Pietro Spirito: il nostro piano per un porto sostenibile. L’impegno per accelerare sulle opere e non solo.
Dai dragaggi, alla ZES, alle connessioni materiali e immateriali, in attesa della semplificazione amministrativa.
di Emilia Leonetti
La prima intervista del nuovo anno è con il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. Un appuntamento che si ripete ogni anno, perché è l’occasione per verificare i cambiamenti intervenuti, i risultati raggiunti, gli obiettivi cui si tenderà nell’anno appena iniziato. L’ incontro è nel suo studio al primo piano dell’Autorità, il computer alle spalle, sempre acceso, il telefonino che squilla, le carte sparse sulla scrivania. L’intervista conferma il costante impegno per accelerare sui progetti, sulle opere. La volontà di superare gli ostacoli, prevalentemente di natura burocratica, che spesso rappresentano un freno allo sviluppo del sistema portuale, non solo campano. Non manca, nell’intervista, un forte richiamo alle Istituzioni, perché ognuno faccia la propria parte per ridurre il gap che ci separa dai porti del Nord Europa
1.Vorrei iniziare la nostra intervista partendo da alcune recenti dichiarazioni del Vice Ministro alle infrastrutture, Edoardo Rixi. In particolare mi soffermerei su due aspetti: il tema della trasformazione delle Autorità Portuali in Spa ”Di questa soluzione mi piacerebbe parlarne, tranquillamente e in modo franco, con gli stessi presidenti delle Autorità di Sistema. Ho chiesto loro di far pervenire al Ministero le proprie valutazioni al riguardo. Non è ancora arrivato nulla…».Il secondo passaggio riguarda le AdSP “Restando al presente, sono realtà istituzionali decisamente ingessate nello svolgimento della loro attività. Anche dragare un porto appare impresa estremamente complicata. La nostra priorità resta quindi quella di semplificare finalmente i processi burocratici, non certo di trovare le risorse.”
“Sui due punti espressi dal Vice Ministro ho più volte precisato che innanzitutto è urgente introdurre regole in grado di accelerare l’attuazione degli investimenti previsti. L’attuale legge sugli appalti, ad esempio, è una sorta di corsa ad ostacoli che ci impedisce di operare come sarebbe opportuno nell’interesse del sistema portuale e dello sviluppo dell’economia marittima.
Sull’aspetto giuridico delle AdSP, sono stato molto chiaro, in interventi pubblici. Le strade sono due: trasformazione in Enti Pubblici Economici o in SPA. E’ una scelta decisiva per essere al passo con gli altri scali europei, per assicurare la flessibilità che i veloci cambiamenti del settore marittimo richiedono.”
2.Presidente, venendo all’AdsP del Mar Tirreno Centrale. è soddisfatto del lavoro svolto in questi primi due anni ? Mi riferisco, in particolare, alla progettazione e alla realizzazione di opere infrastrutturali?
“Non sono mai soddisfatto del lavoro svolto, perché tendo ad un continuo miglioramento. Penso che si possa, e si debba, fare sempre meglio. E’ inutile passare il tempo a sbrodolarsi in complimenti su quello che facciamo: è solo il nostro dovere.
So che in questi due anni abbiamo messo in campo progetti significativi per gli scali campani, anche se devo precisare, come dovrebbe essere noto, che il porto di Salerno è entrato nell’AdSP solo un anno fa.
Dobbiamo però ora proseguire in maniera più efficace ed incisiva. E’ il tempo di raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato. Mi riferisco anche alla nostra struttura amministrativa: c’è bisogno di una maggiore consapevolezza del nostro ruolo e della necessità di una costante comunicazione interna tra uffici per risolvere più tempestivamente le difficoltà, o semplicemente per conoscere lo stato delle procedure in corso. Non fa parte del mio modo di intendere il lavoro ritenere che quello che non mi compete debba essere un limite al mio impegno”
3.C’è sicuramente un problema di regole. Lei ha più volte denunciato la lentezza delle procedure, l’eccessiva complessità dei passaggi necessari per arrivare alle gare, per non parlare dei ricorsi successivi che spesso bloccano i lavori. Nonostante tutto Lei è animato da una ferma volontà e una forte determinazione. E’ sufficiente?
“Le regole, fin quando ci sono, vanno rispettate. Detto questo, ribadisco che molte di quelle attualmente in vigore sono un freno allo sviluppo. Certo, provo a vincere la lentezza dettata dai lacci e lacciuoli esistenti, ma per raggiungere il risultato la volontà da sola non è sufficiente. I compiti devono essere svolti da più attori per ottenere la realizzazione di nuove infrastrutture, o di nuovi e migliori servizi. Le faccio un esempio: l’attuale codice degli appalti prevede che, se in una gara un concorrente sbaglia a presentare la documentazione richiesta dal bando, interviene il “soccorso istruttorio”. In pratica, si concedono altri quindici giorni per correggere gli errori. Per quale motivo? A cosa serve ?”
4.Di recente Ennio Cascetta ha affermato che il sistema portuale per funzionare non può prescindere da una reale condivisione di strategie e obbiettivi. L’Organismo di Partenariato, introdotto dalla vigente riforma dei porti e il più ristretto, ma sicuramente più agile, Comitato di Gestione assicurano quella condivisione cui ho fatto riferimento?
“Ennio Cascetta faceva certamente riferimento alla Conferenza Nazionale dei Presidenti delle AdSP, un organismo che ha il compito di definire la strategia complessiva della portualità nazionale. Avere una visione di sviluppo del sistema portuale, che poi le singole AdSP devono declinare nei propri territori, definendo le azioni necessarie per dare corpo a quella visione.
A livello locale il ruolo dell’Organismo di Partenariato è quello di coinvolgere tutti gli operatori nei processi decisionali dell’AdSP. Il punto è che, mentre all’inizio la partecipazione è stata ampia, ed anzi esisteva la rincorsa a richiedere la partecipazione da parte di soggetti inizialmente non compresi nell’organismo, via via si è ridotto il numero dei partecipanti. Lo ritengo un errore perché, pur avendo un ruolo consultivo, il tavolo di partenariato può incidere sulle scelte e -soprattutto – può contribuire a rendere migliori le nostre decisioni. Sul Comitato di Gestione non posso che confermare la positività della legge di riforma dei porti del 2016. Aver ridotto il numero dei membri del Comitato ha reso finalmente agili e costruttivi i lavori.”
5. L’Ambasciatore italiano a Singapore, Raffaele Langella, che lei ha incontrato di recente, ha affermato che “per lo sviluppo del nostri scali, non basta la posizione favorevole, occorrono infrastrutture all’avanguardia e servizi al livello con i nostri principali concorrenti mondiali.” E’ d’accordo? Soprattutto, cosa ritiene che il Governo, Assoporti, dovrebbero mettere in campo per ridurre la distanza dai più moderni porti del Nord Europa, per non parlare ovviamente di quelli asiatici?
“Trovo sbagliato addossare ad altri responsabilità che fanno capo a chi guida le Autorità Portuali. Esiste un vezzo, tutto italiano, di giocare allo scaricabarile, sempre e comunque. Noi dobbiamo fare la nostra parte, ed attuare gli investimenti previsti e finanziati, nonostante le mille peripezie che siamo chiamati a superare. Ciò che dobbiamo chiedere con forza al Governo è l’approvazione di norme per la semplificazione delle procedure. Come le dicevo prima, è urgente innanzitutto la rivisitazione del codice sugli appalti. Ed è indispensabile approvare le norme per la semplificazione amministrativa per le aree ZES.”
6.Una delle principali novità di queste ultime settimane è il protocollo siglato con Enel e Caremar per realizzare un impianto di alimentazione elettrica dei traghetti in banchina. Possiamo affermare che siamo il primo porto “green” del Paese? Sul fronte della sostenibilità ambientale noi abbiamo avviato la procedura per la costruzione di un impianto GNL nel porto di Napoli? A che punto è ?
“Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale del sistema portuale campano, abbiamo in corso per lo scalo partenopeo tre progetti: un piano per l’ efficientamento energetico, che è attualmente in fase di prossima gara, e che prevede l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti e l’illuminazione al led negli spazi comuni; grazie al protocollo cui faceva cenno, sarà realizzato entro l’estate del 2019 a Calata Porta Massa un impianto per l’alimentazione elettrica di quattro traghetti Caremar in banchina; per il GNL abbiamo concluso lo studio di fattibilità curata dall’Università Vanvitelli, a seguito di un protocollo siglato un anno e mezzo fa, e siamo in attesa che le aziende interessate presentino ai Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture la richiesta di autorizzazione per costruire un deposito GNL nell’area orientale (alla Darsena Petroli).”
7.Una delle parole chiave della riforma del sistema portuale italiano è “intermodalità” Chiama in causa due segmenti indispensabili per dare consistenza alla parola: interscambio tra i nodi del trasporto mare-gomma-ferro e connessione agli Interporti di Nola e Marcianise. A che punto è l’accordo con RFI per costruire nell’area orientale dello scalo partenopeo il nuovo raccordo ferroviario di 750 m. di binari?
“Il mio impegno da due anni a questa parte è riuscire a dotare il porto di Napoli di un raccordo ferroviario competitivo con la “gomma”. Sino a quando trasportare i container su camion sarà estremamente più economico che non utilizzando il trasporto ferroviario, non troveremo nessun operatore disposto ad utilizzare il collegamento nave- ferro. Per questa ragione abbiamo stipulato un accordo con RFI per predisporre lo studio di fattibilità che sarà pronto tra qualche settimana, e che prevede di realizzare binari da 750 metri nell’area orientale (nei pressi della zona ex Corradini). Accanto a questo progetto di medio periodo, abbiamo chiesto alla Regione Campania di prevedere il ferro-bonus regionale, con uno stanziamento di circa due milioni di euro su base annua per sostenere il trasferimento della merce dal porto agli Interporti via ferrovia, utilizzando l’attuale tratta “Napoli-Traccia”, oggi diseconomica per due ragioni: perché i binari corti costringono ad una costosa operazione di doppia manovra, e perché si può percorrere solo in fascia notturna. Siamo ovviamente in attesa di una risposta.”
8.Il progetto della compagnia MSC di effettuare servizi intermodali tra lo scalo e gli interporti è in fase di attuazione?
“No, dipende dall’attivazione del ferro-bonus regionale. A condizioni date della rete ferroviaria, serve un sostegno addizionale della Regione, altrimenti non si determinano condizioni di vantaggio competitivo”.
9.Per la ZES Campania, alla cui costituzione ha contribuito in maniera determinante, siamo ancora in attesa dei decreti governativi per le semplificazioni amministrative (il Comitato di Indirizzo è operativo). Nel frattempo ha incontrato imprenditori campani, del Nord Italia e anche americani durante una sua missione di lavoro a Los Angeles. Qual è la situazione? C’è interesse? Da parte di quali imprese?
“L’interesse c’è. L’ho riscontrato in tutti gli incontri che ho tenuto, ed a cui Lei faceva riferimento. La ZES funziona, però, se – oltre agli incentivi economici ( credito d’imposta, riduzione IRAP…) – sono disponibili ed operative procedure che semplificano e velocizzano le decisioni per chi intende intraprendere un’attività nell’area ZES della Campania. Nell’attuale DL collegato alla finanziaria non è per ora previsto nulla sul tema. Stiamo insistendo perché vengano introdotte norme sulle ZES che tendano a semplificare un impalcato normativo barocco, spesso neanche difficilmente spiegabile.
Noi comunque pubblicheremo a fine gennaio una “call” per chi è interessato a investire nella ZES campana. Nel frattempo ci auguriamo che il Governo provveda alla integrazione necessaria, inserendo nel DL collegato alla finanziaria una norma sulla semplificazione amministrativa. Lo stesso si auguriamo che faccia la Regione, con la norma sulla riduzione dell’Irap e con un incentivo alla intermodalita’ per favorire il ricorso anche ai collegamenti ferroviari tra porto ed Interporti della Campania”.
10.Veniamo, infine, ai porti di Salerno e di Castellammare. Per il primo gli interventi che potenzieranno lo scalo sono il progetto Porta Ovest e il dragaggio. Per il secondo l’ultima novità riguarda Fincantieri, con il nuovo piano industriale che prevede di eliminare l’attuale sistema di varo con scivolo con una piattaforma e, per quanto riguarda il rapporto con il Comune, ritorna l’idea della piazza a mare. Cosa pensa si possa realmente realizzare nei prossimi due anni?
“Per il dragaggio nel porto di Salerno, siamo ormai certi che potrà essere completato tra la fine del 2020 e la primavera del 2021. Sono state ottenute tutte le autorizzazioni necessarie ed abbiamo pubblicato la gara. Per Porta Ovest potremo completare l’opera entro la fine del 2022. Si tratta, è bene ricordarlo, di un’opera complessa, aggravata dalle note vicende fallimentari, procedurali e giudiziarie. Quello che posso affermare è che da parte nostra c’è l’impegno costante per raggiungere il risultato in tempi più stretti possibili. Per Fincantieri si è imboccata la strada giusta. Con il nuovo piano industriale che prevede a Castellammare l’eliminazione dell’attuale scivolo di varo con la costruzione di una nuova piattaforma si incrementerà del 40% la quantità di parti di navi in produzione.
Sulla piazza a mare, e sulla riqualificazione della zona occidentale del porto di Castellammare, molto dipenderà dalla Sovrintendenza, e dalla volontà/possibilità di rimuovere strutture ormai obsolete e inutilizzabili.
Come si può vedere il fronte di azione per la nostra istituzione è di ampio respiro, e su versanti diversi. Tutti i dipendenti dell’Autorità ed il Comitato di Gestione, ne sono certo, continueranno ad esprimere un impegno all’altezza della sfida.”