Museo del mare di Napoli: l’esperienza del MU.MA per il progetto del porto
Nicoletta Viziano:”la ricetta del successo sta nella comunicazione”
Di Emilia Leonetti
Nel porto antico di Genova, nei pressi dell’Acquario, si trova il Galata Museo. Un edificio moderno, concepito come storia di armatori, di uomini di mare, come spazio di ricerca, di confronti, aperto nel 2004, visitato, dati 2017, da oltre 200 mila persone ( 60 mila nei primi anni). Anche gli spazi allestiti sono cresciuti nel tempo: da 5 mila mq. sono passati a 12 mila mq. .
“La nostra ricetta- dice il Presidente Nicoletta Viziano- è combinare novità di contenuti con innovazioni del contenitore. Sono in corso i lavori di rifacimento della hall del museo che inaugureremo prima dell’estate. Mentre per quanto riguarda i contenuti, il nostro intento è offrire nuove occasioni per tornare.”
L’ufficio del neo Presidente del Mu.Ma ( è stata nominata a gennaio 2018) si trova al quarto piano. Una sala con un grande tavolo al centro e grandi oblò che si affacciano su Calata De Mari. In lontananza l’Aquario, gestito dalla stessa società che ha in gestione il Galata. Si tratta della società “Costa Edutainment spa”. L’affidamento è il risultato di un bando di gara internazionale “ed è importante- precisa Nicoletta Viziano- che si occupi della gestione ordinaria dei due siti museali. Crea integrazione e valore aggiunto”.
- Restando sul “valore aggiunto”, il Mu.Ma, con il suo Direttore, sta collaborando attivamente alla definizione del progetto del Museo del Mare negli ex Magazzini Generali. Possiamo affermare che rappresentate l’elemento di congiunzione tra i porti di Napoli e di Genova?
“Sicuramente l’inizio della collaborazione che si è avviata con il progetto “Museo del Mare” agli ex Magazzini Generali è una sinergia importante. Genova e Napoli sono storicamente porti di matrice complessa , turistica, di scambio delle merci e credo che oggi il tema sia costruire, all’interno di una strategia nazionale, il sistema dei porti, in grado di risollevare le sorti del settore marittimo, e non solo. Vi sono, oggi, diversi esempi di collaborazione: la Shipping Week che si tiene un anno a Genova e un anno a Napoli, per restare nel campo del mare, ne è una prova. Vi sarà, poi, a giugno il Forum dell’associazione dei Musei Marittimi. Anche a livello culturale e Napoli è stata individuata come punto per la promozione e per la diffusione di ciò che i Musei del Mare possono rappresentare. Per poter guardare al futuro bisogna pensare al passato, la tradizione è fondamentale per delineare il futuro.” - In questo senso, entrando nel merito del Galata Museo del Mare: è un luogo che deve mettere in connessione il passato, il presente e il futuro? Quali sono, in base alla sua esperienza, i punti che rendono fortemente attrattivo il Museo del Mare di Genova?
“Il Galata Museo del Mare di Genova, dal 2004, quando è stato aperto nell’edificio in cui ora ci troviamo, ha visto più che raddoppiare i visitatori. Siamo oggi ad oltre 200 mila all’anno da 60 mila. Questo sviluppo è stato reso possibile perché anche lo spazio espositivo è cresciuto: da 5 mila mq. allestiti a 12 mila mq. . Quello che curiamo sono i contenuti. Il Museo si deve rinnovare. L’anno scorso, ad esempio, è stata aperta la sala degli armatori, dove, oltre alla storia degli armatori genovesi, si trova un’area con un simulatore per far provare al visitatore la sensazione di “navigare”, “pilotare”, decidendo se farlo con il mare calmo o in tempesta. La “spettacolarizzazione” del museo è servita a far tornare visitatori che già ci avevano visitato. La mia mission è rendere interessante tornare. Stiamo completando il restyling della hall che verrà inaugurata a breve per rinnovare il contenitore oltre che i contenuti.” - La capacità di essere innovativi è, dunque, uno degli aspetti che devono caratterizzare un museo del mare?
“Sì perché oggi il visitatore desidera sentirsi parte di un museo. Gli elementi attraenti sono diversi. All’interno del Galata abbiamo la sezione MEM-Memoria e Migrazioni, inaugurata nel 2012, pensata per essere interattivo.” - In che modo Il Museo si inserisce nella promozione turistica della città di Genova?
“Ha un ruolo, a mio parere significativo. Contribuisce a migliorare l’offerta turistica di Genova. Dei 200 mila visitatori, la metà sono stranieri. Sono aumentati molto i numeri da quando abbiamo inserito la visita al “sommergibile”, altra nostra recente innovazione perché si può entrare e vedere come si naviga..” - Scusi se la interrompo ma vorrei tornare sulla domanda iniziale: la collaborazione tra il Mu.Ma e l’AdSP del Mar Tirreno Centrale. È stato importante per l’esperienza che il Direttore Pierangelo Campodonico porta nel lavoro in corso per realizzare il Museo del Mare nel porto di Napoli. La domanda è se il “modello Mu.Ma” di Genova è esportabile a Napoli?
“Ritengo di sì. La nostra esperienza è iniziata nel 1996 nei Magazzini del Cotone. Ci siamo spostati qui, al Galata, nei primi anni duemila. Il Direttore Campodonico l’ha creato, l’ha visto crescere. Devo però precisare che ogni modello è esportabile se c’è la volontà di realizzarlo. Lo stesso lavoro ci è stato chiesto per il Principato dell’Oman. Deve essere poi adattato al sito, alle condizioni del luogo. La prima condizione per avere successo è avere voglia di raccontare. Napoli, in questo senso, ha tanto da raccontare sul mare e sulla navigazione” - In base alla sua esperienza, per il buon esito quanto peso hanno nel successo le relazioni istituzionali, la gestione, l’attività di comunicazione?
“Far sapere ciò che si sta realizzando è, secondo me, la prima attività da pianificare: la comunicazione è una delle prime ragioni del successo, avendo cura di creare delle aspettative. Le aspettative si creano dal primo momento, sin dall’inizio dei lavori. L’aspetto gestionale è l’altro punto importante. Noi abbiamo individuato, con una gara internazionale, il gestore, lo stesso dell’Acquario. Esiste un contratto di gestione, perché il Direttore del Museo deve occuparsi della direzione “artistica”, non può occuparsi dell’ordinario. Il Galata è di proprietà del Comune di Genova. Dal Mu.Ma, poi, dipendono altri tre musei, dislocati in punti diversi della città, il Museo della Commedia, Il Museo Navale di Pegli e La Lanterna. Noi siamo il braccio operativo del Comune, e questa è una differenza con Napoli perché l’edificio è dell’Autorità Portuale.” - Presidente Nicoletta Viziano, parliamo del sistema: Lei ritiene che due Musei del Mare, uno a Genova e uno a Napoli possano integrare l’offerta turistica delle due città?
“A mio parere sì perché entrambe sono città di emigrazione e i due Musei potrebbero rappresentare una opportunità diversa e al contempo integrata di racconto della storia del mare, degli uomini di mare e dei cambiamenti legati al settore marittimo.”