Oltre le commesse. Bisogna aprire una fattiva discussione sugli investimenti, sui progetti di tutta l’area portuale.
“L’AdSP è in debito verso Castellammare e il suo porto.”
Di Salvatore Vozza*
Il Cantiere di Castellammare dovrà realizzare – dal 2021 al 2027 – per la Marina francese le sezioni di prua per 4 unità di supporto logistico. È una buona notizia.
Si tratta di commesse che daranno, auspichiamo, lavoro, maggiore sicurezza e stabilità a tutti i lavoratori diretti e indiretti. Per una città che, agli aspetti seri e gravi che connotano l’attuale crisi per effetto del Covid, assomma anche suoi ritardi e limiti, queste nuove commesse, daranno una parziale serenità; ma dovrebbero anche rappresentare l’occasione per condurre una riflessione impegnata sulle prospettive e sul futuro della città.
Il Cantiere non è solo legato intimamente alla storia della città, al suo rapporto con il mare, essendovi state realizzate navi che sono state e sono il vanto dell’Italia, è soprattutto una attività produttiva che, nonostante le evoluzioni delle tecniche di costruzione, esalta e valorizza le capacità, l’intelligenza e la professionalità di operai e tecnici che rimangono soggetti essenziali ai fini della realizzazione del prodotto finale. Non sono molti i cicli produttivi che mantengono ancora queste caratteristiche. Quella di Fincantieri da sempre è stata considerata “l’aristocrazia operaia”, lavoratori particolarmente rispettati dalla città. Un sentimento, un legame così forte che non coinvolge solo passate generazioni, ma si rinnova ad ogni VARO. Un senso di commosso orgoglio, di appartenenza ed identificazione rinnovatosi anche in occasione del varo della nave TRIESTE a maggio del 2019 e nel sapere che la struttura del nuovo ponte di Genova è stata realizzata proprio nei cantieri di Castellammare.
Eppure, nonostante l’attuale carico di lavoro, il tema della prospettiva del Cantiere appare quanto mai stringente, così come il tema sul sistema dell’indotto stabiese. Indotto che va riorganizzato, seguito, reso trasparente ma salvaguardato perché dà lavoro a tantissime persone.
Maggiore tranquillità , quindi, non ha significato aver ottenuto sicurezza sulla missione produttiva da assegnare al Cantiere, nè può diventare la giustificazione per non rispondere degli impegni assunti dal Governo, dalla Regione , dalla stessa AdSP.
In più incontri, in più occasioni pubbliche compreso , appunto, quella del varo della Trieste sono stati assunti impegni e annunciati investimenti. Questi ultimi sono stati stanziati e mancano proposte e progetti per attivarli? Sono risorse destinate al Cantiere o si pensa di farne altro uso? Sono domande che richiederebbero risposte chiare.
Sul tema dello sviluppo del Cantiere, della riorganizzazione delle aree e delle funzioni della zona portuale permangano ambiguità, incertezze inerzie intollerabili. Le attività industriali e quelle legate al diporto, allo sviluppo turistico vengono messe, non so quanto involontariamente, in contrapposizione. Ma non sono incompatibili e non ci sono ragioni per considerarle tali. A meno che non si voglia replicare “Bagnoli”.
Rimane, invece, che l’AdSP è in debito verso Castellammare, a distanza di 13 anni dall’estensione delle sue competenze sulla nostra zona portuale, poco nulla è stato fatto e/o programmato. Sono stati realizzati solo parziali interventi, che stanno dimostrando di possedere grandi potenzialità, nonostante siano costretti a convivere in una situazione di degrado, di abbandono, di mancato o distorto utilizzo di aree e manufatti esistenti, di abusivismo. Perchè la vicenda dei chioschi da anni non è risolta?
Chiariamoci: non è l’esistenza di Fincantieri che impedisce lo sviluppo di quella parte bellissima del centro antico, ma l’inerzia, la mancanza di idee e di un progetto. Esistono enormi volumi di proprietà pubblica da Pozzano alla sede dell’Asl, oltre a quelli nel cuore del centro antico , che andrebbero valorizzati e utilizzati per realizzare nuovi servizi, nuovi posti letto, parcheggi. I silos ancora in piedi sono diventati il simbolo dell’incapacità ad assumere decisioni , il tappo che impedisce alla città e al suo centro antico di recuperare il suo rapporto con il mare , di realizzare una bella, enorme piazza a mare.
Le notizie su Fincantieri mi auguro spingano, dunque, ad aprire questa discussione, a costruire una proposta e un accordo che impegni direttamente il Comune, la Regione, il Governo, Fincantieri,lo stesso Ministero della difesa, l’AdSP, le parti sociali.
Castellammare ha grandi potenzialità (dal Faito all’area archeologica) e grandi ferite aperte, ne è un esempio la distruzione del termalismo. È una città che merita attenzione, sostegno , rispetto; merita che si metta in campo uno sforzo nuovo, ancor più nella fase in cui il Paese tutto sta tentando di mettere in campo riforme e progetti che parlino in primo luogo al Sud e ai giovani.
*Sindaco dal 2005 al 2010