Da componente del Comitato di Gestione a Presidente della Holding Portuale, F2I
Umberto Masucci in prima linea per il cluster marittimo, con un’attenzione costante a Napoli
di Emilia Leonetti
L’incontro con Umberto Masucci, Presidente del Propeller Club di Napoli, da alcuni mesi Presidente del primo fondo infrastrutturale italiano, F2I, avviene a pochi mesi dalle dimissioni dal Comitato di Gestione. E’ dunque l’occasione per tracciare un bilancio dei circa due anni e mezzo di impegno nell’Organo deliberativo dell’Autorità di sistema portuale campana, e per ritornare su uno dei temi cari e su cui si è fortemente impegnato: la realizzazione del Museo del Mare agli ex Magazzini Generali.
- Umberto Masucci, dopo due anni e mezzo ha lasciato il Comitato di Gestione. Quale bilancio può tracciare del periodo passato a condividere le scelte dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale?
“Il bilancio è molto positivo perché il cambio di rotta, da me fortemente sostenuto, si è realizzato. La riforma del 2016, introdotta dal Ministro Graziano Del Rio, ha favorito la nascita del sistema portuale italiano e quindi del sistema portuale campano. Considero ciò estremamente positivo perché introduce elementi di condivisione di una comune strategia in un territorio che sino ad allora era stato caratterizzato da concorrenza e gelosie non comprensibili per porti che fanno parte di una stessa regione. E’ stato, poi, importante indicare alla guida dell’ AdSP un manager come Pietro Spirito. Ho accolto, quindi, con entusiasmo la nomina a membro del Comitato di Gestione in rappresentanza della città metropolitana per partecipare, prima di tutto come esponente del cluster marittimo campano, alla svolta che ha prodotto la legge di riforma e la nomina di un manager alla guida dell’ AdSP.
Venendo alle scelte effettuate in Comitato di Gestione, noi eravamo fermi con i dragaggi da almeno 20 anni ed ora il piano dragaggi si è concluso (sono stati dragati oltre 1.300.000 mq di materiale dai fondali del porto di Napoli). Per quanto riguarda il waterfront, dopo oltre 14 anni dall’approvazione del progetto Euvè ( 2004), è partita una prima parte di lavori, quelli relativi alla realizzazione di una nuova stazione marittima al Molo Beverello. Su questo progetto devo ricordare che, dal nostro insediamento, a gennaio 2017, al momento in cui il progetto esecutivo del Molo Beverello è stato inviato al Ministero delle Infrastrutture sono passati solo sei mesi. A giugno, infatti, il progetto è stato inviato a Roma per essere poi approvato e finanziato a fine 2017.
In generale abbiamo definito una strategia sullo sviluppo del waterfont del porto di Napoli che ha portato all’avvio dei lavori di restauro dell’ Immacolatella Vecchia e alla predisposizione di un nuovo progetto per la realizzazione di un Museo del Mare e dell’Emigrazione nell’edificio degli ex Magazzini Generali. In due anni e mezzo ho visto una vera e propria riscossa dello scalo partenopeo rispetto ad una stagnazione e ad una rassegnazione degli anni precedenti.
Per il porto di Salerno e Castellammare di Stabia si è creata una sinergia positiva grazie anche alla capacità del Presidente Spirito di essere Presidente dei tre porti, riuscendo a mantenere un equilibrio nelle scelte e nei provvedimenti in favore del sistema campano. Questa strategia ha riguardato i principali settori di traffico, dal traffico container a quello delle auto, al traffico passeggeri e delle crociere, senza dimenticare la volontà di puntare allo sviluppo dell’intermodalità, lavorando sulla connessione mare- ferro- gomma lì dove possibile”.
- Museo del Mare. Lei è stato il primo a proporre e promuovere una cordata di professionisti per la sua realizzazione negli ex Magazzini Generali. A distanza di tre anni qual è la situazione? L’impressione è che non si siano fatti passi decisivi per dare concretezza alla sua proposta. Cosa ne pensa? A cosa è dovuto il ritardo? Ritiene che vi siano soluzioni alternative?
“Devo esprimere la mia preoccupazione anche perché il Propeller Club, il cluster marittimo ed io personalmente abbiamo investito tempo, passione sul tema senza riuscire ad ottenere l’avvio di un progetto per realizzare il Museo negli Ex Magazzini Generali. Sono convinto che sia un errore non aver accolto con decisione e fattività anche da parte degli Enti Locali la proposta del museo perché una città di mare importante come Napoli, centro nel Mediterraneo dello shipping, merita uno spazio museale dedicato. Il Presidente Spirito ha, sin dal primo momento, avuto una visione corretta, decidendo che gli Ex Magazzini Generali dovessero divenire sede non solo del Museo del Mare ma anche dell’ Emigrazione. Lo sottolineo perché, quando il Presidente si insediò, l’idea era di destinare l’edificio dell’ Immacolatella Vecchia a museo dell’ Emigrazione.
Il Presidente Spirito affermò : “ vorrei non un porto museo, ma un museo nel porto”. Accorpò, quindi, Museo del Mare e Museo dell’ Emigrazione chiedendomi di indicare quale potesse essere un esempio positivo, già realizzato. Indicai il Museo di Genova e di lì a poco incaricammo, a seguito di una convenzione con lo stesso museo di Genova, il Direttore Campodonico, di predisporre uno studio di fattibilità per il Museo del Mare di Napoli.
Il lavoro che, al termine dell’analisi, il Direttore del Museo di Genova ci ha consegnato è un documento che definisce non solo i contenuti ma anche le modalità per la sua gestione. Lo studio di fattibilità è stato anche il frutto della partecipazione di diversi esponenti del mondo museale e universitario campano. Mi riferisco a Paolo Giulierini del Mann, a Paolo Giordano dell’ Università Vanvitelli, al Sovraintendente Garella. Con quest’ultimo, in particolare, abbiamo condiviso la possibilità di esporre nel museo le navi romane recuperate durante gli scavi della metropolitana a piazza Municipio.
Devo riconoscere che hanno inciso sulla non attuazione di quanto sin qui descritto, due cose: primo, le priorità dello scalo partenopeo che hanno spinto l’ufficio tecnico dell’ AdSP a dare prevalenza a progetti urgenti come il dragaggio, il Beverello, la manutenzione, rispetto all’idea di realizzare un museo ai Magazzini Generali; il secondo, riguarda la città, le istituzioni, Comune, Regione non hanno sostenuto in maniera forte e decisa il progetto. Un’ opera che è più funzionale alla città che al porto e quindi, mancando la giusta pressione delle Istituzioni , il porto privilegia altri progetti. Siamo fermi alla variante urbanistica localizzata che è la strada indicata dal Consiglio Superiore del Lavori Pubblici a luglio 2019 e che sarebbe stata propedeutica al cambio di destinazione d’uso dei Magazzini da edificio commerciale a museo.
A questo punto debbo fare una considerazione generale. Ci vorrebbe una maggiore continuità dell’azione amministrativa. Intendo che, trovandoci nella fase conclusiva dell’ attuale mandato presidenziale, la tendenza è portare a compimento i progetti già in essere. Credo invece che gli uffici dell’ AdSP dovrebbero fare propri tutti i progetti più importanti, portandoli avanti anche al di là della conclusione di un mandato presidenziale”.
- Da alcuni mesi è Presidente di F2I Holding Portuale. La Holding è proprietaria dei Terminal di Massa Carrara, Venezia e Chioggia. Qual è la strategia? Cosa spinge un Fondo ad investire in infrastrutture portuali? Soprattutto cosa vuol dire essere proprietari di un terminal portuale? Avete in animo di acquisire altri Terminal?
“F2I è il primo fondo privato infrastrutturale in Italia e uno dei primi in Europa. Ha investito più di 5 miliardi di euro in infrastrutture, fondamentalmente in Italia. E’ leader nel settore aereoportuale, nelle energie, nelle biomasse.
Un paio di anni fa, come cluster marittimo, abbiamo motivato F2I a guardare anche al settore portuale e F2I, dopo una doverosa approfondita analisi, ha deciso, nel 2019, di entrare nel settore con l’acquisizione del gruppo Bogazzi di Massa Carrara. Una famiglia che ha attività nel campo armatoriale e terminalistico. Grazie all’advisor VSL si è riusciti a chiudere un’operazione che ha portato all’acquisizione da parte di F2I del 100% della “Porto di Carrara S.p.a”, oggi denominata “F2I Holding Portuale s.p.a”.
Da luglio 2019, ho ricevuto l’incarico di Presidente della società. La mia vision è che, mancando nel settore container uno spazio per operatori indipendenti come noi, vi sia invece ampio spazio nei settori del break bulk, del dry cargo, del project cargo, con possibili interessanti aggregazioni orizzontali che portino ad economie di scala e rafforzamento del settore portuale nazionale.
La società che presiedo ha quasi 400 dipendenti e svolge il lavoro del terminalista : un’attività molto importante per l’economia del Paese perché ci occupiamo di tutte le operazioni logistiche e portuali legate alle operazioni che importanti società svolgono”.
- NSW: siamo alla quarta edizione della manifestazione di cui è ideatore e guida. Perché è importante per Napoli? Arrivati alla quarta edizione quale considerazioni trae in termini di ricaduta sul territorio e di affermazione del valore economico, occupazionale e culturale del mondo marittimo?
“Parto da una considerazione: nell’ ultima edizione, del 2018, la nave Amerigo Vespucci doveva restare nel porto 3 giorni. E’ rimasta 4 giorni per rispondere alle crescenti richieste dei cittadini di poter visitare la nave. In 4 giorni è stata visitata da circa 30.000 persone. I napoletani hanno partecipato numerosi per visitare l’Ammiraglia della flotta militare italiana. Sono partito da questo esempio per dire che la NSW ha sempre coniugato la valorizzazione del settore marittimo insieme ad iniziative di coinvolgimento delle scuole, delle università, dei centri culturali della città. E’ un’organizzazione complessa che coinvolge una “squadra organizzativa” di oltre 50 persone tra pubblico e privato che inizia a lavorare oltre un anno prima dell’inizio della nuova edizione. Napoli è un esempio per le Shipping Week italiane ed estere per la capacità di declinare in una settimana il mare, il porto, la logistica nelle varie fasi. Il lunedì e martedì trattiamo argomenti di storia e cultura del mare; il mercoledì lo dedichiamo alle scienze del mare e alle università del mare; il giovedì e venerdì ci concentriamo sul business del settore marittimo. A questa articolata attività affianchiamo, da sempre, iniziative di carattere culturale, coinvolgendo nell’organizzazione i principali musei della città e chiudendo ogni edizione in un sito di pregio della città: il primo anno a Castel dell’ Ovo, il secondo anno a Palazzo Reale, il terzo a Castel s. Elmo e quest’anno al Museo di Pietrarsa.
Mi preme anche ricordare che ogni anno la NSW si apre con un evento scientifico di primaria importanza, organizzato dalla stazione zoologica Anton Dohrn. Non ci siamo, per concludere, limitati a presentare il valore del settore marittimo e le prospettive che offre all’economia del territorio, ma abbiamo allargato a soggetti non direttamente collegati al nostro settore, allo scopo di avere un confronto sempre più ampio con le diverse realtà produttive e culturali della città. Il più grande successo della NSW è essere riusciti a mettere in rete le diverse espressioni della città, comprendendo in questo anche l’arte culinaria partenopea”.