Intervista
Decreto “Rilancio” interventi più incisivi, da discutere e valutare con gli operatori del settore.
Presidente Pietro Spirito pronto ad un confronto costruttivo. Colpito da determinazione cluster marittimo
Di Emilia Leonetti
Non poteva mancare in questi momenti di difficoltà, di analisi e di proposte sul comparto marittimo campano, il punto di vista del Presidente dell’AdSPMTC. Non poteva mancare perché il ruolo dell’Autorità è centrale non solo in quanto Ente di governo del territorio portuale, ma anche perché rappresenta l’anello di congiunzione con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, cui vanno indirizzate analisi e proposte.
- E’ di questi giorni la pubblicazione di uno studio di SRM sulla situazione nel settore del trasporto marittimo e della logistica nei porti italiani, ed in particolare in quelli meridionali, a seguito della pandemia. Emerge un quadro preoccupante con perdite del 25-35% nel settore del traffico container. Lo studio propone per questo delle strategie mirate nei confronti dei porti meridionali, dove si concentra il 20% del traffico container e il 43% di quello merci. Propone anche lo sblocco, a livello nazionale, di ben 5-6 miliardi di euro in opere portuali, liberando i lavori dai vincoli “burocratici”. Cosa ne pensa? In cosa dovrebbe consistere, a suo parere, una strategia “mirata” per i porti meridionali e dunque campani?
“Dobbiamo innanzitutto mettere in evidenza che, in Campania come in diversi altri porti italiani, il traffico passeggeri, nelle sue diverse articolazioni, è stato colpito in misura molto maggiore rispetto al traffico commerciale, almeno nella prima fase della pandemia.
Il segmento delle crociere ha visto completamente azzerata l’offerta di servizi, mentre i collegamenti dei viaggiatori con le isole sono stati molto ridimensionati, per effetto delle misure che hanno ridotto le libertà di movimento. Nel mese di marzo 2020, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, il calo del traffico passeggeri da e verso le isole del Golfo è stato pari all’81%. La ripresa dei traffici passeggeri non sarà immediata, sia per le misure – che si attenueranno solo progressivamente – sulla regolamentazione dei flussi, sia perché resteranno per qualche tempo ancora presenti condizionamenti psicologici nell’utilizzo di alcune modalità della vita sociale secondo modalità precedenti rispetto alla pandemia.
Nel traffico commerciale si registrano andamenti molto differenziati, in funzione delle caratteristiche produttive dei diversi territori. In Campania la specializzazione industriale nella filiera agro-alimentare ha attenuato l’impatto verso la contrazione dei traffici, poiché questo settore ha assicurato la continuità di alimentazione anche nella fase più delicata della pandemia.
Nel mese di marzo, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il calo del traffico merci espresso in tonnellate è stato pari al 14,7%. Con la ripresa delle attività manifatturiere, dall’inizio di maggio, si capirà l’effetto più sostanziale della pandemia sulla produzione industriale e sugli scambi internazionali.
In ogni caso avremo bisogno di potenziare e migliorare le infrastrutture portuali del nostro Paese, non soltanto per riattivare la leva degli investimenti indispensabili per la ripresa economica, ma anche per ridare slancio e competitività alla rete portuale nazionale”.
- Parliamo del “Decreto Rilancio” del Governo che contiene, tra l’altro, misure a sostegno del settore marittimo e dei porti. In che modo l’Autorità di Sistema Portuale, di cui è Presidente, potrebbe muoversi? Glielo chiedo perché alcune settimane fa ha aperto un tavolo di confronto con gli operatori di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, per ascoltare, valutare ed eventualmente approvare alcune delle proposte emerse e che riguardano la riduzione di costi, la sospensione di canoni. Qual è la sua posizione?
“Nel precedente decreto Cura Italia, poi convertito in legge, erano previste – all’articolo 92 – alcune misure di carattere più congiunturale per dare qualche prima risposta alla crisi che si veniva configurando: non erano ancora chiari gli effetti e la durata della pandemia.
Ora, con il Decreto Rilancio, all’articolo 199, il Governo non si limita solo a posticipare finanziariamente i pagamenti previsti per i canoni delle concessioni. Sono previsti interventi più incisivi, che andranno discussi e valutati con gli operatori del settore. Alla prima impressione emergono vincoli applicativi che andranno analizzati, in termini di risorse complessivamente disponibili e di ripartizione delle stesse sulla base del decreto previsto al comma 10 dell’articolo 199. La crisi non si ripercuote in modo omogeneo in ogni segmento di mercato, come abbiamo evidenziato precedentemente. Anche gli interventi di sostegno dovranno essere calibrati in funzione delle diverse condizioni negli specifici settori di attività. Ne discuteremo con gli operatori in tavoli di confronto, e seguiremo intanto il percorso di conversione del decreto nelle aule parlamentari, per verificare se saranno introdotte varianti rispetto alla norma nella sua attuale configurazione. Da un lato il confronto con gli operatori e dall’altro la norma nella sua definizione conclusiva forniranno gli elementi per assumere le decisioni possibili”.
- “Porti Campani in Rete”, edizioni di maggio e giugno, dedica ampio spazio agli interventi di rappresentanti di società che operano nei porti del sistema campano per conoscere direttamente quali sono le criticità in corso nei diversi comparti dell’economia portuale e quali le proposte per superarle. Tra le diverse posizioni espresse dai Presidenti o Amministratori Delegati delle società, quali l’hanno maggiormente colpita? A quali ritiene si debba dare priorità?
“Mi ha colpito la determinazione da parte di tutti gli operatori di dare una risposta alla crisi, pur nella consapevolezza della densità e della complessità della condizione nella quale ci troviamo. Si tratta di un inedito blocco delle attività produttive, avvenuto con una scacchiera temporale differente nelle aree principali del mondo.
Alla logistica spetta il difficile compito di ricucire una divisione internazionale del lavoro che è entrata in tensione per effetto di un elemento assolutamente imprevedibile. Eravamo peraltro già in una fase nella quale si avvertivano tensioni neo-protezionistiche che non favorivano in ogni caso lo sviluppo del commercio internazionale. Ora si tratterà di reinterpretare la traiettoria della economia mondiale per comprendere quale possa essere il ruolo dell’economia marittima nella ripresa delle relazioni commerciali”.
- ZES campana, siamo in una situazione di stallo? Da più parti si sostiene che la soluzione potrebbe essere la nomina di Commissari, così come proposto dal Ministro Giuseppe Provenzano, insieme alla semplificazione amministrativa. A questo proposito vorrei ricordare quanto espresso dall’ex Ministro Claudio De Vincenti nell’intervista rilasciata al nostro giornale a febbraio 2020: “sarebbe meglio un Commissario unico a livello nazionale…sulla semplificazione il punto non è diminuire i tempi ma fissare tempi ristretti espliciti per ognuna delle procedure”. Cosa ne pensa?
“Siamo in una situazione totalmente diversa. Nella fase della emergenza economica post-Covid si tratterà di comprendere in quale modo lo strumento della zona economica speciale possa essere giocato per consolidare innanzitutto il tessuto produttivo esistente, e poi per attrarre nuovi investimenti produttivi. Non è tanto questione di strumenti di governance, argomento sul quale troppo spesso ci si appassiona.
Serve innanzitutto un adeguato pacchetto di incentivi per le imprese e misure decise per la radicale semplificazione dello scenario normativo. Quando, come oggi, esistono trentaquattro differenti procedure che debbono essere seguite per l’insediamento di una nuova impresa, si comprende come sia effettivamente arduo pensare di poter attrarre capitali, che hanno bisogno, per le proprie decisioni localizzative, di ridurre il margine di incertezza, almeno sul versante delle autorizzazioni amministrative”.
- Un’ultima domanda la vorrei riservare al settore crocieristico, uno dei più colpiti dalla pandemia. Due sono le proposte in campo: prevedere, almeno per questo anno, crociere nei porti nazionali e per la Stazione Marittima di Napoli, destinarla ad usi misti. Non più solo terminal ma anche luogo di incontri culturali, spazio aperto alla città. La sua opinione?
“Nel business model delle compagnie di crociera non trova spazio un ridimensionamento dell’offerta commerciale: gli investimenti che sono stati proprio di recente condotti sul rinnovo della flotta presuppongono al contrario una diversificazione ed un ampliamento della offerta turistica, per attrarre un maggior numero di clienti, considerato il numero crescente della capacità di passeggeri a bordo delle navi da crociera. Limitare ai porti nazionali l’itinerario crocieristico non mi sembra una risposta adeguata rispetto allo stallo che si è determinato con il blocco imposto dalla pandemia.
Quanto alla multifunzionalità della Stazione Marittima di Napoli, si tratta di un progetto altamente opportuno, che – in un Paese amministrativamente rigido come il nostro – trova ostacoli non intuitivamente comprensibili nella fase di attuazione”.