate in transito, con le sue meganavi e le petroliere.
Si prospetta ora una nuova rotta, quella Artica, ma non è chiaro, se sarà un’opportunità favorevole ai traffici, viste le molte problematiche che pone, sia di costo sia ambientali, oltre al fatto che si dovrà navigare in territorio russo.
Altro punto rilevante, toccato da Panaro, è stato il focus sulla situazione attuale delle Zone Economiche Speciali (ZES). Le Free Zone nel mondo hanno coinvolto quasi 150 paesi ed impiegano tra i 90 ed i 100 milioni di lavoratori diretti. In Italia sono 8 le ZES introdotte nelle regioni del Mezzogiorno oltre ad una zona logistica semplificata a Genova.
In Abruzzo, Sicilia Occidentale e Sicilia Orientale si è alla fase iniziale, in Puglia/Molise manca il comitato di indirizzo completo, la ZES Jonica (Puglia/Basilicata).
La ZES Calabria e la ZES Campania sono pronte a partire, la ZES Sardegna è mancante del DPCM firmato e del Comitato di indirizzo completo. Ad oggi si registrano problematiche per la definizione delle aeree, non decollano gli incentivi burocratici, non si conoscono i dati sul credito di imposta e, soprattutto, non è noto quale sarà l’impatto sul traffico portuale. Resta da vedere se il problema sarà risolto dai commissari nominati dal Governo e se essi avranno poteri speciali per far decollare le ZES.
Ivano Russo, Direttore Generale di Confetra, ha affermato che per far decollare i porti italiani si dovrà modificare il titolo V della Costituzione (Autonomia delle Regioni); solo così si potrà ripartire, sempre lavorando nell’alveo dei parametri legislativi.
Fabrizio Zerbini, Vice Presidente Propeller Clubs e terminalista triestino, ha sottolineato come la rotta artica non dovrebbe essere una preoccupazione per il traffico nel Mediterraneo in quanto non sarà utilizzata da compagnie quali MSC e CMA CGM per le note ragioni ambientalistiche. Ha voluto poi ricordare la peculiarità del porto di Trieste, porto franco internazionale, i cui collegamenti ferroviari con l’Est lo portano ad essere un hub di alto interesse per l’interscambio terra -mare nel mercato del Centro-Est europeo.
In conclusione il Presidente Masucci ha chiesto al Presidente di Assoporti Rossi e all’Amm. Ispettore Capo G. Pettorino di incontrarsi per formulare alcune proposte sintetiche in tema di semplificazione da portare al Governo, ribadendo naturalmente la disponibilità di tutto il Cluster marittimo a fornire ogni aiuto possibile.
*Segretario Generale
The International Propeller Clubs