Gaetano Cimmino: “Il rapporto porto-città va potenziato”
Il Sindaco di Castellammare di Stabia fa il punto sulle prospettive di sviluppo della città
di Anna Capasso
1) Sindaco Cimmino, Lei si è insediato al Comune di Castellammare di Stabia da 5 mesi. Come valuta il rapporto che esiste attualmente tra il porto e la città? C’è un dialogo o dovrebbe essere incrementato? Se sì, in che modo?
“Castellammare è una città che non può prescindere da un rapporto indissolubile con il mare. E il porto è un varco di accesso al mare che ci consente di consolidare questo connubio. Porto e città interagiscono in maniera costante, ma è inevitabile che questo dialogo necessiti di essere potenziato, con l’ausilio delle misure che potrebbero essere adottate con la Zes e con gli altri strumenti atti allo sviluppo dell’area portuale. La riqualificazione dell’area e l’ampliamento del bacino d’utenza rappresentano due fattori di crescita essenziali per il porto di Castellammare”.
2) Per garantire la tutela dei livelli occupazionali e dell’incremento del carico di lavoro di Fincantieri, ad aprile è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa tra la Regione Campania e lo stabilimento stabiese, allo scopo di assicurare lo sviluppo economico, produttivo, sociale e occupazionale dell’area. Si sta rispettando la tabella di marcia sulle commesse previste?
“Attualmente il cantiere è impegnato nella costruzione della Lhd, la prima unità anfibia multiruolo della Marina Militare Italiana. Quel Protocollo d’Intesa fu sottoscritto mentre il Comune di Castellammare era commissariato, ma ora, con un governo cittadino stabile, il cantiere stabiese non solo potrà raccogliere i frutti di quell’accordo, ma avrà anche l’opportunità di disporre di una spalla forte per presentarsi sui tavoli regionali e nazionali e rivendicare la funzione strategica dello stabilimento di Castellammare di Stabia”.
3) Quanto contribuisce lo stabilimento stabiese all’economia della città?
“Anche se siamo ben lontani dai tempi d’oro, quando i cantieri l’emblema del lavoro a Castellammare, attualmente sono circa 500 le tute blu impegnate nello stabilimento stabiese, a cui si aggiungono altre 400 unità per l’indotto. E il cantiere di Castellammare detiene il primato in Italia come percentuale di lavoratori originari del luogo in cui ha sede lo stabilimento. Per questo motivo, l’impatto del cantiere sull’economia locale resta enorme. Ma lo stabilimento stabiese non può prescindere da un ammodernamento strutturale che andrà messo a punto quanto prima, per renderlo ancor più strategico nella costruzione di navi intere e non soltanto di tronconi”.
4) Nel progetto del waterfront, l’AdSP del Mar Tirreno Centrale ha previsto la realizzazione, alla banchina Fontana, di nuovi chalet da destinare a bar e ristoranti per i cittadini e i turisti. Attualmente, a seguito di una gara, sono stati assegnati due chalet. In che modo il Comune di Castellammare sta collaborando con l’Autorità Portuale per la realizzazione di altri punti di ristoro?
“Gli chalet sulla banchina Fontana, nel quartiere Acqua della Madonna, rappresentano uno degli elementi cardine dell’economia e del turismo nel centro antico. Riproporremo il bando, di concerto con l’Autorità di Sistema Portuale, apportando qualche integrazione per rendere gli chalet ancora più funzionali allo sviluppo del territorio. Non ci sfugge, però, la necessità di creare un circuito che includa pure le Antiche Terme ed il porto, adottando nel contempo un nuovo piano traffico e realizzando ulteriori parcheggi per dare nuova linfa al turismo in città”.
5) Nel Porto di Castellammare il traffico merci ha lasciato il posto al diportismo, soprattutto di mega e giga yacht. Orientare lo sviluppo dello scalo verso il settore turistico comporta la rifunzionalizzazione di alcuni spazi. Uno dei manufatti da riqualificare è quello dei silos. In che modo l’amministrazione che lei guida pensa di muoversi? Ha già un programma che prevede una diversa destinazione della struttura e degli altri edifici?
“I silos dovranno essere demoliti per realizzare un’ampia piazza a mare e creare nel contempo nuovi posti di lavoro strettamente connessi allo sviluppo del porto. Ho avuto modo di interloquire con Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, in merito alla rifunzionalizzazione delle strutture e degli spazi, necessaria per fare in modo che i diportisti e i proprietari dei mega e giga yacht possano optare per un soggiorno, anche di media durata, sulla terraferma a Castellammare”.
6) La vocazione turistica del porto di Castellammare richiama la necessità di riconsiderare una serie di servizi che la città deve essere in grado di fornire, prima di tutto la viabilità, la mobilità e la riqualificazione degli spazi urbani. L’amministrazione ha già previsto degli interventi?
“La Zes e la nuova programmazione di fondi europei rappresentano due strumenti essenziali per conseguire l’obiettivo di accrescere la vocazione turistica del porto. A tal proposito, abbiamo già in mente di incrementare le aree di sosta e realizzare un piano traffico adeguato alle esigenze dei flussi sul nostro territorio. La riqualificazione del porto e del centro storico, inoltre, è nei piani dell’amministrazione comunale, attraverso la realizzazione di una piazza a mare, il rimodernamento delle strutture e il potenziamento delle attività attualmente già presenti nel porto”.